Kultur | La recensione

Troppo luminosa l'insegna

La luce di un cartellone pubblicitario impedisce la visuale del cielo notturno, disturbando il sonno di Marcovaldo e dei suoi familiari.
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Foto: from the web

L’estratto Luna e Gnac dal libro Marcovaldo di Italo Calvino è strutturato in chiave comica presentando una situazione inusuale. Il testo, infatti, s’incentra su un argomento poco trattato: la propaganda pubblicitaria negli anni 90, proposta in modo differente rispetto a quella odierna. Mentre in passato si era più predisposti ad utilizzare solo cartelloni o insegne finalizzate alla promozione di un prodotto, oggi tramite le nuove tecnologie i consumatori sono costantemente bombardati da annunci e di conseguenza più condizionati all’acquisto. Calvino è attento nella descrizione dell’ambiente circostante, focalizzando l’attenzione del lettore su dettagli apparentemente poco rilevanti, ma fondamentali per il racconto. L’autore si concentra maggiormente sull’insegna pubblicitaria piuttosto che su altri particolari, facendola diventare un elemento centrale nella narrazione. Il linguaggio utilizzato è semplice e colloquiale ed all’interno dell’estratto sono presenti numerose conversazioni tra padre e figlio, che ci permettono di definire il testo un racconto di tipo sociale. Il paesaggio descritto è realistico poiché rievoca un ambiente urbano. Italo Calvino pone a confronto la società caotica urbana ed elementi naturali come il sorgere ed il tramontare della luna.

Anna

Oksana

Silvia

Zaineb