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Gesellschaft | Maltrattamenti

Come se non fosse mai abbastanza

Cosa c'è alla base della richiesta, da parte dei sudtirolesi, di ottenere la doppia cittadinanza?

Per esprimere dubbi sul desiderio periodicamente ricorrente dei sudtirolesi di ottenere ANCHE la cittadinanza austriaca si possono scegliere due vie. La prima, tecnica e sobria, è stata battuta dal Senatore Francesco Palermo, il quale ha spiegato le sue perplessità in un'intervista pubblicata da Salto.bz. La seconda, senza dubbio più rozza, ma a mio avviso abbastanza vicina alla verità elementare, la batto adesso qui io, e riguarda gli aspetti, per così dire, psico-patologici della questione. Non serve usare analisi troppo sofisticate: i sudtirolesi che desiderano ottenere ANCHE la cittadinanza austriaca lo fanno principalmente per un solo motivo: perché si vergognano di essere italiani, dunque non vogliono essere scambiati per degli italiani e farebbero di tutto per sembrare “diversi” (e diventare formalmente “austriaci” è chiaramente il minimo, ma se servisse accetterebbero anche di diventare “cinesi”). Ora, perché questi sudtirolesi si vergognino di essere italiani è abbastanza scontato e semplice da capire (del resto, ci sono anche tanti italiani che si vergognano di essere italiani). Nonostante l'Alto Adige-Südtirol faccia ormai parte dell'Italia da quasi 100 anni, il processo di adesione al “sentimento” nazionale della maggioranza dei suoi abitanti potrebbe essere descritto ricorrendo al famoso paradosso di Zenone, utilizzato – come noto – per dimostrare l'illusorietà del movimento. Lo riassumo rubando le parole ad Aristotele: “Un mobile più lento non può essere raggiunto da uno più rapido; giacché quello che segue deve arrivare al punto che occupava quello che è seguito e dove questo non è più (quando il secondo arriva); in tal modo il primo conserva sempre un vantaggio sul secondo”. Non ha nessuna importanza stabilire chi sia Achille o la tartaruga. Mettiamoci l'anima in pace e diamo per scontato che la distanza rimarrà invariata per l'eternità: un italiano non sarà mai e non si sentirà mai sudtirolese e un sudtirolese non sarà mai e non si sentirà mai italiano, almeno fin quando esisterà la possibilità di un “confronto”. Questa è la situazione, non c'è in fondo nulla di male e, grazie all'autonomia, si è potuto dimostrare che si possono persino fare anche parecchie cose insieme andando quasi d'accordo su tutto. Quando subentrano invece i problemi? I problemi subentrano quando, retrocedendo dallo stare insieme pur essendo diversi, si vorrebbe continuare a sottolineare che non basta limitarsi ad “essere” diversi, ma lo si vuole certificare, scrivere a lettere di scatola, e insomma manifestare in ogni modo possibile, COME SE NON FOSSE MAI ABBASTANZA. Da questo insaziabile bisogno di distinzione non può nascere nulla di buono, perché spingerà sempre la parte corrispondente a fare altrettanto, in una spirale di bulimia identitaria tanto stupida quanto dannosa.

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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 09:00

Salve sig. Kofler. Il suo commento è la più perfetta dimostrazione che la mia analisi è sì rozza, ma anche esatta. Ho parlato di "vergogna" e infatti basta leggersi le sue ultime righe per averla tutta qua, la sua vergogna. Altri veri motivi non ci sono. Ripeto, è una motivazione comprensibile, ma del tutto insufficiente a smuovere qualcosa sul piano diplomatico.

So., 03.12.2017 - 09:00 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 09:52

Sì, ecco. Vergogna, avversione a me sembra anche disprezzo. Ma nonostante ciò: lei vive qui in Sudtirolo, da cittadino italiano, ed è liberissimo di parlare la sua madrelingua, di vivere la sua cultura e di fare quello che vuole. Chi glielo impedisce? O meglio: in cosa cambierebbe questa SUA situazione se lei avesse in tasca il passaporto austriaco? In nulla. La motivazione è per l'appunto solo la vergogna, l'avversione e il disprezzo. Problemi psicologici.

So., 03.12.2017 - 09:52 Permalink
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Waltraud Astner So., 03.12.2017 - 20:02

Antwort auf von Gabriele Di Luca

@Gabriele di Luca
Ich muss Ihnen vollkommen recht geben. Der österreichische Pass würde gar nichts an meiner Situation ändern, genausowenig wie er die Situation der vielen Kinder von österreichischen Staatsbürgern, die hier leben und den österreichischen Pass zusätzlich zum italienischen besitzen, ändert. Also ob man zwei Staatsbürgerschaften besitzt oder nicht, es ändert sich nichts. Wenn sich nichts ändert, also niemand bevorzugt oder benachteiligt wird, wieso sollten ihn nicht ein paar Südtiroler mehr erhalten, zusätzlich zu jenen die ihn schon haben? Oder anders gefragt, wenn sich nichts ändert, wieso regen sich jene überhaupt auf, die es nicht betrifft? Sie müssen zugeben, dass das seltsam ist. Ja wenn einige durch die österreichische Staatsbürgerschaft greifbare Vorteile hätten, das würde natürlich nicht gehen, dass einige profitieren, die anderen nicht, das könnte man natürlich nicht hinnehmen !! Aber so wenn es nur um so etwas nicht Greifbares, wie eine emotionale Verbindung, bzw. ein Zugehörigkeitsgefühl zu Österreich geht, wird das doch kein Problem sein, oder? Oder ist jetzt ein Zugehörigkeitsgefühl zu Österreich, das man schwarz und weiß in Händen hält (wer will) auch schon verpönt, dass man deswegen öffentlich gerügt wird? Darf man Verbundenheitsgefühle nur ohne Pass haben, und bestimmen darüber Außenstehende? Summa summarum: Der österreichische Pass bringt keine greifbaren Vorteile, nur emotionale, also ist es egal wenn man ihn nicht hat, aber auch egal wenn man ihn hat und jene die es nicht betrifft, können sich beruhigt zurücklehnen und die causa jenen überlassen, die in Frage kommen.

So., 03.12.2017 - 20:02 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 23:13

Antwort auf von Waltraud Astner

@ Waltraud, la discussione che ho "impostato" non riguarda quello che dice lei. Forse mi sono espresso male, ma io ho cercato di scavare dentro al contenuto di questo "sentimento" che porta un gruppo di individui (come gruppo, e non in quanto semplice somma di individui) a ricercare un riconoscimento formale del proprio status sentimentale. E - non credo di sbagliare - tale rivendicazione si basa su una dose di vergogna che, di per sé, è causa di un problema sociale e può condurre a una frattura sociale (o meglio: la fa emergere, perché questa frattura è già presente). Questo è il punto che mi interessava evidenziare.

So., 03.12.2017 - 23:13 Permalink
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rheticus rheticus So., 03.12.2017 - 10:21

Stavolta (e credo che sia l'unica), non sono d'accordo con Gabriele di Luca. Non ci trovo nulla di male ad avere la doppia cittadinanza; penso che sia una bella iniziativa, naturalmente da estendere a tutti gli altoatesini indipendentemente dalla lingua.
Come diceva il principe di Metternich l' Italia non è che una espressione geografica. A Lugano si parla italiano ed in piazza c'è una statua con una scritta "liberi e svizzeri". Tutto in italiano. Sono italiani come noi ( o meglio come me), però sono svizzeri.

So., 03.12.2017 - 10:21 Permalink
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Martin Daniel So., 03.12.2017 - 10:43

Questa analisi è il perfetto esempio del perchè le scienze umanistiche sono da considerare poco scientifiche e molto intuitive. Secondo me, cercare il motivo ultimo nella vergogna di essere italiani non coglie il punto. Ricordiamo che il pacchetto nella famosa seduta del Kursaal del 1969 fu approvato da appena poco più della metà dei presenti, l'altra parte ritenendolo insufficiente dava già allora il segnale di non volersi accontentare dell'autonomia. Questo si può condividere o disprezzare ma bisogna prendere atto che una fetta dei Sudtirolesi non ha mai metabolizzato l'annessione all'Italia e mai dimenticato i tentativi di italianizzazione o le torture degli attivisti negli anni 60. Forse anche perchè l'Italia non ha fatto i conti col fascismo come lo fece la Germania col nazionalsocialismo. È chiaramente connesso ai movimenti per così dire irredentistici in varie parti d'Europa questo riaffiorire dell'identitarismo dalle nostre parti ma la politica italiana (chi legge gli articoli di Mumelter su salto ne sa abbastanza di voltagabbana, corruzione, giochetti di potere e un Berlusconi che 25 anni dopo la caduta della 1a repubblica è ancora lì a dominare la scena nonostante condanna e interdizione politica) e certi media nazionali (basti pensare all'aggressione indirizzata a Kompatscher o all'autonomia tout court da parte di certi talk-show, servizi tv o trasmissioni radio) fanno di tutto per innescare un istinto di fuga non solo ai patrioti storici ma anche a più d'un sudtirolese moderato disposto alla buona convivenza in provincia. Resta che anche la presente analisi rimane del tutto soggettiva e di difficile verifica nella realtà storica.

So., 03.12.2017 - 10:43 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 16:43

Antwort auf von Martin Daniel

Il fatto di non aver metabolizzato quanto accaduto sessanta e più anni fa è un indice della vergogna suddetta. Probabilmente ci si vergogna anche del non aver saputo trarre più beneficio dagli anni delle bombe, non so. Ma la questione sudtirolese ha preso la via che ha preso e, a mio avviso, il risultato è buono. Certo, resta la vergogna, ma si tratta solo di un problema psicologico (come ho spiegato prima) e può essere superata facendo una vita attiva o dedicandosi ogni tanto anche a faccende che non riguardano la storia passata di questo posto. Consiglio di leggersi la seconda inattuale di Nietzsche, quella sull'utilità e il danno della storia per la vita.

So., 03.12.2017 - 16:43 Permalink
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Robert Tam... So., 03.12.2017 - 10:43

Per gettare fango sull’eventuale doppia cittadinanza per i sudtirolesi, Salto.bz spara a zero – anche in mancanza di argomenti validi.

Francesco Palermo continua a raccontare la storiella del giurista che si ritrova in politica quasi "per caso", ma ha dimostrato di essere ormai un vero e proprio politico che parla puro politichese. Non si vergogna nemmeno di tirarsi fuori dal cappello le storie più assurde: ha sparato la panzanata di tasse che sarebbero da pagare in Austria se un sudtirolese dovesse ricevere la cittadinanza austriaca. Come se le tasse venissero pagate in base alla cittadinanza e non in base alla residenza (e Palermo queste cose le dovrebbe sapere). La via di Palermo non è "tecnica e sobria", bensì pura fuffa.

Ora non poteva mancare Di Luca, che pur di poter scrivere qualcosa contro il doppio passaporto si inventa di essere psicologo.
Ormai Salto in questo tema è alla frutta.

So., 03.12.2017 - 10:43 Permalink
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Martin B. So., 03.12.2017 - 13:15

Antwort auf von Robert Tam...

@Robert Tam...: Dies ist auch mein Eindruck. Genauso passend der Irlandvergleich von Tomas Kofler. Es ist nicht nachzuvollziehen was Herr Di Luca bezwecken will: sich selbst und ähnlich denkenden Italienern Balsam auf die Seele zu schreiben, etwas Unterstützung von den pro-römischen Deutschsprachigen zu erhalten oder die Reaktionen der Pro-Österreichischen Minderheitsfraktion zu provozieren.
Ob Palermo oder Di Luca: intellektuell sind die beiden Statements enttäuschend - wie auch die sturköpfig unkonzillianten und einseitigen Stellungnahmen von SF, F & Co. So kommen wir in der Diskussion nicht weiter und es wird das Beste sein, wenn das Wiener Parlament autonom und genauso undiplomatisch wie Rom in ex-Jugoslawien entscheidet: pro österreischischer Minderheit in Südtirol ;-)

So., 03.12.2017 - 13:15 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 16:49

Antwort auf von Robert Tam...

@ Robert: Non so se esiste un orientamento complessivo di salto su questa vicenda. Io mi sono limitato a scrivere un commento personale. Ho postulato che sentimenti come la vergogna o l'astio o il disprezzo siano qui i fattori trainanti della rivendicazione. Dalle risposte vedo che ho ragione (nessuno ha per esempio scritto che il desiderio di avere il passaporto austriaco deriva da un sincero affetto per l'Austria, o dall'interesse di partecipare più attivamente alla sua vita politica e civile).

@ Martin: La discussione non andrà molto avanti perché al di là dell'interesse "sentimentale" per la causa altri argomenti "utili" non se ne vedono. Faccio una facile profezia: di doppio passaporto se ne è parlato in passato, se ne parla adesso, se ne parlerà in futuro. A fiammate. L'esito sarà nullo. Per me la cosa è utile solo a una cosa: a misurare quanto ancora spesso è l'astio e il "disagio" dei sudtirolesi nei confronti dell'Italia. E quanto impotente, anche, basandosi solo su un insipido piagnisteo che prende come punto di appoggio eventi tutti accaduti decenni fa.

So., 03.12.2017 - 16:49 Permalink
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Robert Tam... So., 03.12.2017 - 18:19

Antwort auf von Gabriele Di Luca

@Gabriele: "Non so se esiste un orientamento complessivo di salto su questa vicenda."
Vatti a vedere la schiera di articoli di Salto.bz (moltissimi dei quali di tua mano) su questo tema. È molto chiaro l’orientamento complessivo del portale su questo tema. Per carità: le opinioni sono opinioni. Ma le uscite di Francesco Palermo, che tu hai definito tecniche e sobrie, sono pura fuffa.

La laurea in psicologia quando l’hai presa?

So., 03.12.2017 - 18:19 Permalink
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Robert Tam... So., 03.12.2017 - 18:49

Antwort auf von Gabriele Di Luca

Articoli di tua mano sul doppio passaporto, Gabriele? Non ne ricordi uno? Ma sei capace di usare un semplice motore di ricerca?

Ecco alcuni tuoi articoli sul tema che ho trovato (...e non sono un mago di internet):
https://www.salto.bz/it/article/22062013/la-questione-del-doppio-passap…
https://www.salto.bz/it/article/10102015/non-prendetevela-se-vi-diremo-…
https://www.salto.bz/it/article/25062013/inchiesta-sul-doppio-passaporto
https://www.salto.bz/it/article/24062013/austriaci-col-minimo-sforzo

Non sai neanche che cosa scrivi o come si usa un motore di ricerca?
Suvvia.

So., 03.12.2017 - 18:49 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 23:28

Antwort auf von Robert Tam...

Ok. Ho scritto pezzi su questa vicenda (grazie a dio me li ero scordati). 4 anni fa. E sì, chiesi a Seppi e al Pd. Esistevano ed esistono anche loro. Quindi valeva la pena chiedere anche a loro. O per fare un'inchiesta sul doppio passaporto bisogna chiedere solo a Sven Knoll? :) Quello che sul profilo fb scrive che risiede a Tirolo (Austria) ed è contattabile ad un numero di cellulare austriaco?

So., 03.12.2017 - 23:28 Permalink
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Robert Tam... Mo., 04.12.2017 - 00:11

Antwort auf von Gabriele Di Luca

"Articoli di mia mano sul doppio passaporto? Non ne ricordo uno." Poi in pochi secondi ne trovo quattro (più innumerevoli commentini tuoi pieni di disprezzo e insulti per chi la pensa diversamente da te). Che figuraccia che hai fatto, Gabriele!

Prova a sorvolare quello che hai scritto su Salto in merito alla doppia cittadinanza in questi anni.

Poi prova a farti un autoanalisi "psico-patologica" (anche se non sei psicologo): hai definito "imbecilli", "ridicoli" e "rimbambiti" coloro che la pensano diversamente da te sulla doppia cittadinanza.
Perchè questo tuo accannimento, questo astio? Magari hai bisogno di aiuto da parte di uno psicologo (uno vero).

Mo., 04.12.2017 - 00:11 Permalink
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Gabriele Di Luca Mo., 04.12.2017 - 00:44

Antwort auf von Robert Tam...

L'autoanalisi l'ho già fatta. Finale del mio pezzo: "Da questo insaziabile bisogno di distinzione non può nascere nulla di buono, perché spingerà sempre la parte corrispondente a fare altrettanto, in una spirale di bulimia identitaria tanto stupida quanto dannosa". Discutendo, inevitabilmente si viene coinvolti. Questa è solo un'anticipazione di quello che potrebbe succedere su scala più larga. Chiunque si occupi di queste questioni è un imbecille. Anch'io. Questa discussione rende imbecilli tutti quelli che la svolgono. Inevitabilmente.

Mo., 04.12.2017 - 00:44 Permalink
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Robert Tam... Mo., 04.12.2017 - 07:43

Antwort auf von Gabriele Di Luca

Leggendo questo tuo commento, Gabriele, si vede che non ti fa bene questo tema. E allora lascialo stare, scrivi di qualcos’altro, invece di fare l’eterno Bastian Contrario. Tanto l’eventuale concessione della cittadinanza austriaca non ti riguarda minimamente e se un giorno qualcuno dei tuoi conoscenti dovesse riceverla, non lo sapresti nemmeno, a meno che il diretto interessato non te lo venga a raccontare (ripeto: non ti fanno un tatuaggio in fronte).

Mo., 04.12.2017 - 07:43 Permalink
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Mensch Ärgerdi… So., 03.12.2017 - 15:42

L'articolo presenta una delle molte sfaccettature dell'onnipresente "disagio" di certi italiani in Alto Adige, ancor più marcato in coloro i quali non sono natii di questa terra.

So., 03.12.2017 - 15:42 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 16:53

Antwort auf von Mensch Ärgerdi…

Il "disagio di certi italiani in Alto Adige" si basa sulla sindrome dell'eterno secondo ed è marcato soprattutto tra quelli che sono nati qui, non tra chi viene da fuori. La mia critica è espressione del disagio (non necessariamente italiano) nei confronti del "disagio tedesco", ovvero l'eterno piagnisteo sull'ingiusto confine, le torture degli anni sessanta e la negazione dell'autodecisione. Oltre questi due disagi paralleli e speculari io interpreto il punto di vista di chi osserva questi due disagi e li reputa un ostacolo alla nascita di un Sudtirolo maturo. In questo mi ritaglio uno spazio di assoluta minoranza (anche se a parole tale terzietà è la posizione "ufficiale" dei partiti di governo della provincia), ma va benissimo così.

So., 03.12.2017 - 16:53 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 16:37

Vergogna (da lei stesso ammessa) e disprezzo (si evince in generale) sono per l'appunto sentimenti. E si tratta di sentimenti problematici, che affermano l'esistenza di un problema. Dunque sono problemi psicologici, visto che di problemi "reali" (derivanti dalla mancata acquisizione della doppia cittadinanza) non se ne vedono. Io non voglio spiegare nulla, anche perché non c'è nulla da spiegare. Mi limito ad osservare e vedo che tutti gli argomenti proposti a favore della doppia cittadinanza si nutrono da questa insoddisfazione o "disagio" di possedere solo una nazionalità. I paragoni con altri contesti sono divagazioni che non portano a nulla (si vedano quelli che hanno sprecato anni a tessere parallelismi tra il Sudtirolo e la Catalogna e adesso sono lì a chiedersi quale meteorite si sia abbattuto sulle loro testoline).

So., 03.12.2017 - 16:37 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 16:40

I miei genitori provengono ambedue dalla Toscana. Quindi non dovrei sforzarmi a rovistare tra i bauli e le scartoffie anagrafiche. Sul resto degli italiani sarei più prudente, in giro si sentono persone dire che hanno trisavoli austro-ungarici. Credo che a Vienna non vedano davvero l'ora di mettersi ad esaminare questa cascatella di documenti. :)

So., 03.12.2017 - 16:40 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 18:13

"Voi qui su salto". Io qui su salto. Non "voi". Per il resto è chiarissimo. Si tratta di un sentimento di "disagio" provocato in gran parte dalla vergogna di non poter esibire un tesserino o qualcosa di simile che "vi" (quelli che pongono questa questione) renda formalmente diversi dalla restante popolazione del territorio in cui tutti risediamo. Ma siccome, per l'ennesima volta, si tratta di "sentimenti" (per di più forieri di una inutile divisione tra i cittadini), vedrà che la politica (che in primo luogo si occupa o dovrebbe occuparsi di "problemi") ci passerà sopra come ha sempre fatto. E sarà bene così.

So., 03.12.2017 - 18:13 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 18:23

Li leggo, li leggo. Cosa vuole che le dica? Le faccio tanti auguri di riuscirci, a lei e agli altri "disagiati" oriundi. Dev'essere proprio brutto non avere problemi effettivi e soffrire invece del fatto di non avere un tesserino nel cassetto che "certifica" l'appartenenza a una nazione nella quale neppure si è mai vissuto.

So., 03.12.2017 - 18:23 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 18:36

Ma quale astio? :) Di discussioni come queste ne ho viste a migliaia. Le faccio sbadigliando. Ah, che il mio punto di vista sia "distorto" è una sua opinione. Non sia astioso, su...

So., 03.12.2017 - 18:36 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 18:40

Sentimenti. Psicologia. Non è un ritornello, è la base dalla quale partite per argomentare. Sentimenti, psicologia. Solo quello. La politica dei sentimenti, la politica della psicologia. Altro qui non c'è.

So., 03.12.2017 - 18:40 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 18:45

Fuori le persone che ne parlano non dicono cose molto diverse da quelle che si dicono qui. Quindi posso basarmi sulle cose che vengono scritte qui, no? O fuori ci sono argomentazioni più stringenti del solito piagnisteo sul fatto che se uno parla tedesco (e nessuno glielo impedisce) deve anche avere per forza il passaporto austriaco o germanico?

So., 03.12.2017 - 18:45 Permalink
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Hartmuth Staffler So., 03.12.2017 - 19:15

Eine Staatsbürgerschaft ist etwas, was niemandem weh tut. Ich gönne dem Papst seine drei und dem Van der Bellen seine zwei Staatsbürgerschaften, und wenn es mehr wäre, hätte ich damit auch kein Problem. Es gibt in Südtirol derzeit etwa 10.000 Menschen mit zwei oder mehr Staatsbürgerschaften, davon mindestens 1500 mit der italienisch/österreichischen Staatsbürgerschaft. Diese Menschen fallen nicht unangenehm auf, sie nehmen niemandem etwas weg, sie beachten fast alle die Gesetze und erfüllen ihre staatsbürgerlichen Pflichten. Dennoch gibt es eine unglaubliche Hass- und Verleumdungskampagne gegen die sogenannte doppelte Staatsbürgerschaft, es werden reihenweise falsche Behauptungen aufgestellt, selbst ein Senator Palermo schreckt nicht davor zurück, Fake News zu verbreiten (oder ist er wirklich so unwissend in völkerrechtlichen Fragen?). Da ich mich auch sehr für Psychologie interessiere, frage ich mich schon lange, was der Grund für so viel Hass ist. Ist es das schlechte Gewissen der Italiener, die als Judaslohn für ihre imperialistische Aggression den südlichen Teil Tirols als Kriegsbeute erhalten haben, ist es bei manchen Südtirolern eine Art Stockholm-Syndrom, das dazu führt, in vorauseilendem Gehorsam alles abzulehnen, was die Italiener vielleicht verärgern oder disagieren könnte? Es wäre interessant, diesen Fragen mit einer ernsthaften Studie auf den Grund zu gehen, sonst bleiben wir immer nur bei Vermutungen.

So., 03.12.2017 - 19:15 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 03.12.2017 - 23:32

Antwort auf von Hartmuth Staffler

@Staffler: in effetti io su una richiesta individuale di doppio o triplo passaporto non ci vedrei nulla di male. Ognuno si attivi. Ben diversa l'elargizione di un diritto collettivo con il crisma dell'azione politica. Sono cose diverse. E lo conferma esattamente la natura della discussione (non solo questa) che l'argomento mette in campo.

So., 03.12.2017 - 23:32 Permalink
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kurt duschek So., 03.12.2017 - 20:25

.Sono un semplice cittadino italiano con la madrelingua tedesca e la cittadinanza italiana. Non vedo perche dovrei chiedere una seconda cittadinanza.

So., 03.12.2017 - 20:25 Permalink
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kurt duschek So., 03.12.2017 - 20:43

Ich hatte bis zum 36igsten Geburtstag die österreichische Staatsbürgerschaft, habe auf sie freiwillig verzichtet und die italienische Staatsbürgerschaft erhalten. Warum ich so entschieden habe? Als Südtiroler mit österreichischer Staatsbürgerschaft hatte ich in Italien Nachteile und in Österreich war ich nicht gerne gesehen.

So., 03.12.2017 - 20:43 Permalink
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kurt duschek So., 03.12.2017 - 21:23

Lieber Thomas Müller, bin in Südtirol geboren als österreichischer Staatsbürger, habe mit 18 Jahren die mir zustehende italienische Staatsbürgerschaft abgelehnt, ja und dann leider keine angenehme Erfahrung als Auslands Österreicher gemacht. So macht jeder seine persönlichen Erfahrungen und zieht seine Schlüsse.

So., 03.12.2017 - 21:23 Permalink
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Robert Tam... So., 03.12.2017 - 21:36

Antwort auf von kurt duschek

Perfekt, Kurt. Du hast Deine Schlüsse gezogen. Schön für Dich. Keiner hindert Dich daran.

Schade, dass gerade Deine Partei (übrigens im Schulterschluss mit den ital. Rechtsparteien) so vehement gegen die doppelte Staatsbürgerschaft ist (also andere daran hindern möchte).
Eigentlich sonderbar, Kurt: die Südtiroler Grünen wettern voll gegen die doppelte Staatsbürgerschaft, hatten aber im Jahr 2013 Doppelstaatsbürger auf ihrer Kandidatenliste. Werdet Ihr jetzt Ana Agolli und Olfa Sassi auffordern, auf ihre ursprünglichen Staatsbürgerschaften zu verzichten, um wenigstens ein bisschen Konsequenz zu zeigen?

So., 03.12.2017 - 21:36 Permalink
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gorgias So., 03.12.2017 - 22:54

Antwort auf von kurt duschek

Wenn Sie zwei Staatbürgerschaften haben, sind Sie nicht gezwungen mit zwei Pässen zu reisen und sich bei jeder Grenzkontrolle als Österreicher zu outen. Hätten Sie nicht auch mit 36 die österreichische Staatbürgerschaft behalten, wenn dies kein Hinderungsgrund gewesen wäre die italienische zu erhalten? Wahrscheinlich schon.
Mich würde interessieren wo Sie schlechte Erfahrungen gemacht haben, außer in Südtirol natürlich, wo es natürlich eine Provokation für manchen italienischen Polizeibeamten ist, wenn man als Südtiroler einen österreichischen Pass herzeigt.

So., 03.12.2017 - 22:54 Permalink
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kurt duschek Mo., 04.12.2017 - 07:16

Antwort auf von gorgias

Zwei Staatsbürgerschaften waren früher nicht möglich. Nachteile? Um in in meinem Beruf in Österreich weiter zu arbeiten, hätte ich alle erworbenen Berufstitel erneut machen müssen. "Da könnte jeder aus dem Kongo kommen! " teilte man mir in der Präfektur mit. Ach ja, bei der Umsiedlung nach Österreich sofort 6 Monate Militärdienst. Hatte nicht das Gefühl willkommen zu sein.

Mo., 04.12.2017 - 07:16 Permalink