Umwelt | Trasporto pubblico

100 milioni… a sorpresa per Sasa

Nell’ultima serata di confronto con la cittadinanza il “botto”: 100 milioni di extra investimenti per Sasa, per ora sulla carta, per inseguire il sogno “full electric”.
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Foto: Rai TGR/elab. De Luca

Nell’ultimo incontro con il Sindaco di Bolzano e il Presidente della Provincia di ieri sera c’è stata una vera e propria sorpresa, sfuggita curiosamente ai media. Prima il primo cittadino ha accennato a 100 milioni approvati dal (nuovo) comitato di indirizzo di Sasa, aggiungendo comunque che è stata una decisione presa su “soldi altrui”.

Dopo la mia domanda se fossero previsti investimenti extra rispetto allo striminzito programma di sostituzione dei bus approvato a inizio febbraio 2018 (31 bus nel 2019, pare ibridi ma non ci credo salvo sorprese eclatanti, e successivi 10 a idrogeno dal 2021) e rispondendo anche all’ex coordinatore di Sasa presente in sala che ha confermato con cifre ancora peggiori il numero di bus oggi da sostituire, il Landeshauptmann ha ribadito tale importo, “cifra consistente per tre anni” aggiungendo però, se ho compreso bene, che sarà fatta una valutazione delle varie possibilità (di trazione?). Aggiungo: lo spero proprio…

Il desiderio di Sasa sarà realtà? O è solo una smargiassata?

Il primo aspetto di questa novità è che è saltata fuori un po’… così. Forse perché mi pare di capire che si tratti di una richiesta di Sasa nei confronti della Provincia (da ricordare, nuovo socio che dovrà farsi carico degli investimenti della società in-house e ho il sospetto che per tale motivo volesse mettere a gara anche il servizio urbano, ma rimarrà una mia idea en passant viste le decisioni prese pro in-house) e c’è da chiedersi soprattutto se mai ci sarà un’effettiva copertura finanziaria di tali investimenti, salvo non ricorrere a mutui o quant’altro.

100 milioni, ma la scelta della trazione sarà da “valutare”

Certo è che l’importo appare ben oltre le esigenze di rinnovo della flotta, ma, non sapendo a cosa si riferisca si può solo immaginare che si voglia trasformare la flotta in “full electric” sullo stile dell’Atm di Milano (Atm che cassò i bus a metano nel 2008 con considerazioni, a posteriori, davvero contraddittorie ma che ha traviato l’intero settore fino ad oggi) o del tanto citato esempio di Parigi. Nella capitale francese nel 2017 però si prevedeva per il 2025 l’80% di bus elettrici e 20% a biometano. Quest’anno la quota dei secondi è salita, nelle dichiarazioni ufficiali al 33%... vorrà pur dire qualcosa.

Ma veniamo all’ipotesi “full electric” (rimanendo intatti i grandi dubbi sull’autonomia effettiva di questi mezzi). In totale, salvo errori, la flotta risulta oggi composta da 27 mezzi sotto i 12 metri, 94 da 12 metri (di cui 5 a idrogeno), 29 da 18 metri, 3 bussetti e 11 extraurbani.

78 milioni per i bus della nuova flotta “full electric”?

Facendo due conti approssimativi e sulla base dei costi (attuali) presumibili per i bus elettrici, si può calcolare in circa 78 milioni di € il costo del rinnovo totale del parco bus sopra citato. Certo vanno aggiunti anche i costi per l’infrastruttura di ricarica, che, è bene dirlo, non è certo economica, soprattutto se si dovranno installare ai capolinea delle ricariche ad alta tensione, con buona pace di non voler provvedere a dotare Sasa di un nuovo distributore di metano (neanche un milione…).

Il tallone d’Achille potrebbero essere le limitate autonomie che potrebbero richiedere l’acquisto di un numero più alto di bus. A leggere sul web gli articoli che riguardano, ad esempio, l’esperimento dei bus elettrici a Berlino (ad esempio qui) e la difficoltà di reperirne, qualche dubbio dovrebbe pur sorgere ai nostri generosi decisori.

Alternative a buon mercato? Ci sarebbero...

Vogliamo pensare ad una flotta tutta a metano come a Brescia? I costi sarebbero di circa 38 milioni di € più i nuovi impianti di rifornimento. Le differenze con l’ipotesi “full electric” è eclatante, praticamente la metà. Dovrebbe essere comunque un ragionamento su “efficienza” ed “efficacia” di tale scelta, che perlomeno dovrebbe essere oggetto di dibattito pubblico, mai visto nell’ultimo decennio.

Forse varebbe la pena di guardare questo servizio "Irrweg Elektro-Bus?" della trasmissione "Nano" di 3sat trasmesso il 28 marzo scorso:

Irrweg Elektro-Bus?, von 3sat - Nano

Quali sono le priorità?

Il punto sono, come ho evidenziato nella domanda posta durante la serata, sono le priorità. Senza dimenticarsi che i bus elettrici, nonostante tanti proclami, sono tuttora mezzi sperimentali su cui pesa, come già scritto, il rebus autonomia e i costi totali. Staremo a vedere, anche perché il tanto agognato tram, di cui oggi si sa solo che costerà 120 milioni di € e che avrà una linea arzigogolata in città, arriverà (se mai arriverà) solo nel 2025 e i dettagli del progetto sono tuttora non noti. Che poi ogni singola corsa, come ha affermato il primo cittadino, trasporterà ben “400 persone”… la battuta che mi è stata fatta citando tale cifra è se forse non si voglia far transitare… il Frecciarossa per la città.

Rischio di seguire un trend modaiolo? A quanto pare…

A mio avviso a seguire i trend (quello elettrico appare palesemente gonfiato, ma guai a dirlo…) si possono o si potrebbero prendere cantonate. Con l’emergenza assoluta del rinnovo della flotta da intraprendere quanto prima (qui torna in gioco la questione priorità), forse la riflessione del Presidente della Provincia appare appropriata, cioè capire cosa è fattibile e probabilmente anche con un piano finanziario con i piedi per terra. Io non avrei dubbi in proposito ma mi sembra di essere solo.

Sono solo un semplice osservatore che ha visto quanto (non) fatto o fatto (male) negli ultimi dieci anni. Rimango quindi piuttosto scettico fino a che non vedrò tale somma effettivamente stanziata, deliberata e con il susseguente appalto dei nuovi bus.

P.S. Questo mio “impegno” non ha alcuna natura politica (e rispondo così alla frecciatina del Sindaco). Semplicemente non va di farmi prendere in giro con gran parte di quanto si è detto in merito alla scelta delle trazioni nel tpl negli scorsi anni perché fin troppe sono state le “mezze verità” dette o i dati mancanti, per tacere di quello che soprattutto si è accuratamente evitato di dire in proposito. A vedere quanto si è fatto altrove nell’ultimo decennio, penso che qualche ragione ce l’abbia. Qualcuno, in un mondo del tpl che fatica molto ad accettare critiche, probabilmente non mi “digerirà” per nulla. Se ne dovrà fare una ragione.

(articolo aggiornato il 3.6.2018)