Politik | Trasporto pubblico

Nomine CdA Sasa, dove sono trasparenza e merito?

Rinnovo del Consiglio di Amministrazione di Sasa: permettemi di dire che non capisco e non comprendo, del tutto ingenuamente s'intende.
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Le delibere del 2016 e del 2013

La recente conferma dell’uscente, nonché assai probabile futuro presidente di Sasa con una delibera quasi fotocopia di quella del 2013, di cui hanno riferito i media, lascia davvero di stucco. Immagino già qualcuno che dirà che sono come al solito polemico e via discorrendo. Forse lo sarò, ma cerco di basarmi sui fatti.

A leggere le due delibere non si capisce nulla. Le ho ribaltate alcune volte sperando di scovare qualche elemento di valutazione e qualche straccio di motivazione sulle nomine effettuate, ma nulla di tutto ciò. Quali i motivi delle nomine, quali i meriti per i quali le persone sono scelte, i curriculum, e via discorrendo: il nulla assoluto. Sono obiettivamente scelte calate da qualche angolo del sestante, privilegiando pure persone in quiescenza (alla faccia del “largo ai giovani”).

Mi si dirà che è il “manuale Cencelli”, che si è sempre fatto così e via blaterando. E poi s’intende avvicinare la gente alla cosa pubblica? Facendo nomine in camera caritatis? E’ questa la trasparenza, il premio al merito, alla lungimiranza, quindi il “nuovo” corso della politica? Domande sempre ingenue, beninteso.

Essere azionista di maggioranza e... non fare nulla avallando acriticamente ogni decisione di Sasa

Il modo in cui il Comune di Bolzano, azionista di maggioranza di Sasa, (non) ha gestito questioni cruciali dei bus bolzanini su cui mai ho avuto risposta, apparentemente senza dare indicazioni allo stesso CdA di Sasa (cosa su cui mai nessuno ha voluto dire qualcosa, e questo riguarda l’intero “arco costituzionale” politico comunale), la dicono lunga di come il tutto venga gestito in modo intrasparente e, mi sembra, piegati a 90° su quanto decide (... e comanda) la Provincia. Un ambiente, quello del trasporto pubblico locale, che cerca di evitare come la peste di uscire allo scoperto. Sono anni che succede, un aspetto saltato fuori di recente ci fa capire un po’ il perché.

Il rinnovo della flotta: una vicenda iniziata nel 2011

Mi limito a un paio di considerazioni sul tema di come sia stato mal gestito il discorso del rinnovo dei bus della flotta. Ne ho scritto tante volte dal 2011 in poi, dopo la storiella dei 160 bus a metano annunciata dall’allora a.d. di Sad (beninteso mai smentita fino ad oggi) ma mai una risposta convincente, solo qualche arrampicata sugli specchi da sesto grado in talune risposte ad interrogazioni provinciali.

Ebbene, giusto qualche giorno fa un conoscente mi ha detto, con sincera sorpresa, di aver trovato tutti i bus urbani a metano a Verona. Sul tema, guarda caso, mi ero soffermato di recente proprio qui su salto.

Sasa non ha mai preso posizione (tranne una sola volta, leggasi più avanti), tralasciando la “cortesia” di avermi dichiarato “persona non grata” da parte dell’ex direttore in occasione della presentazione dei bus a gasolio nel dicembre 2012. Si sa che se non si hanno argomenti, si fa prima a cacciare via l’interlocutore scomodo e rompiscatole.

Il silenzio di Sasa, con un solo intermezzo a fine 2013, poi il silenzio di gomma

In risposta ad un’intervista data dal presidente Pagani all’Alto Adige il 18.11.2013 sui bus a idrogeno e sul tema dei costi, scrissi una lettera (“SASA I bus a idrogeno e la risposta che non c'è”), pubblicata due giorni dopo, in cui il direttore del giornale sollecitò il presidente di Sasa a prendere posizione. Arrivò la risposta dopo due giorni (“Questi bus combattono lo smog”) dove, a parte qualche precisazione… imprecisa , non prese posizione su gran parte dei temi che sollevai e che evidenziai in una mia contro risposta (“Caro Pagani, sui nuovi bus Lei è evasivo”) che fu pubblicata poi il 3.12.2013. Non arrivò più alcuna replica. Da allora il presidente Pagani si è ben guardato dal rispondere ai tanti successivi interventi che ho fatto sui media. Un bel muro di gomma innalzato non solo da lui, beninteso.

Le notizie stanno nelle notizie: rinnovo della flotta in arrivo, coi soliti pregiudizi?

A rileggere i temi che sollevai allora, questi sono di nuovo di tremenda attualità se si considera quanto scritto dal Corriere dell’Alto Adige il 14 aprile: «L'intenzione - afferma Pagani - è portare avanti una road map coerente con quanto già sviluppato negli ultimi anni. Entro il 2018 si dovrebbero bandire le gare europee per assegnare il servizio di trasporto pubblico. Tuttavia un articolo inserito nella nuova legge provinciale consente ancora, a nostro avviso, l'affidamento in house da parte della Provincia. In ogni caso vogliamo proseguire con una gestione il più possibile efficiente, ma anche a misura di utente. E tra i prossimi obiettivi c'è un ulteriore rinnovo del parco mezzi». Penta appare convinto della scelta. «Sasa è un'azienda in salute, con buoni numeri, mi sembrava giusto premiare la continuità» dichiara il commissario.” Parafrasando, la continuità a gasolio, forse. Ho la netta sensazione che il Commissario non fosse per nulla a conoscenza di queste tematiche cruciali per un tpl ecologico e sostenibile.

Ecco, mi si sono rizzati i capelli in testa. Come ho già evidenziato di recente qui su salto, la flotta di Sasa sta invecchiando e la scelta della trazione pare sia già cosa fatta, stante le informazioni che mi sono state fornite dalla direttrice di Sasa nel febbraio scorso con le consuete affermazioni sui (presunti) problemi avuti da Sasa con i bus a metano che, tecnologicamente, sono ormai di due, tre se non quattro ere tecnologiche fa e hanno da 10 a 16 anni di servizio alle spalle. Molto strani questi punti di vista, poiché altrove i bus a metano continuano a comprarli senza problemi… pure a Trento…

In poche parole, nella ormai consueta emergenza di dover rinnovare la flotta, è facile prevedere che si andrà scegliere nuovamente bus a gasolio, che prenderanno pure il posto di alcuni a metano visto che ormai alcuni cominciano ad avere 16 anni di vita sulle spalle. Attendo il consueto sproloquio sui limiti di emissione, sui motori, su quanto il gasolio sia pulito e via discorrendo. Un copione stonato, già visto e sentito qualche anno fa.

Rinnovo della flotta: avverrà si nuovo quanto avvenuto nel 2012/13?

Insomma, dopo la citata bufala mediatica ad effetto stordente del 2011 e gli acquisti diesel fatti nel 2012 e 2013, nonostante le mie personali e del tutto solitarie proteste pubbliche di cui tutti si sono disinteressati, politici ed associazioni ambientaliste in testa, e nonostante altre città italiane ed estere facciano tuttora scelte diametralmente opposte, si ripropone il rinnovo della flotta con l’incognita futura di dove finiranno i cinque bus a idrogeno al termine del progetto europeo Chic e che hanno fatto da perfetta “foglia di fico” sui 42 bus a gasolio acquistati durante la presidenza Pagani.

Non è certo tacendo il tipo di trazione, come ha fatto il presidente Pagani l’anno scorso alla trasmissione Rai Passpartù il 6 giugno 2015, che si possono abbellire i dati sulla propria flotta, caspita!

Il dibattito pubblico che si sta evitando da cinque anni

Se ne parlerà finalmente pubblicamente oppure assisteremo di nuovo all’annuncio dei nuovi bus a giochi ormai fatti in cui gli azionisti faranno semplicemente i notai di scelte, forse prese altrove, invece di cambiare rotta e imporre finalmente scelte perlomeno coerenti con il Piano Clima 2050?

Ecco perché la scelta del rinnovo con la conferma dell’attuale presidente di Sasa mi lascia molto, ma molto perplesso poiché ho personali, forti dubbi su taluni ambiti di competenza che sono stati gestiti, a mio avviso, senza un briciolo di lungimiranza e in modo contraddittorio in merito alla scelta della trazione dei bus. Probabilmente, com’è dato di interpretare dalle informazioni raccolte in questi anni, il frutto di “certe” influenze che hanno pesantemente condizionato le scelte di acquisto del 2012/13 e che pare continuino a prevalere a livello cittadino e provinciale. Sul perché solo negli uffici delle aziende di tpl e della Provincia hanno la risposta che non vogliono dare, ma che non daranno mai.

Tutto, come sempre, senza alcuna discussione pubblica. Aggiungiamoci la mancanza di trasparenza delle nomine da cui sono partito e la frittata è fatta.

Società "in house": per lasciare tutto come adesso, poltrone comprese?

La scelta di trasformare la Sasa in società “in house” appare poi come il tentativo non solo di evitare la gara pubblica (del tutto legittimo, per carità, visto che è previsto dall’art. 20 dalla Legge Provinciale 15/2015 sulla Mobilità) ma di mantenere una governance della Sasa immutata e immutabile nella becera logica di cui ho accennato sopra.

P.S. è da gennaio che sto attendendo di poter leggere i verbali della Commissione Consiliare comunale alla mobilità che ha trattato i temi della mobilità e del trasporto pubblico con Sasa. “Interessante” questo ritardo, no?