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Il gioco delle tre carte

Twenty bis, Benko e nuovo megastore Aspiag. Bolzano rischia di diventare una città ad altissima densità di centri commerciali.

Da una parte il Twenty Bis, paradiso dei bolzanini e nuova croce della viabilità bolzanina. Dall’altra l’ufficio del commissario straordinario Penta, in procinto di rimettere in modo Benko lanciandolo verso un referendum dall’esito (forse) scontato. 
Ma sulla scena irrompe in questi giorni anche il nuovo megastore Aspiag che nelle prossime settimane potrebbe uscire definitivamente dalle pastoie giudiziarie e burocratiche, per diventare anch’esso in breve tempo una realtà. 
Dopo la notizia relativa ad Aspiag, lanciata oggi dal quotidiano Alto Adige, a prendere la parola è stata l’ex assessora all’urbanistica del comune di Bolzano Chiara Pasquali (PD) puntando il dito contro i 35mila metri quadri di superficie commerciale del novo megastore Aspitag con i suoi 2500 posti auto. E denunciando il “silenzio della politica e di coloro che hanno fatto la battaglia contro i centri commerciali”. 
Per Pasquali il nuovo megastore “secondo gli studi recenti sulla materia” rappresenta per dimensione e traffico “un grave problema per il commercio in generale, non solo per la città ma per tutta la sua area metropolitana” (leggasi provincia). 
Di qui la domanda-denuncia formulata da Pasquali.

“Nessuna riqualificazione urbanistica, nessuna mixite' di funzioni ma solo vendita al dettaglio! Qual'è l'interesse pubblico?”

Il post di Chiara Pasquali ha suscitato un vivace dibattito. Nel quale è intervenuto Carlo Bassetti (pure lui PD) denunciando che in realtà “vero disastro” è il Twenty e stuzzicando Pasquali. La quale ha risposto manifestando tutto il suo sconcerto su quanto sta avvenendo.

“Il Piano del Commercio Provinciale aveva stabilito che il Twenty doveva essere l’unico centro commerciale provinciale e l’area era stata definita dal Masteplan. Al Twenty si sarebbe dovuto poi aggiungere l’altro centro commerciale previsto nell’areale ferroviario”. 

Insomma: a sconvolgere i piani ci si sono messi prima Benko e poi Aspiag con quella che Pasquali definisce “deregulation sia urbanistica che commerciale”. 

Ma di chi la colpa dell’attuale marasma incontrollato? Lorenzo Sola ha le idee chiare, si tratta della “politica miope del Comune e della Giunta Provinciale”. 
Il dibattito è aperto. Ma risultano evidenti sia la generalizzata assenza di una regia sia lo sbilanciamento delle ‘battaglie’. Come se un (enorme) centro commerciale a Bolzano Sud fosse più  accettabile di un Benko a due passi da Piazza Walther. 
Intanto i piccoli commercianti si dicono delusi al 100%. Su tutti Elena Bonaldi del centro commerciale naturale For You. 

“Sono completamente sconfortata... mi domando che senso abbia combattere per qualcosa quando comunque si verrà schiacciati perchè troppo piccoli e insignificanti. L’anno nuovo parte davvero male, ora siamo in balia del nulla e intanto... a fari spenti... la macchina distruttiva continua a viaggiare. Che amarezza.”

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Albert Hofer Mo., 04.01.2016 - 19:51

Schuldig soll also die “politica miope del Comune e della Giunta Provinciale” sein. So ein - pardon - Blödsinn. Verantwortlich für die auf uns zukommende Flut von Einkaufszentren in Gewerbegebieten, die die gewachsenen Handelsstrukturen zerstören, Arbeitnehmer zu prekären Bedingungen beschäftigen, die Konsumenten autoabhängig machen und die Gewinne bei ein paar Großkonzernen (Aspiag) und Millionären (Benko, Podini) zentralisieren, sind die Monti-Dekrete aus dem Jahr 2012.

Mo., 04.01.2016 - 19:51 Permalink
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Bernhard Oberrauch Mo., 04.01.2016 - 20:28

Purtroppo Lorenzo Sola ha ragione, si tratta veramente di una “politica miope del Comune e della Giunta Provinciale”, dove i politici chiudono gli occhi davanti alle conseguenze evidenti dei centri commerciali- tutti e tre fanno danni al commercio locale, vedi anche
http://www.salto.bz/article/03012016/lettera-aperta-al-presidente-della…
I posti di lavoro creati da una parte nei centri commerciali distruggono quelli del commercio locale.
Non faremo la spesa due volte soltanto perchè adesso abbiamo i centri commerciali, la spesa ed il commercio si spostano soltanto...
Chi ci crede ancora in questa favoletta dev'essere davvero miope.

Mo., 04.01.2016 - 20:28 Permalink
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Loredana Motta Mo., 04.01.2016 - 21:38

In realtà Lorenzo Sola nel commento al post di Chiara Pasquali su FB dice molto di più e invita il PD, a cui la Pasquali è iscritta, a fare oltre che a dire:
"... l'unica cosa è che finalmente i Comuni si ribellino alla Provincia e sopratutto a livello nazionale per cambiare la legge Monti che deve lasciare ai Comuni maggior discrezionalitá sulle scelte urbanistiche che gli insediamenti commerciali rischiano di stravolgere. Non è tollerabile che chiunque solo per il fatto di essere proprietario di terreni possa distruggere gli assetti urbanistici o non permetterne altri. Intervenite con Renzi e fategliela capire visto che oggi i centri commerciali dentro o fuori i tessuti urbani sono tutti in difficoltà nessuno escluso..."

Mo., 04.01.2016 - 21:38 Permalink
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alfred frei Di., 05.01.2016 - 10:31

la storia della concentrazione del commercio in Alto adige comincia molto prima di Monti.
L'intreccio fra capitale economico ed egemonia politica-culturale-mediatica in parte si potrebbe riassumere seguendo l'evoluzione del sistema distributivo locale, non a caso legato ai nomi di Amonn e Podini (Despar – A.& O)
Le rendite di posizione si sono create allora e potrebbero essere plasticamente riassunte nell'acquilone alzato alla festa dei 125 anni dell'Athesia e al quale erano attaccati l'assessore provinciale Widmann, il Landeshauptmann Durnwalder, il vescovo giustamente in mezzo , Michl Ebner e Podini A.
I rendering di Benko sono venuti molto dopo e stanno disturbando un po' il panorama sulla zona industriale che si poteva godere allora dalla Gru alzata.

Di., 05.01.2016 - 10:31 Permalink