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L’ora di Bolzano?

Ignorata per 25 anni da Luis Durnwalder e per una legislatura da Kompatscher, la città capoluogo sta per veder partire i primi cantieri viabilistici pubblici.
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Foto: Andy Odierno
Tranne il sempre entusiasta sindaco Renzo Caramaschi è difficile trovare un amministratore del Comune di Bolzano degli ultimi 30 anni pienamente soddisfatto dei rapporti con Palazzo Widmann. Per Luis Durnwalder, ad esempio, il capoluogo, pur essendo la città con il più alto numero di abitanti di lingua tedesca, è sempre stato l’ultimo dei pensieri, un luogo governato da partiti italiani litigiosi e dalle idee confuse. Durante il regno di Re Luis l’unico intervento significativo per migliorare la viabilità, all’interno del Piano Winkler, è stata la costruzione della strada arginale ad una corsia, ed è stato interamente pagato dal Comune. In 25 anni la Provincia non ha praticamente messo un euro per le infrastrutture viarie nel capoluogo, come se fosse un corpo estraneo. Durnwalder ha fatto comunque costruire l’Università con la biblioteca che porta il suo nome, il Teatro (senza nome) di piazza Verdi che la città attendeva dal Dopoguerra, il Museion (perché sfrattato dall’Università), e ha appoggiato la ristrutturazione del Teatro Cristallo. Opere importanti, per carità, ma doverose in qualsiasi capoluogo.
 

1,5 miliardi spesi fuori Bolzano

 
Con l’avvento di Arno Kompatscher i rapporti tra i due enti sono formalmente migliorati, ma è un dato di fatto che negli ultimi 10 anni l’unico cantiere stradale importante è stato aperto nel nodo di piazza Verdi grazie all’iniziativa di un privato, René Benko, che con il Waltherpark riuscirà ad avere robusti guadagni nonostante gli interventi viabilistici di interesse pubblico a sue spese. Va comunque riconosciuto che, negli ultimi 4 anni, c’è stato un tentativo di cambiare il passo. Kompatscher e l’assessore competente Daniel Alfreider, pur avendo contribuito al rinvio a un imprecisato futuro (25 anni? mai?) del secondo lotto della circonvallazione di Bolzano tra San Giacomo e Campiglio dato per imminente nel 2017, hanno avviato i tavoli di confronto per la costruzione di varie opere importanti.
 
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In 25 anni la Provincia non ha praticamente messo un euro per le infrastrutture viarie nel capoluogo, come se fosse un corpo estraneo.
Per non scoraggiarsi è meglio non rileggere gli annunci sulle tempistiche fatti nel 2019, ma ci sono stati anche problemi oggettivi (l’altezza della falda) ed entro un paio d’anni forse si aprirà qualche cantiere. Soprattutto si spera che tutti gli interventi dell’Agenda Bolzano precedano la realizzazione del nuovo museo archeologico di Ötzi con vista sui tubi di scappamento di Ponte Druso, indicato come soluzione ottimale, senza un bando pubblico, da un advisor privato. Per realizzarlo saranno sborsati 90 milioni, il valore di circa mezzo secondo lotto “fantasma”.
 

206 milioni per Bolzano

 
Vale però la pena di ricordare il grado di “centralità” avuto da Bolzano finora. In Italia, Austria o Germania, quando una città importante è soffocata dal traffico, di solito che si fa? Si libera il centro abitato più grande con una circonvallazione e poi si migliorano le vie d’accesso del circondario. Nell’era Durnwalder si è riusciti ad attuare, con una sorta di sberleffo, il procedimento esattamente inverso. Cioè: si sono costruite prima le mega gallerie per liberare dal traffico San Giacomo, Laives, Pineta, Ora, e recentemente anche Bronzolo, che Bolzano. E così, di fatto, nelle ore di punta accade che un cittadino qualsiasi della Bassa Atesina diretto in centro a Bolzano (o oltre) si mette in auto con un sorriso radioso, arriva veloce come un missile a San Giacomo, vede sulla destra l’accenno di tunnel che avrebbe dovuto sbucare a Campiglio, inizia ad incupirsi, svolta a sinistra su via Einstein e se gli va bene una mezzoretta-quaranta minuti più tardi sarà a destinazione. Se poi piove, non importa il periodo dell’anno, i minuti potrebbero diventare 90 e le imprecazioni moltiplicarsi in modo esponenziale.
 
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Per le circonvallazioni di Laives e Pineta si sono spesi rispettivamente 86,5 e 19 milioni, per i vari lotti di quella di Ora, 56. Altri 46 milioni vengono spesi ora per la circonvallazione di Bronzolo, e i lavori sono appena cominciati. Nel comprensorio Bassa Atesina per interventi minori si sono spesi poi un’altra quarantina di milioni, negli ultimi 8 anni (Salorno, Egna …). Fanno letteralmente sgranare gli occhi i numeri del Meranese e della Venosta: 255 milioni solo per i lotti della circonvallazione Nord Ovest, e altri 150 milioni per gallerie tra San Pancrazio, San Leonardo e Castelbello (82,5 milioni solo quest’ultima).
 
Solo poco meno onerosi gli interventi nel Brissinese, tra circonvallazione e bretelle varie si sono spesi 145 milioni, e altri 200 milioni tra Colle Isarco, Varna, Velturno, Val d’Ega (46 milioni), Val Sarentino (62,7). Neanche a dirlo, in Pusteria sono stati investiti 611 milioni, tra Perca (108), nuovo accesso alla Val Badia (102), Chienes (63), circonvallazione di San Candido (34), circonvallazione di Villabassa (37,2).
 
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Il Teatro (senza nome) di piazza Verdi che la città attendeva dal Dopoguerra,
Dopo 35 anni di attesa (tre legislature di Durnwalder e due di Kompatscher) sembra dunque arrivato davvero il momento di Bolzano. L’obiettivo è sbloccare la zona industriale senza fare il “secondo lotto fantasma”, ma con due tunnel e un cavalcavia. “Il progetto per il sottoattraversamento di via Einstein - spiega l’assessore Alfreider - è stato aggiornato e credo sarà possibile procedere con l’appalto dei lavori entro quest’anno. Per il sovrattraversamento di via Buozzi si sta cercando di superare alcune difficoltà tecniche”. Le due opere costeranno 38-40 milioni. Stessa cifra (ma 10 li mette il Comune) per realizzare il sottopasso di via Roma. “C’è ancora un’incognita per un esproprio - riferisce Umberto Simone, ufficio tecnico strade - ma credo che si potrà fare l’appalto nel 2024”. Fondamentale, poi, il nuovo tunnel stradale del Virgolo (28 milioni) che dovrà affiancarsi a quello ferroviario scavato da RFI. “Si sta valutando - chiarisce Alfreider - se si riesce a procedere in concomitanza con la ferrovia”. Ma l’intenzione della Provincia è ora quella di accelerare al massimo la realizzazione della fermata del treno a San Giacomo, altezza aeroporto. “Dobbiamo rendere i trasporti alternativi all’auto concorrenziali. Il treno così può diventare attrattivo per molti lavoratori della Zona che vivono in Bassa Atesina”.
 
La vera maxiopera in arrivo è, però, un’altra, il tunnel sotto Monte Tondo. Cioè: quello che avrebbe dovuto essere il terzo lotto ”futuribile” della circonvallazione di Bolzano da Campiglio all’imbocco della val Sarentino, grazie ad una prestidigitazione di Luis Walcher è diventato priorità assoluta e sarà finanziato al 100% dalla Provincia (!) con 108 milioni. Non essendo la Val Sarentino così turistica, l’opera è pensata per togliere da Gries e dal passaggio in piazza i Mazzini i camion provenienti dalla zona produttiva sarentinese e da San Genesio.
 

Dopo 35 anni di attesa sembra arrivato davvero il momento di Bolzano.

 
Qualcosa forse si muoverà anche per le grandi opere non stradali. La tormentata vicenda del Polo bibliotecario trilingue al posto dell’ex complesso Pascoli-Longon sembra ad una svolta. Come si ricorderà il concorso è stato avviato nel 2003 e, dopo un faticoso confronto, un decennio più tardi sono state previste le varianti nel bando con il mantenimento della scalinata razionalista, per arrivare all’aggiudicazione nel 2017. Poi l’impresa Condotte è andata in crisi ed è stata avviata una battaglia legale infinita. Ora sembra che gli ostacoli siano superati e che il prossimo anno possano essere avviate le demolizioni e che l’edificio possa essere pronto nel 2027. Ma i condizionali sono d’obbligo.
 
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L’Areale ferroviario? Al momento è semplicemente “non pervenuto”: meglio far finta che fosse un’idea campata in aria, anche se per 20 anni è stata venduta come risolutiva per risolvere il problema della carenza di alloggi in città. Recentemente l’assessore-semidio all’urbanistica, Luis Walcher, senza alcun confronto politico, ha annunciato di essere pronto a far nascere un quartiere tra via Galilei, via Lancia, via Grandi, via Avogadro. In piena zona produttiva, cioè. Tra i proprietari dei terreni vi sono Heinz Peter Hager e la Habitat di Tosolini. Se sarà vinta la perplessità delle imprese, in zona potrebbero trovare spazio centinaia di nuovi appartamenti.
 
Nebbia fitta, invece, sul nuovo Carcere.
Nebbia fitta, invece, sul nuovo Carcere che dovrebbe sorgere in zona aeroporto per porre fine alla vergogna della struttura di via Dante, ovunque conosciuta come tra le peggiori d’Italia. Tutto è fermo da almeno 11 anni. Dipende dal ministero di grazia e giustizia. Ma i detenuti non sono una priorità.
 
Fabio Gobbato è Caporedattore di SALTO.
 
Foto: Othmar Seehauser
 
 
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Massimo Mollica Sa., 03.06.2023 - 10:19

Mamma mia quante ne ho lette di promesse e opere praticamente date per fatte ma mai realizzate. Onestamente non ho più l' età per credere a nulla. Non ci credo e basta. Bolzano Bozen è stata trattata come una prostituta praticamente da tutti. E per tutti intendo proprio tutti. I problemi noti comunque rimangono. Fra poco non avremo più nemmeno un centro commerciale. E ricordiamoci che qui, oltre a morire di freddo, si rischia di perdere la casa perché si coltivano delle rose secondo un regolamento che non ha senso e che nessuno cambia.
Onestamente parlando se avessi la possibilità me ne andrei via, per non vedere l' agonia di una città che mi ha dato i natali e che ho amato.

Sa., 03.06.2023 - 10:19 Permalink
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Guido Gentilli Sa., 03.06.2023 - 13:09

L'areale ferroviario è l'intervento più importante per la città, dal punto di vista della capacità insediativa, delle infrastrutture, del traffico. È scandaloso che sia caduto nel dimenticatoio, chiediamo a Salto di gettare un sasso nello stagno e chiamare gli interessati al rispetto delle loro responsabilità!

Sa., 03.06.2023 - 13:09 Permalink