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“Bilinguismo e specializzazione, le carte vincenti”

Quali settori sono ancora competitivi? E quali profili professionali? Le agenzie del lavoro danno i loro consigli.

I disoccupati loro li conoscono bene, hanno gli schedari e le memorie dei computer che traboccano dei loro curriculum. Quando si parla di lavoro hanno quindi il polso della situazione, oltre che un punto di vista differente rispetto a enti pubblici e parti sociali. Le agenzie del lavoro – quelle che una volta si chiamavano interinali – selezionano profili professionali da proporre poi ai datori di lavoro, con contratti a tempo determinato. Le richieste dei datori di lavoro sono di due tipi: uno legato a un'esigenza temporanea o al lavoro stagionale, un altro invece – più prezioso – legato ad assunzioni con contratti di durata maggiore. Purtroppo è proprio questa seconda tipologia di lavoro a mancare maggiormente.

Riccardo Cappellari, direttore della filiale Adecco di Bolzano da gennaio (prima lavorava a Vicenza) e Giacomo Molucchi, addetto stampa di Umana riportano un quadro della situazione difficile, ma partono da un dato di partenza comune: il tasso di disoccupazione altoatesino crescente, ma ancora contenuto.

La crisi colpisce duro anche le agenzie del lavoro?
Cappellari: Siamo i primi a risentirne, i primi a ripartire, perché almeno inizialmente le ditte non assumono direttamente ma passano attraverso noi. Certo questo periodo è difficile anche per noi, ma confidiamo in una ripresa dopo l’estate.

Chi si rivolge alla vostra filiale?
Molucchi: La filiale di Bolzano riceve circa 50 nuove iscrizioni a settimana: cercano lavoro attraverso di noi soprattutto uomini, diplomati, solitamente intorno ai 30 anni. Il 60 per cento delle persone che si rivolge alla nostra filiale è di nazionalità italiana.

Cappellari: Noi siamo aperti due giorni la settimana e si presentano qui 50/60 persone circa, a cui vanno aggiunti i curriculum inviati tramite fax o e-mail. Si tratta sopratutto di operai generici che si sono ritrovati improvvisamente a casa, oppure altri lavoratori che sentono che le cose non stanno andando bene per l’azienda in cui lavorano e quindi si mettono preventivamente alla ricerca di una nuova occupazione.

Con quali aziende collaborate?
Molucchi: In provincia di Bolzano soprattutto con aziende del settore manifatturiero, con alcune aziende legate alla “green economy” e ovviamente con il settore turistico, sia nella ristorazione che nell’hotellerie.

Cappellari: L'alimentare in generale è un comparto che ancora richiede manodopera.

In Alto Adige, quali sono le imprese che stanno reagendo meglio a questo momento economico?
Molucchi: Si distinguono positivamente le imprese manifatturiere ad alto tasso di innovazione tecnica, che grazie ai propri investimenti sul piano tecnologico, riescono a realizzare prodotti all’avanguardia e ad essere competitivi sul mercato internazionale. Nonostante a livello nazionale il settore dell’energia “verde” abbia subito un rallentamento, in Alto Adige riceviamo diverse richieste di personale da parte di aziende dedicate alla produzione di biogas e di energia a partire dai rifiuti. Si mantengono stabili le richieste di personale da parte delle imprese del turismo: nonostante il calo del turismo italiano.

Che figure professionali cercate?
Molucchi: Per quanto riguarda il manifatturiero, stiamo selezionando ingegneri meccanici, operai specializzati e manutentori, ma anche addetti all’ufficio commerciale, con conoscenza delle lingue. Presso gli hotel, la figura attualmente più richiesta è quella del receptionist, al quale viene richiesta la conoscenza del tedesco e dell’inglese, mentre nei ristoranti sono molto ricercati chef e chef de rang.

Cosa consigliereste a un giovane alla ricerca di lavoro?
Molucchi: In questo territorio il bilinguismo è un requisito trasversale: bisogna sapersi esprimere con disinvoltura sia in italiano che in tedesco. In un mercato in evoluzione, inoltre, è necessario dimostrare disponibilità e flessibilità sia in termini di orari di lavoro che di spostamenti.

Cappellari: Fondamentale è avere una specializzazione per distinguersi. Un operaio specializzato ad esempio è sempre richiesto, mentre un operaio generico un’azienda lo trova quando vuole. Per questo la scelta della mano pubblica di investire nel tempo nelle scuole professionali si è rivelata buona, risponde alle esigenze del territorio. Il bilinguismo è poi importantissimo, altrimenti un’azienda fatica a valutare l’assunzione.