Kultur | Casa editrice

Aldo Mazza e “alpha beta”, edizioni sul confine

Il direttore delle Edizioni alpha beta Verlag sullo stato del mercato editoriale italiano - e i libri in uscita nel 2015, tra lingua arbëreshë, “Il Delta” e Alex Langer.

Prima o poi andrà scritta una storia sul Laurin, al café del Laurin. O magari ambientarci una puntata in trasferta di House of Cards. A due passi dai palazzi del potere provinciale, i protagonisti della scena politica, culturale, economica locale si danno appuntamento a tutte le ore del giorno nel “Transatlantico” del Sudtirolo – dove da poco staziona persino un'ape-bouvette – tastando il polso dell'attualità: giornaliste, scrittrici, assessori e consiglieri vari, ma anche habitué curiosi, come vecchi e nuovi Landeshauptmann. Luis Durnwalder predilige il grande divano centrale, il trono da Re Laurino che gli è rimasto a disposizione – mentre il giovane forzista Alessandro Bertoldi sverna nel fumoir, intervistato al telefono da qualche redattore interessato al suo ultimo status su facebook.

Ed è nel fumoir del Laurin Bar che, quando scende a Bolzano, incontro il fondatore di alpha beta piccadilly e direttore delle Edizioni alpha beta Verlag Aldo Mazza. Il nome di Aldo Mazza in Alto Adige/Südtirol sta per plurilinguismo e apprendimento linguistico: di origini calabresi e meranese d'adozione, vicino ad Alexander Langer ai tempi del periodico “Tandem” – però mai “langerista” direbbe il suo amico Lucio Giudiceandrea, con cui ha curato Stare insieme è un'arte (2012) sullo stato dell'interetnicità –, il settimanale ff lo indica tra i 100 sudtirolesi più influenti con pochi altri “altoatesini”, dal democrat Carlo Costa all'imprenditore Giovanni Podini al senatore/professore Francesco Palermo. Dopo 26 anni dalla nascita della cooperativa alpha beta, Mazza ha lasciato la direzione generale della scuola di lingua e da due anni si dedica a tempo pieno alla casa editrice.

Il destino degli editori e delle librerie indipendenti

A livello nazionale è una fase difficile per la piccola editoria. Mentre la fusione Mondadori-Rizzoli (che coinvolge Adelphi, Marsilio, BUR, Bompiani, Fabbri Editori e Sonzogno) mette a rischio quattromila case editrici indipendenti, a fine febbraio le proteste di editori e librai indipendenti convincono il Consiglio dei Ministri ad approvare il “ddl concorrenzastralciando la norma che aboliva la “legge Levi” sullo sconto sui libri, liberalizzandone la rivendita. Secondo Aldo Mazza “meno concorrenza significa meno varietà e meno qualità. Questo succede se pochi soggetti (di cui uno da solo controlla il 40% del mercato) hanno in mano tutta la filiera, dalla produzione del libro alla libreria, passando dalla distribuzione. Per i piccoli editori gli spazi si restringono e lo stesso vale per le librerie indipendenti. La chiusura di queste librerie è un fatto gravissimo. La libreria è un avamposto culturale, se viene meno è un grosso colpo al pluralismo. Questa tendenza mi preoccupa molto”. Mazza è contrariato dai luoghi comuni che accompagnano questi tentativi di controllare tutto il mercato da parte dei grandi gruppi: “Vendi di più se costa meno? Non è vero: se uno vuole leggere, non bada a spese! Ci sono troppi libri in giro? Anche questo è falso, semmai ci dovremmo interrogare sul perché si legge meno.” A Bolzano la chiusura della libreria Kolibri rappresenta ad esempio un impoverimento enorme (segnale sottovalutato dalla politica cittadina), mentre a Merano con una sezione in italiano resiste Alte Mühle.

Un editore doppiamente di confine

Aldo Mazza si considera un editore di confine: “Pubblicare sul confine non è lo stesso che farlo a Verona o Innsbruck. Non si tratta solamente di pubblicare in due lingue, ma di creare un'edizione che ragioni su due mondi, non sia né italiana né tedesca, bensì sappia comprendere sia l'area germanofona che il mondo italiano”. Ciò comporta per Mazza una responsabilità, una sensibilità verso le due lingue, ma anche una precisa scelta di politica culturale, arricchita dalla collaborazione con Drava Verlag - Založba Drava di Klagenfurt: “Rendere accessibili i libri dell'altra lingua, attraverso la traduzione, accettando il principio per cui non tutti sono in grado o gradiscono leggere nell'altra lingua. Questo è il contrario di un bilinguismo di facciata”. alpha beta è pure un editore di servizio, rispetto a contenuti e campagne di carattere sociale che si posizionano su confini diversi da quello linguistico: “La Collana 180 – Archivio critico della salute mentale, diretta da Peppe Dell'Acqua (di cui Salto.bz ha pubblicato un estratto di Non ho l'arma che uccide il leone, ndr), con Nico Pitrelli e Pier Aldo Rovatti come consulenti scientifici, si muove sul confine tra salute e malattia. Penso all'ultima pubblicazione sulla contenzione in psichiatria: il libro è un pretesto per lavorare sui temi e portarli alla ribalta, entrare nell'argomento attraverso dibattiti e presentazioni, stimolando riflessioni e approfondimenti. Vedo la mia missione di editore in questo stimolo alla conoscenza”.

Narrativa plurilingue, dall'alpha al Delta

Grazia alla narrativa, con la collana TravenBooks, alpha beta ha compiuto uno scatto in avanti. “Da 27 anni la casa editrice fa parte degli obiettivi della cooperativa alpha beta. Da quando, andando in pensione, ho lasciato la direzione della cooperativa, pubblicare libri è diventata la mia principale attività. Sono vicepresidente del Südtiroler Verlegervereinigung, ma per il mio precedente ruolo può succedere di non venire ancora considerato un editore al 100% – eppure lo siamo, con venti titoli pubblicati all'anno”. Aldo Mazza si sente sulla buona strada per affermare il profilo della casa editrice: “Non mi sento un editore cristallizzato sul locale. Keller Editore di Rovereto è un buon esempio di piccola casa editrice che per cultura e competenza riesce a crearsi un'identità riconoscibile. Anche ad Edizioni alpha beta Verlag stiamo definendo sempre meglio la nostra identità”. Secondo Mazza, operazioni editoriali che “escono dal seminato” non trovano spazio sufficiente sui media locali, persino quando trattano questioni affini a quella sudtirolese. Così rischia di passare ingiustamente inosservata un'opera di narrativa “plurilingue” come La sposa nella neve della scrittrice arbëreshë Maria Annita Baffa, in uscita a marzo, oppure la traduzione del bestseller Gli occhiali di Tito (2012) dell'attrice e scrittrice tedesca di origini ebreo-croate Adriana Altaras che ha venduto 300 mila copie nell'edizione in lingua originale. “Occorre affermare il marchio alpha beta, ma non solo. La Collana 180 è un logo riconoscibile solo nel resto d'Italia, mentre in Sudtirolo non decolla, perché i confini della psichiatria non catturano lo stesso interesse di quelli linguistici. E purtroppo scarseggiano le occasioni mediatiche per guardare alla letteratura sudtirolese nel suo complesso”.

Nella traduzione a cura di Stefano Zangrando del Delta di Kurt Lanthaler in uscita a ottobre – di cui Salto.bz ha dato notizia lo scorso novembre – Aldo Mazza vede “espresse al massimo livello le capacità della nostra provincia: un'operazione esemplare, non solo linguistica ma culturale, dove un prodotto (ovvero la traduzione in italiano) si aggiunge all'originale, lo integra, laddove l'autore ha la capacità straordinaria di cogliere le sfumature dialettali di una regione italiana che non conosceva. Una traduzione in stretto dialogo tra autore e traduttore”.

Libri in uscita nel 2015

In collaborazione con il Centro Cultura dell’Alto Adige sono previsti due nuovi numeri della rivista Il Cristallo e il saggio Cinque pezzi facili di Giorgio Delle Donne. In primavera Talferrock di Paolo Crazy Carnevale e Daniele Barina su 25 anni di musica a Bolzano; per Natale una pubblicazione su Franco Marini (nell'ambito della stessa collana meranese di Meran/o Face to Face su Harry Reich e meran/o. my generation su Gigi Bortoli) e Il Regno dei Fanes di Brunamaria Dal Lago Veneri.

Per la collana travenbooks

A marzo La sposa nella neve di Maria Annita Baffa e La gigantessa sulla “Riesin von TirolMaria Faßnauer; in autunno Il Delta di Kurt Lanthaler, Quattro storie dell'esordiente 23enne Madé Neumair e un'antologia a cura di Toni Colleselli su 25 anni di letteratura in lingua italiana sull'Alto Adige. Sempre in autunno la raccolta dei testi vincitori del Premio Merano Europa 2015.

Per la collana territorio – gesellschaft

In primavera Andreotti e i rapporti tra Italia e Austria dal 1972 al 1992 di Luciano Monzali; in ottobre una riflessione a più mani in italiano e in tedesco sul Tentativo di decalogo per la convivenza interetnica di Alexander Langer (Jenseits von Kain und Abel/Oltre Caino ed Abele) a vent’anni dalla sua pubblicazione e una proposta in un volume bilingue del Südtirol ABC/Sudtirolo ABC di Langer con un’introduzione di Siegfried Baur e Giorgio Mezzalira. In ottobre Der endlose Übergang. Südtirol nach Durnwalder di Hans Heiss.

Per la Collana 180 – Archivio critico della salute mentale

Dopo la pubblicazione in gennaio di ...e tu slegalo subito di Giovanna Del Giudice, in marzo uscirà Il nodo della contenzione in cui psichiatri e giuristi denunciano questa devastante pratica, purtroppo molto diffusa, che sarà anche oggetto di una campagna a livello nazionale. Entro giugno usciranno L’istituzione inventata di Franco Rotelli – che ripercorre la storia della psichiatria a Trieste con un ricco corredo di immagini e documenti – e Dopo che venimmo a Trieste di Gloria Nemec che, a partire dalle storie di un manicomio “di confine”, illumina una zona d’ombra del destino di numerosi profughi provenienti dall’Istria e dalla Dalmazia alla fine della guerra. La Collana 180 ha prodotto il film Il viaggio di Marco Cavallo, nato all’interno della campagna stopOPG, che in aprile sarà ospite ai Bozner Filmtage.