Gesellschaft | Il commento

Abuso di Facebook

La fine della disintermediazione tra politica e media fa male alla società e al Paese. E se Giuseppe Conte proibisse a Matteo Salvini i video in diretta sul social?
Matteo Salvini
Foto: upi

La sera di martedì 2 luglio, Matteo Salvini - visibilmente irritato - ha passato quasi venti minuti in diretta Facebook, usando questo spazio per attaccare la magistratura colpevole di non aver convalidato l'arresto di Carola Rackete, e di non aver disposto nei confronti della cittadina tedesca nessuna misura cautelare. Quel video - in cui il vice presidente del Consiglio attacca l'Europa, la stampa e la magistratura - alle 11.06 del 3 luglio è stato visto da 873mila persone. 

Bastano poche frasi, le prima, per inquadrare la vicenda giudiziaria dal punto di vista del ministro dell'Interno: Salvini sapeva - afferma - che "qualcuno che avrebbe provato a negare l'evidenza, e avrebbe fatto quello che i professoroni, qualche politico straniero come Macron o come la Merkel, o qualche solone italiano, si aspettava, libera[ndo] quella povera donna che ha solo provato ad ammazzare cinque miliari italiani". 

"Non ho parole, non ho parole" ciondola Salvini, che attacca per prima la magistratura, uno dei tre poteri dello Stato: "Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di Finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera. Nessun problema: per la comandante criminale Carola Rackete è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese perché pericolosa per la sicurezza nazionale" ha inveito Salvini.

Alcuni dei temi toccati sono refrain già sentiti: che i magistrati che vogliono far politica possono togliersi la toga e candidarsi - ovviamente con la sinistra -. Eppure, in mezzo a un comizio carico di violenza, e a tratti poco lucido, Salvini afferma: "Non siamo un Paese civile se si sovrappongono magistratura e politica". È così, ma forse non si rende conto ciò che lui pretende di fare, ovvero imporre la sua legge alla magistratura, è il simbolo di questa inciviltà

"Cosa bisogna fare per finire in galera in Italia? Cosa bisogna fare per finire in galera in Italia? Mi vergogno di chi permette che in questo Paese arriva il primo delinquente dall'estero e disubbidisca alle leggi e metta a rischio la vita dei militari che fanno il loro lavoro. Se stasera una pattuglia intima l'alt su una strada italiana chiunque è tenuto a tirare diritto e speronare un'auto della polizia" ha continuato. Rincarando quindi la dose contro il giudice per le indagini preliminari di Agrigento, Alessandra Vella, affermando più volte: "pessimo segnale signor giudice, pessimo segnale signor giudice". Arriva ad insinuare, ad uso e costumo dei più barbari, che la "giudice si è bevuta un bicchier di vino con la signorina tedesca".  

Alcuni dei temi toccati sono refrain già sentiti: che i magistrati che vogliono far politica possono togliersi la toga e candidarsi - ovviamente con la sinistra -. Eppure, in mezzo a un comizio carico di violenza, e a tratti poco lucido, Salvini afferma: "Non siamo un Paese civile se si sovrappongono magistratura e politica". È così, ma forse non si rende conto ciò che lui pretende di fare, ovvero imporre la sua legge alla magistratura, è il simbolo di questa inciviltà. 

Salvini va oltre: definisce la Rackete "criminale" (non è diffamazione?), stabilisce (non dovrebbe farlo la magistratura?) che la comandante della Sea Watch ha "deliberatamente rischiato di uccidere" i militari della Guardia di Finanza, ribadisce che le "navi [delle ONG sono] complici degli scafisti", anche se tutte le inchieste avviate in tal senso hanno per il momento dato esito contrario. 

Con la sua verità, senz'altro, Matteo Salvini galvanizza il proprio elettorato, i fan convinti che il "Capitano" sia l'unico in grado di salvare l'Italia. Eppure, questa disintermediazione nella relazione tra il politico e i suoi elettori non fa bene alla politica. Farebbe bene, perciò, a provvedere il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e a protestare gli alleati di governo del M5S, che in questo caso sono chiamati in causa, quando Salvini cita il ruolo di Toninelli (ministro delle Infrastrutture) e Trenta (ministro della Difesa) nel caso Sea Watch. 

Con la sua verità, senz'altro, Matteo Salvini galvanizza il proprio elettorato, i fan convinti che il "Capitano" sia l'unico in grado di salvare l'Italia. Eppure, questa disintermediazione nella relazione tra il politico e i suoi elettori non fa bene alla politica

Non possiamo chiedere a Facebook un codice di autodisciplina, ma forse al presidente del Consiglio di iniziare a considerare la piattaforma social un mezzo di comunicazione di massa che può essere usato ma di cui non si dovrebbe abusare, limitando - o vietando - per coloro che hanno incarichi di governo la possibilità di utilizzarlo con dirette Facebook come quelle in cui s'impegna quasi quotidianamente Salvini. 

Ieri sera, en passant, e sempre per costruire di fronte ai fan il proprio immaginario, Salvini ha tuonato anche contro l'Europa (accusando in particolare Francia e Germania di aver "passato giorno e notte per spartirsi le poltrone della prossima Commissione europea", perché l'UE è matrigna, ovviamente) e i media tradizionali in contrapposizione ai social ("In televisione staranno facendo trasmissioni trionfati, con politici della sinistra trionfanti... la candideranno al Parlamento, le daranno il Nobel per la pace, lei soccorre, lei salva, è buona gentile e generosa, e siccome è tedesca non la si può toccare").  

"Se qualcuno pensa che io molli, ha sbagliato a capire. Se qualcuno pensa che io mi fermi, ha sbagliato a capire" si scalda Salvini. "Complici. Sono complici. Troveremo un giudice che avrà il coraggio di dirlo" conclude. Lo andrà cercando, fintanto che la volontà della magistratura non sia piegata a quella delle politica. Alla sua. Ma questa non è più democrazia.

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Peter Gasser Mi., 03.07.2019 - 15:32

Mir schaudert vor der absoluten Missachtung der demokratischen Gewaltentrennung.
Diese Führer oder capitani brachten stets und bringen nur Elend und Krieg.

Mi., 03.07.2019 - 15:32 Permalink
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alfred frei Mi., 03.07.2019 - 16:22

wer solche Raketen gegen Carola abfeuert grenzt ans Lächerliche; die Legawähler müssen einen besonderen Sinn für Humor haben, oder ?

Mi., 03.07.2019 - 16:22 Permalink
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Michl T. Mi., 03.07.2019 - 18:16

was Salvini da betreibt ist ein verbaler Anschlag auf die Verfassung.
jeder der diesem empathiefreien Mensch auf dem Spatzenfest ein Mikro in die Hand gibt und sprechen lässt, macht sich mit schuldig.
Absolut bewusst, dass Wikipedia keine Verlässliche Quelle ist, aber ich liste mal die dort genannten Merkmale von Psychopathie auf, vielleicht fällt jemandem was auf...

Dimension 1: interpersonell-affektiv
(Kernmerkmale der psychopathischen Persönlichkeit, selbstsüchtig und ausnützerisch – stabil über die Lebenszeit):

trickreich sprachgewandter Blender mit oberflächlichem Charme
erheblich übersteigertes Selbstwertgefühl
pathologisches Lügen (Pseudologie)
betrügerisch-manipulatives Verhalten
Mangel an Gewissensbissen oder Schuldbewusstsein
oberflächliche Gefühle
Gefühlskälte, Mangel an Empathie
mangelnde Bereitschaft und Fähigkeit, Verantwortung für eigenes Handeln zu übernehmen

Mi., 03.07.2019 - 18:16 Permalink