Umwelt | Fauna

Orsi, lupi, linci fra Alpi, Balcani e Carpazi

Collaborazione europea con il progetto Life Dinalp e a breve nuovo sondaggio tra la popolazione per capire il consenso verso l'orso nelle Alpi.

In questi giorni stanno nascendo le cucciolate degli orsi trentini ed i giornalisti regionali si sono radunati in sala Rosa della Regione per ascoltare Claudio Groff del servizio faunistico provinciale e Filippo Zibordi dell'Ufficio faunistico del Parco naturale Adamello Brenta (www.pnab.it).

Tra i grandi mammiferi l'orso è un po' la “specie bandiera”, viene “utilizzato” dai ricercatori per poter accedere a finanziamenti grazie anche alla sua (sovra)esposizione mediatica. Oltre che di ursus arctos si è parlato però anche di lince, un esemplare dovrebbe trovarsi in questo momento tra Trentino e Provincia di Brescia, e lupo. Un branco di lupi è in Lessinia, fra Trentino e Veronese, mentre altri avvistamenti ci sono stati in altre zone del Trentino occidentale.

Interessante mattinata naturalistica per capire anche come si comportano gli animali. Ad esempio il fatto che il picco di attività per quanto riguarda l'orso è al mattino presto e nelle ore serali. Poi la maturità sessuale del plantigrado viene raggiunta fra 3 e 5 anni, la gestazione dura 7-8 mesi ed i piccoli rimangono fino ai 18 mesi con la madre.

Groff ha quindi spiegato che vi sono anche degli episodi di infanticidio da parte dei maschi che uccidono i cuccioli. L'orso vive prevalentemente nel bosco misto con un sottobosco ricco. Non è un animale territoriale, rispetto ad esempio a quanto avviene per lupo e lince. Lo dimostra un caso di “migrazione stagionale”: un orso dal Bellunese è arrivato nel Brenta trentino nella stagione degli amori.

Una forte dispersione, con i maschi che si allontanano molto. Infatti tre orsi trentini sono stati abbattuti in Germania (nel 2006, il celeberrimo Bruno) ed in Svizzera (2008 e 2013).

La dieta dell'orso è composta per il 70% di vegetali e per il 20% di insetti; gli escrementi che lascia sul terreno spesso sono poco trasformati ed il pelo è sottile, lungo, ondulato. Dalla seconda metà di novembre fino all'inizio della primavera l'orso va in letargo, mentre nello stesso periodo lupo e lince, carnivori, predano. L'orso cambia tana ogni anno e non è la temperatura atmosferica che stabilisce quanto rimanga nel suo giaciglio, ma più che altro la disponibilità di cibo. Il suo letargo non è così pesante come quello di marmotta o ghiro.

Un excursus storico ha fatto capire come sul finire degli anni Novanta fossero 3mila gli orsi nella ex Jugoslavia, attualmente sono 500 in Slovenia. In Trentino tra il 1973 ed il 1997 erano rimasti pochi orsi autoctoni, che vennero gestiti dall'autorità locale e fra il 1995 ed il 1997 si studiò il piano di reintroduzione. Nel frattempo nel 1988 nacque anche il Parco naturale Adamello Brenta, che aveva tra i suoi massimi scopi la tutela del Lago di Tovel (dalla famosa colorazione rossa) e dell'orso bruno. Nel 1997 venne fatto un sondaggio fra le popolazioni abitanti nella zona del Parco Adamello Brenta e delle aree limitrofe, il 73% della popolazione era favorevole. La densità per gli orsi nelle Alpi è di 3 esemplari ogni 100 Kmq.

La finalità del rilascio di 9 esemplari di orso bruno dalla Slovenia era quello di «arrivare in 20 anni ad una popolazione – spiega Groff – fra 40 e 60 individui». Oggi, dopo 13 anni, si è arrivati ad assestarsi già su una popolazione di 50 esemplari. Fra il 2002 ed il 2014 sono state 41 le cucciolate e 88 i nati. Nel 2015 le cucciolate sono state 7 con 13 nati.

In Trentino si sviluppò anche un meccanismo di risarcimento dei danni, per un ammontare di circa 100mila euro nel 2014. In 13 anni sono stati 3 gli animali rimossi e 3 quelli abbattuti. Groff ha ricordato quelle che sono le situazioni di pericolo nelle quali si può trovare l'uomo con l'orso: quando l'orso è ferito, quando è presente la femmina con i cuccioli, quando l'orso è nella sua tana, quando l'orso è infastidito da un cane e quando l'orso è vicino ad una carcassa.

L'orso si presenta anche come un “affare” per il marketing e la pubblicità: nel maggio 2011 Trentino Marketing ha stimato che il valore pubblicitario equivalente di 11 passaggi sulle tv nazionali dell'orso in Trentino in tre settimane si aggirasse sui 361mila 449 euro.

Ma allo stesso tempo nel 2011 il livello di accettabilità e consenso all'interno della popolazione era sceso drasticamente: 30,3% i favorevoli, 64,6% i contrari.

«Oggi visto il numero di esemplari presenti sul territorio – spiega Groff – l'Ispra dice che è possibile avere una gestione più flessibile». Uno degli obiettivi di lungo periodo sarebbe infatti quello di “spalmare” la popolazione degli orsi alpini lungo tutto l'arco della catena e provare a riunire gli esemplari alpini a quelli balcanici. Un progetto che sta coinvolgendo realtà alpine europee è il Life Dinalp (www.dinalpbear.eu), in corso fino al 2019, con l'obiettivo di unire anche le best practices sulla gestione fra Alpi e Balcani. Tra il 2016 ed il 2017 infine ci sarà un nuovo sondaggio all'interno della popolazione trentina, per capire se ci sono dei cambiamenti nella percezione. Ormai, come spiegato anche da Zibordi in seguito, in ogni progetto una buona percentuale (superiore al 15%) viene dedicata alla comunicazione.

Qualche cenno anche alla presenza della lince, animale che si disperde meno dell'orso ed è un carnivoro specializzato, scomparso dal Trentino dall'inizio del ventesimo secolo. Per quanto riguarda la reintroduzione ci sono stati dei progetti in Svizzera ed in Slovenia. Svizzero è anche l'esemplare B132, che vive ormai in Trentino da 8 anni. Come detto la lince ha uno spazio vitale molto ampio (fino a 300 Kmq per un solo esemplare maschio).

Infine il lupo, per il quale non ci sono stati progetti di reintroduzione. Ma lupi sono tornati in Piemonte, in Francia ed in Valle d'Aosta. Animali che hanno una mobilità non comune: ad esempio c'è il caso di un esemplare nato a Cuneo e investito su un'autostrada bavarese oppure quello di Slavc, lupo sloveno che si è fatto mille km attraverso Carinzia, Friuli, Veneto, per poi stabilirsi in Lessinia. Il lupo è al vertice della catena alimentare e si nutre di caprioli, camosci, cervi, cinghiali, stambecchi.

 

Zibordi quindi ha analizzato il pericoloso triangolo fra politica, media e orso. «Il rischio è il fatto che i progetti non vengano indirizzati da scelte tecniche, ma da scelte sociali». Anche in questo ambito stanno nascendo delle esperienze di fact checking come www.wolfalps.eu, allo scopo di dare informazioni corrette alle popolazioni interessate.

 

Groff conclude evidenziando le differenze tra territorio trentino ed altoatesino.

 

«In Trentino nel corso degli anni si è creato un equilibrio particolare fra l'uomo e la popolazione selvatica, differente dall'Alto Adige dove anche in zona montana c'è un'antropizzazione spinta. Sul movimento degli orsi influisce molto la valle dell'Adige, con le sue tante luci ed i rumori. A nord di Bolzano il transito per gli orsi è molto più semplice».