Umwelt | Aeroporto

Un nuovo referendum?

Nel 2009 mancò il quorum per poco, ma per uscire dall'impasse lo propone Kompatscher. Riedl (Dachverband): “La politica ammetta il fallimento”.

L'aeroporto di Bolzano rivive un nuovo inizio. Dopo mesi tormentati, incertezza e cassa integrazione per i dipendenti dell'Abd, è cominciato il periodo di test di addestramento per il team della compagnia elvetica Darwin, assegnataria della tratta Bolzano-Roma. Terminata questa fase preliminare – necessaria per ottenere il via libera dell'Ente nazionale aviazione civile – inizieranno i voli veri e propri, probabilmente con l'inizio dell'estate. Ma funzionerà questa nuova collaborazione, considerati i precedenti?

Questo nuovo inizio non è stato però affatto indolore per l'erario pubblico. Nei gironi scorsi la Giunta provinciale è stata costretta ad aprire nuovamente il portafoglio, approvando un piano di investimenti per ulteriori 20 milioni di euro per una serie di lavori, tra i quali spicca l'allungamento della pista di atterraggio. Un investimento importante in questo periodo difficile che ha suscitato diversi mugugni. Il Comune di Laives resta su posizioni diametralmente opposte a quelle della Giunta, ricorrendo al Tar contro la variante al suo Puc imposta d'ufficio per consentire l'allungamento della pista. E anche la Cgil ha preso duramente posizione contro un investimento che ritiene fallimentare.

L'associazione ambientalista Dachverband ha sempre seguito e partecipato nel corso degli anni alla complessa vicenda. Andreas Riedl è il suo direttore.

La Provincia ha stanziato altri milioni da investire nell'aeroporto. Come giudica questa scelta?
Andreas Riedl:
La politica fa fatica ad ammettere pubblicamente che il progetto è stato un fallimento. Ora stiamo assistendo a un passaggio che porterà ad essere protagonisti altre personalità politiche e quindi si avrà un cambio di prospettiva su molte questioni, spero anche su questa. In proposito Arno Kompatscher è stato chiaro: mettiamo l'opinione pubblica nella condizione di informarsi in modo trasparente e poi votiamo in un referendum. È un'exit strategy per un aeroporto che già l'Ente nazionale aviazione civile ha dichiarato dal “futuro incerto” nello studio sul riordino uscito l'estate scorsa.

Ma a quanto ammontano fino ad oggi gli investimenti pubblici nel progetto?
È difficile dirlo e la Provincia non è trasparente quando si tratta di aeroporto. Il masterplan gira in molte versione diverse, a seconda delle necessità... Cristina Kury dei Verdi aveva calcolato nel 2009 che fino ad allora erano stati spesi 51 milioni e 500mila euro pubblici. In questi giorni si parla di questo ulteriore investimento milionario, ma andrebbero inoltre sommate altre voci di spesa che finiscono in diversi capitoli del bilancio provinciale, come ad esempio il costo dei pompieri, che sono ovviamente necessari in un aeroporto.

Ma l'investimento ormai è stato fatto, come minimizzare i danni?
Lo continuiamo a dire: è un'inutile perdita di soldi, la struttura non è interessante da un punto di vista economico e le compagnie aeree vengono qui solo in presenza di incentivi pubblici. Basta vedere i bandi di gara andati deserti nei mesi scorsi per convincersene.

Si obietta però che l'Alto Adige ha bisogno di un suo aeroporto...
Strutture aeroportuali già esistenti come quelle di Verona e Innsbruck sono sufficienti sia per i passeggeri income che per quelli in outgoing. Basterebbe investire in collegamenti rapidi e puntuali per questi aeroporti per ovviare al problema. Già oggi ci sono vettori privati che operano con profitto in questo senso. Ed è da lì che si parte per le varie destinazioni in giro per il mondo, certo non da Bolzano. Per andare a Roma invece, il treno ci mette 4 ore e 40 minuti, si arriva da centro città a centro città e senza perdite di tempo per i check in.