Wirtschaft | La proposta di legge

Stop al potere della GDO

La Camera contro le aste elettroniche al doppio ribasso, che mettono in ginocchio l'agroalimentare e sono alla base della "piramide" di sfruttamento del caporalato.
Caporalato
Foto: upi

La legge appena approvata dalla Camera dice che "è vietato utilizzare per l'acquisto di prodotti agricoli e agroalimentari le aste elettroniche a doppio ribasso relativamente al prezzo di acquisto". Dopo il passaggio al Senato e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, diverrà efficace per fermare il meccanismo delle aste, che racconta lo strapotere dei gruppi della Grande distribuzione organizzato nel mercato agroalimentare.
Come avevamo raccontato su Salto.bz lo scorso anno ("Chi paga il sottocosto di Eurospin?"), i gruppi della GDO usano questo meccanismo per acquistare - tra gli altri prodotti - passata di pomodoro a un prezzo che non copre i costi di produzione, una pratica sleale denunciata dalla ong Terra! e dai sindacati, in particolare la FLAI Cgil. Dopo il voto alla Camera, dov'è passato con 369 favorevoli e 60 astenuti, il testo della proposta di legge 1549-A sarà discussa al Senato.

“Accogliamo con favore questa legge contro le aste al ribasso - ha spiegato Fabio Ciconte, direttore di Terra! -. Dopo le nostre pressioni finalmente è arrivata la risposta delle istituzioni. Il provvedimento approvato è importante perché giunge alle porte di una nuova stagione di raccolta dei pomodori e manda un chiaro messaggio ai gruppi della GDO che utilizzano queste pratiche sleali per rifornirsi di tanti prodotti di largo consumo: d'ora in poi non saranno più tollerate, perché fanno male a tutta la filiera, a cominciare dagli agricoltori e dai braccianti che ancora troppo spesso vengono sfruttati per raccogliere il cibo che mangiamo ogni giorno”. 
 

Una maggioranza trasversale

 

La proposta è uscita dalla Camera con una chiara maggioranza trasversale, che testimonia l’importanza di questa battaglia: il divieto di utilizzo delle aste è rafforzato da sanzioni fra i 2 e i 50 mila euro, cui si aggiunge – nei casi più gravi – il blocco dell'attività commerciale per 20 giorni.
Il testo limita anche il sottocosto, utilizzato con troppa disinvoltura da molti soggetti della grande distribuzione e poi scaricato sugli altri anelli della filiera. Se la legge passerà senza modifiche anche al Senato, vendere sotto il costo di produzione sarà possibile solo in casi ben codificati, programmati e concordati con i fornitori, oppure per evitare gli sprechi in caso di merce che rischia il deperimento.

 

 

“Come abbiamo dimostrato nel caso delle aste fatte per la passata di pomodoro e per il pecorino romano, meccanismi come il sottocosto e le aste al doppio ribasso distruggono l’intera filiera - conclude Fabio Ciconte -. Se da un lato garantiscono un prezzo basso, utilizzato come esca per attrarre il consumatore, dall'altro chiedono sforzi insostenibili all’ambiente e ai produttori, oltre ad aggravare le condizioni di sfruttamento dei lavoratori e il caporalato. È un dovere di tutti mettere fine a queste dinamiche distorte e finalmente la politica ha dato un segnale”.
 

Come funzionano le aste


Il meccanismo delle aste elettroniche inverse, o al doppio ribasso, viene utilizzato da alcune catene distributive per rifornirsi di prodotti come passate di pomodoro, olio, caffè, legumi e conserve di verdura, latte.
Ai fornitori le centrali d’acquisto della GDO chiedono tramite e-mail ad avanzare un’offerta per la vendita di uno stock di prodotto. Raccolte le proposte, lanciano una seconda asta, nuovamente al ribasso, partendo dal prezzo inferiore raggiunto durante la prima.

D'ora in poi non saranno più tollerate le pratiche sleali per rifornirsi di tanti prodotti di largo consumo, perché fanno male a tutta la filiera, a cominciare dagli agricoltori e dai braccianti che ancora troppo spesso vengono sfruttati per raccogliere il cibo che mangiamo ogni giorno

In pochi minuti, su un portale web, il fornitore è chiamato a competere in modo selvaggio con altri soggetti di cui non conosce l'identità, per aggiudicarsi la commessa. Chi "vince" la fornitura, però, si è spinto spesso talmente al limite che, per garantirsi un esiguo margine, deve rivalersi sui produttori da cui acquista la merce. A loro volta, questi ultimi si possono trovare in difficoltà nel garantire i diritti fondamentali ai lavoratori agricoli. In tal modo, il meccanismo delle aste al doppio ribasso contribuisce a rendere più difficile l’eradicazione dello sfruttamento e del caporalato.


Mobilitazione dal basso


La proposta di legge approvata oggi alla Camera nasce da una battaglia iniziata ad inizio 2017, quando Terra!, daSud e la Flai CGIL lanciarono la campagna #ASTEnetevi, per chiedere alla grande distribuzione di rinunciare al meccanismo delle aste per l'acquisto dei prodotti alimentari. Quella battaglia portò alla firma, il 28 giugno 2017, di un protocollo del Ministero dell'agricoltura guidato allora da Maurizio Martina cui aderirono Federdistribuzione e Conad, impegnandosi a non utilizzare le aste.