crocifisso in classe
Foto: gildavenezia
Gesellschaft | Scuole cattoliche

Il Medioevo a scuola

L’ultimo documento della Chiesa sulla scuola cattolica è l’ennesimo sfregio ai valori dello Stato laico.

L’Istruzione intitolata “L’identità della scuola cattolica per una cultura del dialogo”, recente documento della Congregazione per l’Educazione Cattolica (organismo al quale il Vaticano delega l’ordinamento dell’educazione nelle scuole e nelle università), è un condensato di oscurantismo medievale di rara potenza. Valutate voi, il testo parla da sé:

Articolo 46. […] Qualora la persona assunta non si attenga alle condizioni della scuola cattolica e della sua appartenenza alla comunità ecclesiale, la scuola prenda le misure appropriate. Può essere disposta anche la dimissione, tenendo conto di tutte le circostanze del singolo caso.

Articolo 47. I docenti devono distinguersi per retta dottrina e per probità di vita. […] I docenti e il personale amministrativo che appartengono ad altre Chiese, comunità ecclesiali o religioni, nonché quelli che non professano alcun credo religioso, dal momento dell’assunzione hanno l’obbligo di riconoscere e di rispettare il carattere cattolico della scuola. Si tenga comunque presente che la prevalente presenza di un gruppo di docenti cattolici può assicurare una proficua attuazione del progetto educativo corrispondente all’identità cattolica delle scuole.

Articolo 56. […] che nessun Istituto, benché effettivamente cattolico, porti il nome di “scuola cattolica”, se non per consenso della competente autorità ecclesiastica. Inoltre, […] nessuna iniziativa può rivendicare per se stessa la qualifica di “cattolica”, senza aver ottenuto il consenso dell’autorità ecclesiastica competente.

Articolo 59, comma d) È diritto-obbligo del Vescovo diocesano/eparchiale vigilare che le norme del diritto universale e particolare sulle scuole cattoliche vengano applicate.

Articolo 59, comma h) È diritto del Vescovo eparchiale/Ordinario del luogo di nominare o almeno di approvare per la propria diocesi/eparchia gli insegnanti di religione, e parimenti, se lo richiedano motivi di religione o di costumi, rimuoverli oppure esigere che siano rimossi.

Articolo 59, comma i) Dal momento che tutti gli insegnanti partecipano alla missione ecclesiale, il Vescovo diocesano/eparchiale può anche rimuovere un insegnante, quando si tratta di una scuola cattolica gestita dalla diocesi/eparchia.

Ora, si dà il caso che dal 2000 le scuole cattoliche sono inquadrate come scuole paritarie e come tali “svolgono un servizio pubblico e sono inserite nel sistema nazionale di istruzione. Per gli alunni, la regolare frequenza della scuola paritaria costituisce assolvimento dell’obbligo di istruzione. Il riconoscimento della parità garantisce l’equiparazione dei diritti e dei doveri degli studenti, le medesime modalità di svolgimento degli esami di Stato, l’abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi lo stesso valore legale delle scuole statali.” (sito ufficiale del Ministero dell’Istruzione). Motivo per cui lo Stato non solo tollera l’esistenza di istituti scolastici ispirati a valori pre-copernicani totalmente incompatibili con quelli del pluralismo, della tolleranza e della multiculturalità propri di una società laica, ma li foraggia con fondi pubblici per una cifra che si aggira attorno ai 500 milioni l’anno.

Se i nostri parlamentari, con pochissime eccezioni, non sbiancassero di terrore ogni qual volta si nominano gli interessi della Chiesa Cattolica, un tale orrore troverebbe adeguata risposta.