di Maddalena Fingerle  

Sembro uno stambecco, sfumo e di nuovo sfumo, ancora un po’ sfumo, non sembro più uno stambecco. Colla sulle sopracciglia, con uno scovolino pettino e disegno, matita marrone scuro e disegno partendo dal basso l’arcata sopraccigliare fino alla parte superiore, il contorno, riempio tutto: effetto pieno e definito. Correggo gli errori, anche se mi piacciono, gli errori. Sbianco l’arcata, punto luce, un po’ di bianco, altro marrone, linea morbida. Sopracciglia. Applico un colore chiaro marrone chiaro sulla palpebra mobile, ombretto con pennellate leggere e pesanti sempre più pesanti e sfumo leggermente, intensifico lo sguardo con un color pesca. Il colore è pigmentato e aggiungo un tono violaceo, sfumo: effetto lifting meraviglia. Marrone scuro nella parte esterna dell’occhio, aggiungo colore, è intenso. Insoliti colori, rosa e arancione sulla palpebra mobile: contrasto. Tolgo l’eccesso, definisco la parte inferiore dell’occhio con una matita marrone scuro e con una matita marrone chiaro, anzi tolgo, cancello, correggo, con il correttore correggo gli errori che non mi piacciono più: prima chiaro, tolgo l’eccesso, sfumo, poi scuro, intensifico e apro lo sguardo con il bianco nell’angolo interno del mio occhio, dei miei occhi: apro lo sguardo. Matita marrone, brillantini un po’ qui e un po’ lì: luce, sì, effetto luce. Illumino l’angolo interno dell’occhio, tolgo l’eccesso, anzi no: lascio l’eccesso, illumino anche sopra l’arcata sopraccigliare: effetto glitter, effetto luce. Gli occhi enormi. Ciglia nerissime. Colla. Applico le ciglia, lunghissime: effetto femmina. Rossetto leggero, color carne, lucido, disegno labbra molli e grosse, grosse e carnose, segno di sensualità, di pigrizia: effetto Lavater flemmatico. Parrucca. Contrasto singolare tra il colore di capelli e quello delle sopracciglia. Scelgo l’oro rosato. Rosa intenso, oro intenso: effetto diffidenza. Effetto Lavater diffidenza. Spavento. Effetto chiome dorate. Calze, veste bianca: effetto nivea e paillettes argento, tigre, tacchi. Esco dal camerino. Ho ancora tempo prima dello spettacolo, una sigaretta, una sola. Il rumore dei tacchi. Fuori non c’è nessuno. La porta si chiude dietro di me. Accendo la sigaretta, ispiro, espiro, vedo sagome in lontananza. Solo Francesco si accorge di me e si avvicina e che cosa cazzo ci fa lui qui io non lo so e mi fissa e mi crede donna anzi no: mi crede uomo travestito da donna e non capisce e mi gira attorno e mi insulta e non mi fa paura, Francesco non mi ha mai fatto paura e non è giusto così. Non mi riconosce e mi solleva il mento con il palmo della mano e con sdegno mi sputa in faccia, Francesco, sì, Francesco mi sputa in faccia e non è giusto, cazzo. Mi butta a terra e non schivo colpi, attacco anche io e combatto e combattiamo, i pugni e i calci da parte sua, sono a terra e i pugni e i calci da parte mia e non è giusto, cazzo. Tre pugni in volto, tre sono miei, con le braccia muscolose mi stringe rabbioso urlando che devo morire che gente come me deve morire e non è giusto, cazzo, altri calci e il sangue di entrambi perché io mi difendo e attacco e poi mi ritiro e lui si ferma, ansima,  1 Francesco, ansima da sempre, rabbioso, Francesco. Mi guarda e io lo guardo e affaticati ci guardiamo, fissiamo il sangue, lui sorride, Francesco, che non ha capito, Francesco, figlio di troia mi dice e riprendono i colpi, la carne del mio corpo contro la carne del suo, le braccia e le mani attorno al collo, fatico, sfila dalla tasca un coltellino, me lo immerge nella carne e nel sangue, lo sento, non lo sento, figlio di troia mi dice ancora, me lo dice ancora e ancora e la parrucca è per terra e forse si vede il neo o forse no e sussurro anche tu, allora, e Francesco sente e forse capisce perché sgrana gli occhi e mi stringe e mi parla, ma io non sento più niente, solo effetto lifting meraviglia, effetto Lavater diffidenza.