Gesellschaft | Sanità

Sempre più precari?

La Provincia illustra la sua strategia per il reperimento di nuovi medici ospedalieri. Ma intanto monta l’inquietudine tra gli assunti a tempo determinato.
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Foto: web

Ieri l’assessora provinciale Martha Stocker ha presentato in pompa magna le “misure” adottate dalla dalla Giunta Provinciale altoatesina per “garantire ai cittadini il diritto all’assistenza sanitaria”.
Leggasi: “ovviare alla cronica assenza di medici”. 

L’assessora Stocker come premessa ha messo le mani avanti, ricordando che “la carenza di medici è un problema che riguarda tutto il mondo e non solo l’Europa”. E che tale problematica “è stata ulteriormente aggravata dalla direttiva europea sugli orari di lavoro dei medici”. Direttiva che - com’è noto a tutti - semplicemente pone un freno alla prassi consolidata anche in Alto Adige di spremere i medici come dei limoni.

La Provincia ha ribadito il suo impegno a mettere a concorso ulteriori 100 posti per medici e 120 per infermieri. Confermando anche l’intenzione a “fare tutto il possibile per mantenere impiegati i medici già operativi in Azienda Sanitaria, stabilizzandoli almeno a tempo determinato”. 

Nel corso della conferenza stampa di presentazione delle ‘misure’ per il reperimento dei medici  l’assessora Stocker ed i funzionari Laura Schrott e Thomas Lantdthaler hanno fatto riferimento anche alla delicata questione relativa ai 230 medici specialisti con contratto d’opera attualmente attivi in ASL. Che “in base ad una sentenza del Tribunale del Lavoro (una causa intentata da un medico veterinario, ndr) non possono veder più rinnovati i loro contratti”. 

Ebbene: in base alle informazioni in possesso di salto.bz il nuovo contratto predisposto per tali medici sta suscitando grandi preoccupazioni, soprattutto nei reparti maggiormente sotto pressione presso l’ospedale di Bolzano. Che com’è noto nelle ultime settimane ha visto un forte peggioramento delle condizioni di servizio ed un incremento di inquietudine e insofferenza da parte degli utenti

Il problema di fondo sta nel fatto che il nuovo contratto predisposto dall’Azienda Sanitaria per i ‘medici precari’ di fatto presenta una lunga serie di prerequisiti tali non solo da scoraggiare l’arrivo di nuovi specialisti, ma addirittura da mettere in difficoltà molti dei medici già operativi nei reparti
Nel nuovo contratto vengono infatti privilegiati soggetti che hanno partecipato a progetti di studio o ricerca e magari hanno pubblicato su riviste scientifiche. Mentre non viene considerato in nessun modo il servizio eventualmente già svolto per il ruolo richiesto. 
Il neo contratto in sostanza non si accontenta di neospecializzati già motivati dal fatto di aver già lavorato per tempi più o meno lunghi nei reparti di competenza. Privilegiando invece tra l’altro “coloro che hanno lavorato all’estero”. E quindi dando una forte spinta in pratica soprattutto ai medici che provengono da Austria e Germania. 

L’unica cosa veramente positiva del nuovo contratto sarebbe il fatto che la deroga provvisoria sul bilinguismo, già prima informalmente presente, ora diventa per così dire strutturale
Ma questa opportunità naturalmente risulta solo una sorta di contentino per molti medici precari che in sostanza ora vedono allontanarsi le prospettive di una propria stabilizzazione dell’incarico. Guarda caso giusto l’esatto opposto rispetto alle intenzioni dichiarate oggi dall’assessora Stocker, 

Nei reparti dell’ospedale di Bolzano il malumore cresce, mentre tende invece a consolidarsi la preoccupazione per le prospettive future. Cristallizzata in un mantra, ormai più che diffuso tra corridoi ed ambulatori. 

“Se non riescono a sanare le posizioni aperte, figurarsi se riusciranno ad aprirne di nuove…”

Ma dov’è sta la responsabilità di tutto questo? 
La situazione è figlia del passato, ovvero di 20 anni nei corso dei quali si è cercato di solo tamponare, senza nemmeno pensare alla possibilità di trovare soluzioni strutturali al problema cronico della mancanza di personale. 

A dire il vero alla conferenza stampa di presentazione delle misure per il  reperimento dei nuovi medici (che appaiono sempre più velleitarie), uno sprazzo di consapevolezza (e di futuro) è stato portato da Hubert Messner, responsabile del sindacato dei primari ospedalieri. Che ha ricordato come ormai non solo la categoria degli infermieri ma anche quella dei medici tenda ad essere coniugata esclusivamente al femminile. “Dobbiamo attirare queste donne con orari flessibili, conciliando famiglia e lavoro”, ha ammonito Messner intervistato da Rai Alto Adige. E facendo riferimento ancora una volta ad aspetti non contemplati dai nuovi contratti proposti dall’Azienda Sanitaria altoatesina ai medici precari.