Umwelt | Comunità energetiche

Energia verde da e per i cittadini

Energia verde prodotta attraverso le comunità energetiche rinnovabili: ne abbiamo parlato con Dario Sacchetti, Project manager della cooperativa Ötzi Elettricità Mia.
Hinweis: Dies ist ein Partner-Artikel und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
Ötzi Genossenschaft
Foto: Luca Gennaro

Cosa sono le comunità energetiche rinnovabili?
Sono delle nuove figure nel panorama energetico nazionale attraverso le quali sarà possibile creare una vera e propria comunità di persone, imprese ed enti locali all’interno della quale autoprodurre ed autoconsumare energia rinnovabile. Questo vale solo per impianti rinnovabili costruiti dopo Marzo 2020 e fino a 200 kW di potenza.  

Questo significa un risparmio sulla bolletta elettrica, minori perdite di rete e un sostegno verso la transizione 100% rinnovabile. Un guadagno per tutti!

Qual è l’obiettivo principale delle Comunità Energetiche Rinnovabili?
L’obiettivo è quello di mettere i cittadini al centro di un nuovo modello di produzione e consumo. Per esempio fino adesso un classico impianto fotovoltaico su una palazzina poteva essere connesso sempre e solo con una e una sola utenza. Grazie alla comunità energetica rinnovabile sarà possibile condividere l’energia prodotta dall’impianto con tutti gli inquilini e anche con edifici attigui. Questo significa un risparmio sulla bolletta elettrica, minori perdite di rete e un sostegno verso la transizione 100% rinnovabile. Un guadagno per tutti!

Cosa prevede la nuova legge 8/2020? 
Grazie alla legge 8/2020, vengono recepite in Italia le Direttive Europee sulle “Renewable Energy Community” e sulle “Citizen Energy Community”. Viene introdotta una nuova figura, quella dell’”autoconsumatore collettivo” (più impianti rinnovabili a cui sono collegati più persone), che sarà la naturale evoluzione della figura odierna in Italia, ossia quella del prosumer (un solo impianto rinnovabile a cui è collegata una sola persona). Si introducono inoltre incentivi a sostegno di questo meccanismo: essi saranno elargiti in base alla parte di energia autoconsumata, premiando quindi le configurazioni più virtuose.

La cooperativa è la forma giuridica che più si avvicina al fine di perseguire lo scopo ultimo della Comunità Energetica, nella quale il profitto non è visto come obiettivo principale bensì dove prevale lo scopo mutualistico e di condivisione.

 

Nella legge viene citato un “modello democratico”, e si parla di un soggetto aperto alla partecipazione dei cittadini, delle autorità locali e delle imprese. Questa e altre caratteristiche ci ricordano alla forma cooperativa. 
Nonostante non siano presenti obbligatorietà all’interno della legge circa il tipo di forma giuridica da implementare, tutti gli operatori del settore convergono sul fatto che la cooperativa è quella che più si avvicina al fine di perseguire lo scopo ultimo della Comunità Energetica, nella quale il profitto non è visto come obiettivo principale bensì dove prevale lo scopo mutualistico e di condivisione.

Che differenza c’è tra l’autoconsumo collettivo e le Comunità Energetiche Rinnovabili?
Per autoconsumo collettivo si intende la condivisione di energia rinnovabile limitatamente allo stesso edificio, pertanto è destinata in larga parte ai condomini. La comunità energetica estende invece il concetto a tutti quegli edifici che sono connessi alla stessa cabina di trasformazione secondaria (nella pratica si potrebbe pensare ad un piccolo quartiere).

Ci sono progetti pilota in Alto Adige?
L’RSE (Ricerca sul Sistema Elettrico) ha identificato una serie di progetti pilota al fine di studiare al meglio con quali tecnologie sia possibile massimizzare l’autoconsumo collettivo. In questo senso la esistente cooperativa elettrica storica di Prato Allo Stelvio è stata scelta in Alto Adige come “laboratorio a cielo aperto”.

Si può già fondare una comunità energetica? E se sì come?
Di fatto si può già fondare ed istituire, per esempio in forma cooperativa, ma mancano ancora gli strumenti attuativi per poter accedere agli incentivi e quindi avere un concreto riconoscimento. Per quanto riguarda l’autoconsumo collettivo non è necessario istituire nessuna altra forma giuridica, quindi ci si può già organizzare all’interno del proprio condominio, identificando l’area di costruzione per un futuro impianto rinnovabile.  

Chi desiderasse maggiori informazioni può contattare [email protected], tel: +39 0471 060 861 cell: +39 342 8309688.