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Easy e-Rider

Giorno 3: gli etestdays alla prova del viaggio. Brunico, Dobbiaco e Cortina, la regina delle Dolomiti che ci frega le Olimpiadi. Ma che bella. Tutto sulla super-ricarica.
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Etestdays
Foto: saltobz

Ci sono delle variabili che devi tenere a mente quando inizi un viaggio con un’auto interamente elettrica. La percentuale di carica della batteria (dopo non te la dimenticherai mai), e quindi i chilometri che hai a disposizione. La distanza che vuoi – o devi – percorrere. E il tempo. Ad esempio quello per ricaricare il mezzo nelle soste, per arrivare a destinazione. O semplicemente per tornare a casa.

 

Primo, non inquinare

In questi numeri sta la mobilità elettrica. Non è male tuttavia. Primo, perché non inquina, è a zero emissioni. Anche se, a dirla tutta, andrebbe stimato l’impatto ambientale e umano dell’estrazione dei preziosi metalli, le terre rare, che servono per far funzionare le batterie di cui c’è fame crescente in tutta la tecnologia evoluta. Secondo, il mezzo funziona assai bene. L’accelerazione è da auto sportiva, occorre andarci piano. Poi ci sono il cambio automatico e la funzione e-Pedal che recupera l’energia cinetica in frenata. Terzo, per godersi lo spostamento basta ritarare le distanze rispetto ai motori a benzina o diesel. Per evitare insomma che il veicolo si trasformi in un gigantesco cellulare scarico in mezzo alla strada. Ma proprio per scongiurare questo rischio abbiamo scoperto lungo il nostro viaggio la soluzione che ti svolta la vita quando hai un’auto completamente elettrica: la “super-ricarica” da 45 kilowatt, contro i 22 di quelle “normali” che caratterizzano le rete di stazioni messe a disposizione da Alperia.

 

 

Partire scarichi per arrivare carichi

La percentuale dunque. Si parte da qui. La nostra, alla partenza, quando prendiamo l’auto a Bolzano alle nove del mattino e già fa caldo, è al 57%. In una notte con il cavo attaccato è salita meno del 20%. Troppo poco, il display segna 127 chilometri di autonomia e Brunico, la nostra prima meta, ne dista 74. Non ci resta che scartare un po’ di tappe. Via Lienz, dove ci sono gli amici di Dolomitenstadt, via il passo Sella, addio ai giri intermedi. Bisogna andare dritti al punto: con Wenzel passiamo da Mühlbach, Rio Pusteria, a prendere Uli Gutweniger che ci aspetta. È scappato un po’ più su, a Maranzen, 1500 metri di quota, dal caldo che attanaglia il capoluogo come in una morsa d’acciaio.

 

 

Brunico e Radio 2000

Convinti di esserci lasciati la canicola al massimo sull’A22, imbottigliati tra i camion, veniamo delusi da Brunico dove i gradi sono più di 30. La giornata è bellissima, le montagne attorno alla Pusteria altrettanto. Vorrebbe da andare a camminare sui sentieri, ma uno non abbiamo abbastanza “batteria”, due dobbiamo portare a termine il nostro obiettivo, senza farci distrarre dalle lusinghe del paesaggio altoatesino. Ci mettiamo un po’ a trovare la sede di Radio 2.000, che sotto ha un cantiere di un supermercato in piena attività. Ci saluta Alexander Lanz, disc jockey e speaker, mentre carica un’infilata di canzoni folk. Mi chiedono se conosco il dialetto pusterese, ma come potrei?

 

 

Dobbiaco, super-ricarica e Wienerschnitzel

Il mio, il nostro pensiero va tutto alla colonnina a cui è stata attaccata la Nissan con il cavo da 22 kilowatt. Scommettiamo tornando a piedi su quanto si sarà ricaricata. Un dieci per cento circa, scopriamo, in più di un’ora. Ne abbiamo per spingerci fino a Dobbiaco, all’estremo limite della galassia. Ma cos’è che ci colpisce nella piana di Toblach all’arrivo? L’aliante che plana sopra i pendii? No, la super-ricarica da 45 kw, o meglio i suoi effetti, la sua velocità, da paura. E la Wienerschnitzel da Hans. Buona, gustosa, peccato per il caldo che non lascia tregua neanche in altura. Tornando Uli e Wenzel se la giocano: “Scommettiamo una pizza che è arrivata sopra il 70%?” dice Uli. Wenzel punta su un 60%. Errore, perché il display segna 97%, in un’ora. È un tripudio, siamo a cavallo, non ci ferma più nessuno. Quasi ci scordiamo di passare a trovare i nostri partner della Akademie der Toblacher Gespräche-Accademia dei colloqui di Dobbiaco.

 

 

Cortina che ci "ruba" le Olimpiadi

Dove si va allora? C’è tempo e batteria per un giro da signori, un tour dei passi dolomitici, una zingarata. Via lungo la suggestiva valle di Landro, verso la regina delle Dolomiti, Cortina, che proprio ieri ha fregato (si fa per dire) le Olimpiadi invernali all'Alto Adige. Ma che dire, ci sta: quando arriviamo lasciandoci alle spalle le pareti bianche del Monte Cristallo la vediamo, ed è uno spettacolo. Luminosa, appoggiata in una grande conca, circondata dalla luce e dalle Dolomiti più imponenti. Cristallo, le Tofane, Antelao, le Cinque Torri. Al passo Falzarego, sotto il Lagazuoi dove arriva in cima la funivia in un battibaleno, sono 24 gradi, a 2.100 metri di altitudine. E il gelato costa tre euro. Al ritorno in direzione Villa, Alta val Badia, tosto ci supera in curva un ciclista lanciatissimo e sprezzante del pericolo. Sfottò a più non posso, è uno smacco per chi guida, lui è già sparito agli 80 all’ora giù per i tornanti.

 

 

Bolzano a 40 gradi

Per farla breve, lasciamo Uli a Mühlbach e ci fiondiamo verso Bolzano. Altra scommessa. “Wenzel quanti gradi saranno in città?”. “Mmm, io dico 36”. “No io 37”, è la risposta. Usciti dall’autostrada a Bz nord sono 39, poi 40. Cifra tonda, la città è davvero un forno acceso. Lasciare l’auto dispiace, ma la prendiamo volentieri per un altro bel viaggio. Meglio se c’è la super-ricarica, ovviamente.