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L’incognita della Solland Silicon

L’assessora Martha Stocker incontra i sindacati che non cedono sulla cassa integrazione straordinaria. Schwarze (Cgil): “Vogliamo garanzie”. La Provincia promette aiuti.

Un futuro ancora a tinte scure quello dei lavoratori della Solland Silicon di Sinigo. Da lunedì 1° febbraio la produzione di triclorosilano di grado elettronico è stata bloccata, cosa che comporta un grave disagio anche per lo stabilimento della SunEdison che resta in tal modo senza il silicio per l'elettronica. Incrociano, dunque, nuovamente le braccia i 145 operai che da ottobre aspettano la liquidazione delle spettanze; anche la promessa di pagare gli arretrati fra Natale e Capodanno, infatti, come concordato con il ministero del Lavoro, è andata in fumo. Lo sciopero andrà avanti ad oltranza. Di un piano industriale, inoltre, nemmeno l'ombra. La speranza, ora, è che un’azienda straniera, cinese per la precisione, possa rilevare la fabbrica e far ripartire la produzione. Intanto i sindacati non mollano: non c'è il consenso dei lavoratori sulla cassa integrazione straordinaria. “Comprendo che gli operai vogliano delle legittime garanzie in questo senso”, ha commentato l’assessora Martha Stocker dopo l’incontro tenutosi ieri (2 febbraio) con i rappresentanti sindacali e i delegati Rsu alla presenza del direttore della Ripartizione lavoro Helmuth Sinn e del direttore dell'Ufficio servizio lavoro Georg Ambach.

L'assessora Martha Stocker incontra i sindacati

“Un colloquio formale da cui, come previsto, non è venuto fuori nulla di nuovo - ha spiegato Stefano Schwarze della Filtem-Cgil -; ma il primo interlocutore resta Massimo Pugliese (proprietario della Solland, ndr) che continua a non tenere fede agli impegni presi”. La volontà dell’imprenditore irpino è quella di raggiungere un accordo per la cassa integrazione in deroga ma i sindacati, prima di firmare, chiedono il saldo degli arretrati. “Abbiamo sollecitato la Provincia - ha continuato il sindacalista - anche sull’ipotesi prospettata dall'assessore Christian Tommasini di mettere in cantiere un sostegno al reddito, attraverso il fondo destinato a situazioni di particolare difficoltà, per chi, fra i lavoratori, ha mutui o affitti da pagare”. Un iter burocratico che necessita dei suoi tempi evidentemente non rapidissimi, ma Helmuth Sinn assicura che la cosa andrà in porto. “Intanto però passano i mesi e i lavoratori sono senza salario”, incalza Schwarze che aggiunge: “Chiediamo che subentri il prima possibile un nuovo soggetto alla guida dell’azienda, perché più aspettiamo più perdiamo risorse umane, sono sempre più i lavoratori che si licenziano per giusta causa”. Una conseguenza, questa, da eludere, ha rimarcato l’assessora Stocker che lo scorso venerdì aveva incontrato i vertici della Solland; la priorità è quella di “salvare non solo lo stabilimento di Sinigo, ma soprattutto i posti di lavoro a rischio”, così Stocker.

C’è poi la questione sicurezza, “una situazione che peggiora di giorno in giorno. Gli impianti dovrebbero essere salvaguardati ed essere oggetto di manutenzione, ma i fornitori non vengono pagati da tempo e c’è il rischio che si resti senza i pezzi di ricambio necessari”, mette in guardia Schwarze. Una problematica quella legata alla sicurezza della ex Memc affrontata anche da Paul Köllensperger (Movimento 5 Stelle) durante la seduta di ieri del consiglio provinciale. "Chi garantirà la sicurezza in caso di chiusura dello stabilimento?", ha chiesto l'esponente dei 5 stelle. Stocker ha chiarito che Ispettorato del lavoro e protezione civile hanno già svolto dei controlli e che l’areale può definirsi sicuro; e ha inoltre annunciato un approfondimento sottolineando che in caso di carenze saranno effettuate le misure necessarie, a spese della ditta.

Sulla difficile situazione della Solland Silicon è intervenuto anche Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) che ha presentato un’interrogazione per avere chiarimenti in merito. Stocker, riferendo del colloquio avuto con i sindacati, ha spiegato che i costi di bonifica in caso di messa in mobilità dei lavoratori - e di cui al momento mancano le stime - sono a carico del proprietario. La Giunta - ha continuato l’assessora - segue la questione e ha inviato un rappresentante al Ministero per seguire le trattative ed è in contattato con i sindacati. Un punto però appare inequivocabile: non ci sono possibilità legali per sostegni economici diretti. A disposizione dei dipendenti c’è da anni il Servizio lavoro che fornisce anche offerte di formazione, non sempre molto frequentate.
“L’augurio - ha concluso Stocker - è che il gruppo cinese ora acquisisca lo stabilimento, ho chiesto quindi ai sindacati di avere pazienza e aspettare fino alla fine di febbraio quando potremo tutti saperne di più”.

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Alberto Stenico Mi., 03.02.2016 - 07:59

La morale della storia: per creare e salvaguardare posti di lavoro ci vogliono investimenti. Senza quelli non c'è prospettiva, se non l'assistenzialismo umiliante. La vera sfida è quella di riuscire ad attrarre in provincia di Bolzano nuovi investimenti, locali o internazionali.

Mi., 03.02.2016 - 07:59 Permalink