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"La riforma danneggerebbe il turismo"

Dado Duzzi (Vicepresidente dell’Unione commercio turismo servizi Alto Adige) sulle ragioni che lo spingono a votare NO al referendum costituzionale.
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Foto: Salto.bz

"Da altoatesino forse dovrei votare per il Si, visto le promesse del rafforzamento delle autonomie speciali. A ben guardare, però, non sarà così perché la clausola dell'accordo fra le parti, invece di una garanzia, sarà un'ingessatura e a lungo andare uno svantaggio. E mi preoccupa molto la clausola di supremazia attivabile dal governo centrale. Detto questo, per la prima volta in vita mia mi sono studiato davvero a fondo questa proposta e voterò NO. Il combinato disposto fra riforma costituzionale e Italicum è, a mio avviso, aberrante. Prima della riforma costituzionale bisognava modificare l'Italicum, non dopo. Cosa che non avverrà mai.

Se vincesse il sì, oltre a perdere molto in democrazia, avremo davanti a noi anni di blocchi legislativi.

È vero che la riforma non tocca le prerogative del capo del governo, lo fa però l'Italicum, che consegna nelle sue mani un potere assoluto sul Parlamento in assenza del contrappeso valido che sarebbe potuto essere il Senato. Senato che non viene privato di un certo potere di controllo (avrà voce in capitolo su 22 categorie di norme), non rappresenterà le regioni, come si vuol far credere, ma i partiti di provenienza, cioè sarà formato da senatori che non voteranno obbligatoriamente in base agli interessi territoriali ma partitici. Se vincesse il sì, oltre a perdere molto in democrazia, avremo davanti a noi anni di blocchi legislativi. Ogni regione, provincia e comune ha leggi elettorali differenti che dovranno essere uniformate. Vi immaginate il caos e le lungaggini che dureranno anni?

Il turismo non trarrà vantaggio dal centralismo statale che, anzi, non saprà riconoscere e valorizzare le molte specificità territoriali di cui è ricco il nostro paese.

Si è molto favoleggiato sugli sprechi del Cnel, un miliardo di euro si è detto, facendo intendere che si risparmierà questa cifra eliminandone anche altri. Sono anch'io d'accordo sulla sua cancellazione, peccato però che stiamo parlando solo del Cnel e di 8 (sic!) milioni di euro l'anno! Il turismo non trarrà vantaggio dal centralismo statale che, anzi, non saprà riconoscere e valorizzare le molte specificità territoriali di cui è ricco il nostro paese. I risparmi non ci saranno: Renzi sta spendendo in queste settimane più di quello che risparmieremo in un anno fra Senato e Cnel. A questo proposito la ragioneria dello Stato ha parlato di 60 milioni di euro. Il capo del governo, infine, non avrà nessun controllore né esterno (senato) né interno al parlamento perché l'art. 64 dà al solo governo il diritto di disporre dei diritti delle minoranze rinviandoli ai regolamenti parlamentari, prerogativa del partito di maggioranza e quindi del governo. Per questi e molti altri motivi domenica voterò NO!".

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francesco fabbiani Sa., 03.12.2016 - 06:08

Sinceramente non capisco il legame si=accentramento del potere=blocco del turismo.
Avrei pensato proprio l'opposto e comunque anche se si verificasse questo meccanismo non vedo proprio ripercussioni così dirette sul turismo. Da chi è fuori dal South Tyrol una riforma/etta come questa significherebbe migliore credibilità e fiducia a livello internazionale (financial time ndr) e migliore afflusso anche di nuovi turisti che al momento South Tyrol non copre.

Sa., 03.12.2016 - 06:08 Permalink