Politik | Il Patt cresce

Voglia di Volkspartei trentina

Manuela Bottamedi, eletta nel MoVimento 5 Stelle, passa al gruppo consiliare del Patt. Anche altri amministratori sono tentati dal richiamo delle stelle alpine.

In una democrazia dai tratti più consociativi che competitivi, come quella trentina, ciclicamente emerge la voglia di fare un qualcosa di unitario, un “partito di raccolta”. Tanto che il “format” del centrosinistra autonomista provinciale (Patt-Upt-Pd) si appresta ad essere proposto, dopo Arco e Levico, anche in altri centri trentini per le Comunali di maggio 2015.

Oggi sul Corriere del Trentino è riapparso il termine Volkspartei trentina. A metterlo nero su bianco è Manuela Bottamedi, eletta a ottobre 2013 con il MoVimento 5 Stelle, che è rimasta “folgorata” sulla via di … Fierozzo. Con l'ingresso di Bottamedi nel Patt, in Consiglio provinciale a Trento i rapporti di forza tra maggioranza e minoranza diventano 24 a 11, in Regione quindi 43 a 27.

«Il Trentino – scrive Bottamedi sul suo profilo Facebook - ha bisogno di una grande SVP, moderna, autonomista, popolare, trasversale. Questa è la lezione (e l'eredità) di Diego Moltrer. So che mi arriveranno valanghe di critiche – aggiunge - so che mi scaricheranno addosso quintali di fango. Ma non importa: chi ha capito che non abbiamo alternative al rasoio romano e renzista, capirà anche la mia scelta. Capirà che spetta a tutti noi rispondere alla "chiamata alle armi" di Diego. Se vogliamo proteggere la nostra specialità e la nostra autonomia, se vogliamo conservare l'identità della nostra terra (in chiave moderna, guardando al nord, all'Europa, all'Euregio), non abbiamo scelta».

Con la consigliera della Valle dei Laghi il Patt pareggia con il Pd in Consiglio provinciale (9 consiglieri a 9) ed in caso di rimpasti di giunta, visti i rapporti tesi fra l'assessora alla sanità Donata Borgonovo Re (Pd) ed il presidente Rossi, potrebbe far valere il proprio peso mutato nell'emiciclo di piazza Dante.

"Il Trentino ha bisogno di una grande SVP."

Pd-Svp-Patt hanno siglato la loro intesa nel febbraio 2013 per il “Governo del cambiamento” di Bersani, con delle garanzie sull'autonomia di Trentino ed Alto Adige. Ma c'è un equivoco, spesso chiamato in causa dalle minoranze in Consiglio provinciale: a Roma i parlamentari votano a favore dei provvedimenti, salvo poi rinnegarli e stracciarsi le vesti nel finesettimana a Trento. Equivoco ben espresso anche da Bottamedi nel «non abbiamo alternative al rasoio romano e renzista».

Ma la «chiamata alle armi» prosegue anche in ambito locale, ben architettata da Franco Panizza, segretario del Patt. In città (Trento, Rovereto ed altre aree più urbanizzate) gli autonomisti hanno sempre sofferto una certa debolezza. In Comune a Trento di solito la presenza delle Stelle alpine era poco più che minimale (2 consiglieri nell'attuale legislatura), ma ben 4 consiglieri uscenti di altre liste potrebbero cercare la ricandidatura nel Patt a maggio 2015.

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Martin B. Sa., 22.11.2014 - 17:15

Hoffen wir, dass das Erbe Moltrers wirkt und in seinem Sinne und Geiste in der Region weitergearbeitet wird. Je mehr "wirklicher" PATT, desto besser.

Sa., 22.11.2014 - 17:15 Permalink