Kultur | Salto Afternoon

Gallery 00A Merano

La personale di Elisabeth Hölzl è spunto per parlare di uno spazio dedicato alla fotografia nello storico quartiere Steinach di Merano.
Elisabeth Hölzl_Gaben
Foto: 00A / Elisabeth Hölzl

La galleria, un’idea di Christian Martinelli, è nata con l’intento di superare la condizione di zero assolutoK –273,15 C che bene descriveva la mancanza di luoghi dedicati alla fotografia contemporanea in città. Dopo l’inaugurazione, avvenuta nel maggio 2016, per nove mesi hanno avuto e avranno luogo otto mostre fotografiche, curate da Camilla Martinelli, il cui intento programmatico è quello di rompere il ghiaccio, di fare alzare la temperatura rispetto allo zero assoluto.

Con Gaben Elisabeth Hölzl è andata alla ricerca delle origini della vita familiare in una grande casa padronale del nord Italia. Il filo conduttore di tutte le fotografie sono i piatti, le porcellane, ma non in quanto oggetti, bensì in quanto contenitori. Infatti in una delle serie fotografate due mani congiunte a coppa paiono voler rappresentare la forma primigenia del piatto nonché il gesto estremo di chi non ha niente e chiede aiuto, sostentamento. Le immagini dei piatti bianchi appesi alle pareti bianche hanno una forte valenza estetica. D’altro canto piccole crepe, irregolarità e spaccature ne stanno anche a indicare fragilità e impermanenza.

La serie fotografica Gaben (doni ndr.) è stampata su tessuto, i teli pendono ordinati alle pareti. In un angolo l’artista sfonda la bidimensionalità del medium fotografico, un telo bianco cala dal muro, questo scende fino a terra, piega e ricopre una porzione di pavimento. Viene così a formarsi un’immaginaria tovaglia bianca su cui sono arrangiati in diversa maniera una moltitudine di piatti bianchi. Simbolo di abbondanza le coppe vuote rimandano a chi di cibo non ne ha creando un cortocircuito di senso tra bello, opulento e vuoto, povero. La concomitanza con le festività natalizie, in cui il tema del dono è onnipresente, ci ricorda altresì che il senso originario del gesto è quello di dare a chi ha meno di noi.
Alcune delle foto sono state ritrattate a mano dalla fotografa, a loro volta sfondano la bidimensionalità del mezzo fotografico. Hölzl usa i pronomi francesi moi e toi che, a differenze dei semplici je e tu, indicano il soggetto stesso quando parla di sé stesso.
Il prossimo gradò sarà una personale di Ulrich Egger, ulteriore tassello con cui il progetto 00A intende definitivamente sancire la fine dell’era glaciale riguardante la fotografia contemporanea in città.