Wirtschaft | Trasporto pubblico

Sasa: svarioni, dati e numeri a caso?

La questione della provincializzazione di Sasa dà da riflettere: dati ballerini, idee vecchie e numeri che non tornano per la flotta. Tutto già scritto da tempo...
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
Sasa e domande
Foto: (c) pixabay

Non finisco più di sorprendermi e non finisco più di scrivere da oltre dieci anni di Sasa. Ora la provincializzazione. Ci sono aspetti che mi lasciano a bocca aperta ma altri che mi irritano davvero perché sembra che non finisca mai il diffondersi di dati a casaccio, clamorosi errori di calcolo e le continue “imprecisioni” tecniche sulle varie trazioni.

Vado per ordine.

Sull’aumento di capitale: altro che soldi freschi. 10 milioni corrispondenti al valore del deposito e degli uffici di Sasa in via Buozzi. E poi 5 milioni di debiti di Sasa verso la Provincia saltati fuori all’improvviso ed a cui la Provincia generosamente rinuncia. Questi i dati emersi. Ce ne sarebbe da discutere e mi auguro che si discuterà in modo trasparente e dati alla mano.

160 nuovi autobus e 40 (non 10) milioni di spesa a… gasolio

Sulla flotta, l’assessore alla mobilità ha affermato nella seduta del consiglio comunale bolzanino del 2 marzo 2021 che Sasa passerà da 175 a 335 mezzi con un aumento di 160 mezzi. Poi si è accennato ad un mutuo che Sasa accenderà per tale acquisto di 10 milioni, ma qui i conti davvero non tornano. Se, prendendo per buono il dato di 250mila Euro per un bus diesel (immagino da 12 metri), a mio avviso un prezzo assai salato, una semplice moltiplicazione (160 x 250.000) fa 40 milioni tondi, non 10. Il dato parla da solo. Tutto già anticipato da me nell’ottobre 2020.

Gli elettrici non vanno in montagna, seconda puntata

A gasolio perché gli elettrici “non andrebbero in montagna”. Prima erano quelli a metano, che al giorno d’oggi hanno valori di coppia e potenza identici a quelli diesel (non lo sa nessuno alle nostre latitudini?), adesso tocca a quelli elettrici. Per la cronaca, quando arrivarono i bus a idrogeno si disse che non andavano su per i ponti ma queste affermazioni furono derise e superate dai fatti: son saliti fin sull’Alpe di Siusi, non mi sembra li abbiano portati lì sulle bisarche, e i bus alimentati ad idrogeno sono… bus elettrici. Forse la questione è che i bus a idrogeno sono costosissimi (con buona pace del Masterplan h2 2030) e quelli a batteria probabilmente hanno un’autonomia ad oggi troppo limitata per i vari profili di missione in montagna.

E i bus che dovrebbe (doveva?) restituire Sad?

I bus Sad? Ora, se Sasa si vedrà assegnata le linee sub- e interurbane gestite da Sad fra Val Passiria fino alla Bassa Atesina, questa dovrebbe far rientrare una parte o tutti (se non dovesse aggiudicarsi dei lotti della gara del tpl) dei bus acquistati con contributi pubblici, in particolare gli ultimi Euro VI (86 pezzi in totale) a gasolio. Perché quindi Sasa dovrebbe acquistare come nuovi tutti i 160? Oppure già si prevede che Sad non li vorrà ritornare?

Solo bus elettrici per l’urbano ma chi li finanzia?

Torniamo al rinnovo dei bus, questa volta urbani. “Si compreranno solo bus elettrici in ambito urbano da qui in avanti” (beninteso parliamo di 2023-2024) l’affermazione dell’assessore alla mobilità. Ma ne siamo sicuri? Si legga quanto scrissi ad agosto 2020 e a febbraio 2020. Nel Piano Economico Finanziario di Sasa, allegato alla delibera della concessione in-house del tpl urbano c’è scritto chiaramente che senza un intervento “esterno”, Sasa finirà col comprare quelle sóle ibride a gasolio come ha fatto peraltro con i minibus. Sia mai l’odiato metano/biometano, brutto, sporco e cattivo nonché rompiscatole, ma in Emilia-Romagna e altrove i discorsi sono ben altri e con i piedi ben piantati a terra.

Qualcuno ha letto il PEF di Sasa?

Facciamo due conti. Se i bus da sostituire saranno quelli (35+4) comprati nel 2012 (ma forse riguarda anche la sostituzione di quei quattro usati comprati silenziosamente nel 2017) per la sciagurata decisione che grava sull’ex presidente Pagani e sull’ex assessore ai trasporti Widmann, i conti sono presto fatti. Se si vuole prenderli elettrici, salvo non fare una gara tecnicamente aperta che ultimamente Sasa pare, infatti, non gradire visti gli appalti con esiti “monomarca”, si può dire che serviranno circa una ventina di milioni di Euro che… Sasa non ha. Per la cronaca, a prenderli normali a gasolio, fossero tutti da 12 metri, occorrerebbero circa 8,2 milioni mentre a metano circa 9 milioni. Nel PEF è scritto chiaramente che Sasa non è in grado di affrontare la spesa per i bus full-electric, oltre al fatto che sarà necessaria una costosa infrastruttura di ricarica elettrica e forse un corrispondente numero di e-bus maggiore di quelli termici da sostituire. Quindi? Di cosa stiamo parlando? Di sogni? Soprattutto, non è da dimenticare che, purtroppo, i prossimi bilanci pubblici rischiano di avere dei “chiari di luna” di dimensioni mai viste.

Ci mancava solo l’abbrivio... nautico dei bus ibridi a gasolio

Sui fantasmagorici bus a gasolio ci è cascato pure l’assessore alla mobilità. No, esimio assessore, i bus ibridi a gasolio funzionano al 100% a gasolio, non hanno alcun “abbrivio” solo elettrico ma il motore elettrico non fa altro che dare un po’ di energia al motore termico. Se gliel’hanno spiegato così, Le hanno raccontato una panzana bella e buona e penso che chi gliel’ha raccontato sia ormai in perfetta e grave malafede. Ci rifletterei un attimo sopra.

Sasa: diventare “grande” per le economie di scala? E allora perché i capitolati “tailored”?

Fa sorridere l’affermazione che ci sarebbero economie di scala riferite all’acquisto dei bus. Ma si è guardato a come si sono svolte le ultime gare? Stilando un capitolato tecnico “tagliato” su di un costruttore, il risultato che ha vinto, guarda caso, un solo costruttore con ribassi a dir poco ridicoli, se non inesistenti. Anche questo tema già da me trattato a luglio 2020. E allora ne puoi comprare 20, 50 o 100 ma il costo unitario sempre quello è!

Il senso di un appalto dovrebbe essere quello di garantire una “gara” fra più offerenti e favorendo il confronto tecnico e tecnologico e prezzi bassi. Non quella “roba” vista di recente, di cui si è parlato apertamente alla Ibe di Rimini nell’autunno scorso. Qualche dubbio formale sovviene ma sulla legittimità non mi esprimo poiché è materia squisitamente giurisdizionale.

Bus a idrogeno finanziati dalla UE ma precisiamo per bene

Sentire poi dire in modo grossolano che i bus a idrogeno sono stati comprati con fondi europei semplicemente non è vero. È vero invece che i cinque che stanno circolando sono stati finanziati al 90% (e con costi di trazione stellari, da 6 a 7 volte quelli tradizionali a gasolio e metano) mentre gli ultimi 10+2 sono costati 846mila Euro cadauno, finanziati dalla UE per soli 200mila Euro cadauno, e costeranno dal doppio al triplo come costi di trazione rispetto ai tradizionali. Giusto per la precisione.

I "fatti alternativi"

Una cosa l’ho capita: su certi argomenti è il trionfo dei “fatti alternativi”. Come ebbi ad evidenziare nel 2016 e la video-intervista da me realizzata parla da sola.

Sulle altre questioni non mi esprimo. Sono scelte politiche il perdere il presidente, il fatto che l’in-house sia una scelta di una maggioranza spaccata in Consiglio Provinciale pro e contro Sad, il fatto oggettivo che la società a medio-lungo termine sarà in mano anche organizzativamente alla Provincia, quindi nella distribuzione degli incarichi direttivi e dei vari vertici interni, e che quindi probabilmente si può ragionevolmente ipotizzare un’operazione “do ut des” di qualche rilievo che potrà essere adeguatamente analizzata dai molti “dietrologi e avantologi” della politica locale.

Bild
Profil für Benutzer Faber Simplicius
Faber Simplicius Do., 04.03.2021 - 14:03

Per il TPL locale e relativi mezzi c'è evidentemente un innamoramento da fuori di tesla.... altrimenti dovrebbe essere chiaro il vantaggio, anche per l'impatto ambientale, dei mezzi a metano.
Quando si studiava la (fortunatamente) abortita linea di tram per la città di Bolzano, mai che a qualcuno degli esperti fosse venuto in mente il "vecchio" filobus, che non abbisogna di rotaia e che all'occorrenza può pure deviare dal percorso...

Do., 04.03.2021 - 14:03 Permalink