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Fiera Bolzano: fumata grigia

Per il momento i 35 senza dimora ospitati non torneranno per strada. Schuler: "Raggiunto un accordo temporaneo con il presidente, ma stiamo lavorando con i comuni".

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Foto: LPA/Agentur für Bevölkerungschutz

Ieri, 31 luglio, era stata fissata la scadenza del progetto fiera e come abbiamo già raccontato, nonostante la sabbia della clessidra continuasse a scendere, non si avevano indicazioni chiare sul destino dei senza dimora ospitati all'interno della struttura a causa dell’emergenza sanitaria. Incertezza durata fino agli ultimi granelli. Nelle ultime ore, infatti, alcuni segnali da parte della classe politica sono arrivati, sebbene non si possano ancora definire una vera e propria fumata bianca.
“Abbiamo prorogato il progetto fiera all’incirca fino a metà agosto, non c’è una data di scadenza precisa ma considerando che le prime manifestazioni si svolgeranno i primi di settembre è stato possibile raggiungere un accordo con Armin Hilpold, Presidente di Fiera Bolzano” spiega a salto.bz Arnold Schuler, vicepresidente della Provincia e assessore alla Protezione Civile. “In questo modo avremo più tempo per parlare con i comuni che potrebbero essere interessati alla redistribuzione dei senza dimora, ci sono diverse trattative in corso e questo tempo sarà utile per trovare una soluzione alternativa. Il progetto fiera è stato gestito bene, prolungarlo non sarà un problema”.

Allo stato attuale non è dato conoscere quanti e quali comuni saranno interessati all’accoglienza dei senza dimora né tantomeno le tipologie di strutture individuate. Quello che al momento sembra certo è che le 35 persone ospitate all’interno della fiera momentaneamente non torneranno per strada. Una situazione diversa rispetto a quella iniziale che vedeva ospitate oltre 90 persone con un centinaio che risultavano ancora in lista d’attesa. Alcune di loro, infatti, sono tornate ad usufruire degli spazi di via Comini, mentre altre si trovano tuttora in strada. Altre ancora, a causa della considerevole condizione di vulnerabilità, sono state intercettate dai servizi sociali e accolte in strutture più idonee, mentre alcuni richiedenti protezione internazionale hanno potuto intraprendere un percorso legato di accoglienza.