Wirtschaft | Lavoro bensì povertà

Commercio equo del Nepal

Un Paese emergente messo in ginocchio da un devastante terremoto che si sta orgogliosamente risollevando per ricostruire tutto ciò che è andato perduto. Con successo.
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Donne al lavoro
Foto: CTM Altromercato

Questo è oggi il Nepal, lo Stato dell'Asia meridionale che nel 2008 ha detto addio alla monarchia e si è trasformato in repubblica federale. La democratizzazione, grazie alle prime riforme messe in atto dal governo, ha fatto progredire il Paese che da anni vede diminuire la mortalità infantile e aumentare l'aspettativa di vita e il reddito pro capite. Con il turismo e l'artigianato sta prendendo piede lo sviluppo economico, ma anche sul piano sociopolitico si sta muovendo qualcosa: le cooperative offrono infatti la possibilità di trovare un'occupazione a chi è escluso dal mercato del lavoro. Si tratta di donne, di persone diversamente abili e della popolazione rurale.

Nel 2015 però è arrivato il terremoto.

Sana Hastakala è una di queste organizzazioni artigiane, fondata nel 1989 dai nepalesi con l'aiuto dell'Unicef. Essa è a sua volta un produttore, ma soprattutto un fornitore di servizi per le imprese artigiane e supporta i suoi membri a partire dallo sviluppo dei prodotti fino all'approvvigionamento di materiale e alla distribuzione. La sede è a sud di Katmandu. Questa ONG impiega una ventina di artigiani e 120 liberi collaboratori che lavorano a casa. Inoltre fornisce i suoi servizi a 67 gruppi di imprese artigiane che hanno anch'esse dipendenti. Oggi 1.200 produttori sono membri di Sana Hastakala. Per lo più si tratta di donne. 

Grazie a fondi propri Sana Hastakala garantisce ai suoi membri prestiti senza interessi, assicurazione sanitaria e formazione permanente, ma insiste sul fatto che le aziende debbano offrire ai loro collaboratori contratti sicuri che prevedano la tutela della maternità e della salute, nonché una pensione. La produzione deve rispettare i criteri di sostenibilità ambientale. La ONG organizza la vendita dei prodotti del commercio equo e solidale anche all'estero.

Nel 2015 però è arrivato il terremoto. Il Nepal centrale è stato quasi completamente distrutto; in particolare in tutta l'area di Katmandu sono stati letteralmente cancellati interi paesi e regioni. 9.000 nepalesi sono morti. Migliaia di famiglie hanno perso la loro casa. Sono stati rasi al suolo ospedali, edifici aziendali e infrastrutture pubbliche. Un duro contraccolpo per lo sviluppo economico del Nepal.
Le strutture di Sana Hastakala sono andate distrutte, così come gli edifici sedi di aziende e le case dei suoi membri. Nel 2016 si produceva ancora nelle cantine e nei garage. Rojina Thapa di Sana Hastakala descrive le condizioni di lavoro: "Abbiamo disagi continui a causa dell'interruzione forzata dell'attività lavorativa, perché manca la corrente, ma anche il gas e il petrolio." Le sovvenzioni statali in una democrazia giovane tardano ad arrivare, ma i nepalesi hanno imparato ad avere autoiniziativa.

Sana Hastakala ha deciso di ricostruire il proprio stabilimento produttivo e al contempo di ingrandirlo. Il terremoto ha aggiunto altra povertà e nella sede centrale dovrebbero poter trovare lavoro ancora più donne. L'obiettivo è stato raggiunto con le proprie risorse, ma anche con l'aiuto di partner. In una situazione di grande difficoltà come questa la cooperazione allo sviluppo dell'Alto Adige ha cofinanziato la ricostruzione: Sana Hastakala e altre tre organizzazioni artigiane, Acp, WSDO e Manushi Art & Crafts, hanno ottenuto aiuti economici dall'Alto Adige. A creare il contatto è stata CTM Altromercato, l'Organizzazione del Commercio Equo e Solidale dell'Alto Adige, che sostiene già da anni Sana Hastakala e offre i suoi prodotti nella nostra provincia. Nel dicembre 2016 la costruzione del nuovo stabilimento di produzione della ONG è stata ultimata. Entro fine marzo saranno consegnate le nuove macchine da cucire. Sana Hastakala comunque deve porre rimedio alle conseguenze del terremoto anche in altro modo: fino ad oggi la fornitura di energia elettrica nell'agglomerato urbano di Katmandu spesso viene interrotta anche per otto ore. C'è bisogno di un impianto solare proprio per garantire ininterrottamente la produzione quotidiana. Entro la primavera del 2017 sarà operativo un fornitore di energia interno.