Politik | Countdown

Un cambiamento in peggio

Il sindacalista Lorenzo Sola esprime le ragioni del suo NO al referendum costituzionale del 4 dicembre.
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Foto: Facebook

"A mio avviso esiste il rischio di un cambiamento in peggio della Costituzione. Un cambiamento che secondo me creerà ulteriori problemi intanto nel rapporto tra le Regioni e lo Stato, che in realtà non viene risolto e al quale vanno ad aggiungeri altri problemi. In secondo luogo osservo che la riduzione a 100 senatori poteva anche essere legittima, così come eventualmente anche l’eliminazione del Senato che non avrebbe comportato chissà quale problema. Però è evidente che la riforma avrebbe dovuto prevedere 100 senatori effettivamente eletti e dotati di un ruolo chiaro. Ancora oggi si capisce poco infatti di come sarà il loro ruolo, che comunque avrebbe dovuto essere assolutamente disgiunto da quello dei consiglieri regionali. 

Per quanto riguarda l’autonomia altoatesina le norme che tuteleranno le regioni ed anche quelle a statuto speciale di fatto non sono inserite all’interno della norma costituzionale. Questo significa che a seconda di chi andrà al potere le autonomie potranno anche essere messe in discussione, in sostanza. E questo mi sembra un grossissimo passo indietro. Che va ad aggiunge al mio no sui alcuni altri punti della riforma ed al modo con cui la stessa è stata portata avanti. 
E’ un vero peccato, perché a mio avviso ci sarebbero state le condizioni per portare avanti una riforma con un consenso più ampio rispetto a quello alla fine raccolto. 

A proposito del plebiscito pro o contro Renzi io dico che il problema non è questo. Per me Renzi può tranquillamente continuare a governare al di là della mia approvazione o meno nei confronti della sua politica. Di fatto è stato lui a creare un legame stretto tra il suo ruolo e l’esito del referendum. E’ stato un errore, che ha dato l’assist alle forze politiche che ce l’hanno con lui. Ma è un problema suo. Troverà lui il modo di uscirne".