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David Murphy 911 #01, nuova stagione

A metà tra Captain America e Jack Reacher, David Murphy è un last action hero in viaggio per gli States che ‘vive in tempi interessanti’. La recensione del primo numero.
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Foto: Copertina di Pierluigi Minotti (per Panini Comics)

Che tu possa vivere in tempi interessanti...e che lo stesso possano fare i tuoi discendenti fino alla settima generazione! In questo modo si pronuncia con solerzia la peggiore e la più efficace delle maledizioni cinesi. Almeno questa è la maledizione che ha toccato la discendenza dello schiavista americano William ‘Lingua biforcuta’ J. Murphy, che di vaso in vaso ha trasmesso il germe della sfortuna fino ai pronipoti degli anni correnti. L’antico anatema si è risvegliato nel corpo e nelle vicende di David Murphy (pompiere ausiliario, figlio, marito, futuro padre) - non a caso in una famiglia che porta il cognome dell’omonima legge - per portare scompiglio nel mondo di un eroe che non avrebbe voluto rispondere alla chiamata.

David, l’eroe riluttante, fa del Worst case scenario (anche nome del manuale di sopravvivenza lasciatogli dal padre) una via da seguire. Perché ogni membro della linea Murphy verrà sempre catapultato in una serie di sventure senza fine, in pericoli mortali usciti fuori da un disaster movie ad alto budget. Finirà sempre in casini e complotti dai quali è condannato a uscirne vivo - anche se non volesse - insieme a quelli che gli stanno intorno: l’eroe, anche se riluttante, rimane pur sempre un eroe.

La prima miniserie di David Murphy 911, scritta da Roberto Recchioni e disegnata Matteo Cremona, arrivava nelle edicole nel novembre del duemilaotto con il primo numero dal titolo Nel peggiore dei casi. In un’ambientazione a metà tra le avventure Jack Reacher (l’ex militare vagabondo con solo spazzolino nel taschino della camicia) e un film di Shane Black, David avrebbe sempre fatto la cosa giusta, senza interrogarsi troppo sul perché della sua natura di eroe casuale, dannato sulla Terra come calamita di guai, gangster, mostri e meraviglie. Cos’è un eroe? Non lo so ma provate a chiamare il 911 e chiedete del pompiere ausiliario David Murphy. Forse sarò fuori servizio, perché vi starà salvando le chiappe.

 

 

A dieci anni dall’uscita del quarto e ultimo numero della miniserie David Murphy 911 torna nelle edicole sotto una nuova veste e un nuovo formato. Dal classico formato quaderno del fumetto popolare italiano si passa al comic book americano puro, uno spillato di 20 pagine a colori e senza fronzoli. Ai testi sempre Recchioni, mentre ai disegni c’è Pierluigi Minotti. Make America Great Again è la seconda stagione delle avventure del nostro eroe, che avevamo lasciato in sella a un moto, verso nuovi guai. Lo ritroviamo con la barba lunga (più il Jeremiah Johnson di Robert Redford che il Jack Bauer di Kiefer Sutherland), a piedi e che tenta di attraversare il confine con il Messico (c’è un muro) con un capo d’accusa sulla testa: David Murphy per il governo degli States è un terrorista.

Sulla differenza che intercorre tra eroi e terroristi lo sceneggiatore Roberto Recchioni ha dedicato un’intera serie a fumetti, la fantascientifica e coloratissima Orfani della Sergio Bonelli Editore, insieme a Emiliano Mammucari. E infatti David, nelle prime pagine del fumetto, somiglia molto a Ringo, protagonista della seconda stagione della serie ed emblema di questa dicotomia. Eroe o minaccia? Come il Ringo della seconda stagione di Orfani (che attraversa l’Italia post-apocalittica da Napoli a Milano) anche David dovrà affrontare un road trip lungo le strade asfaltate e non degli Usa, alla ricerca di cosa ancora non lo sappiamo: per ora deve farla franca.

 

 

Il primo numero - che risente delle influenze del Captain America di Waid e Samnee - funziona molto bene: la gestione del tempo è forse l’elemento caratterizzante di queste prime venti pagine. La decompressione del ritmo nelle pagine dove questo serve, si alterna al dinamismo di poche ma decisive sequenze (l’azione) che vengono di nuovo spazzate via dalla quiete e della solitudine di David, stanco e crepuscolare: come se si fosse tinto di noir. Il nero che invece toglie il disegnatore: Minotti rinuncia ai pennelli per lasciare spazio alle tinte piatte del colorista Mattia Iacono, quelle tinte che a metà tra il realistico stilizzato e l’espressionismo si immettono sulla scia di quel particolare tipo di fumetto che vuole tornare a essere prepotentemente pop, quasi a uno stato originario.

Questa nuova incarnazione di David Murphy è un po’ diversa dalla precedente - quindi - e in questo primo numero ci sono i germi di quello che accadrà in futuro. Più che a un disaster movie somiglia più a un western contemporaneo, un po’ per il mood e l’impianto narrativo di Hell or High Water - il bellissimo film di David Mackenzie. Questo discorso narrativo sembra solamente una continuazione dei temi di Recchioni trasformati ancora una volta in forme diverse: un paio di western li ha già scritti ma il romanzo in prosa di Ringo sembra essere affine a questo David Murphy (è il Ringo sempre in viaggio, una storia che si inserisce dentro la serie). Ma se il deserto, la frontiera, le guardie e i ladri e le pistole non vi bastano, fatevi sedurre dall’azione pura di un eroe puro e disinteressato, di quelli che proteggono i deboli perché è giusto così. Se qualcosa può andare storto, lo farà!: non aspettiamo altro, David.