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Letteratura e scienza: unire i due mondi

Lo storytelling e la biologia, un rapporto naturale ma ancora complicato. Ne ha parlato Michele Cometa al Liceo Carducci di Bolzano.
Michele Cometa
Foto: Domenico Nunziata

Lunedì scorso l’Aula Magna del Liceo Carducci di Bolzano ha ospitato Michele Cometa, germanista e professore di Storia della cultura e Cultura visuale nell’Università degli Studi di Palermo. Ha introdotto l’incontro la professoressa di storia e filosofia del liceo Luisa Bertolini, autrice di libri sul colore e direttrice della rivista filosofica sul comico e l’umoristico Fillide. Il titolo dell’incontro è stato Letteratura e darwinismo. Un’introduzione alla biopoetica.

Il titolo dell’incontro prende ispirazione dall’ultimo libro scritto da Cometa e pubblicato da Carocci editore. L’incontro - infatti - ha fatto da chiave di lettura, seppur molto introduttiva, ai temi che il professor Cometa illustra nel suo libro. Cioè quali? Le tesi di Cometa partono direttamente da quelli che si chiamano ‘studi culturali’, ovvero quella branca dei saperi che ha ampliato il bacino di studio della critica letteraria e della teoria della letteratura, verso altri lidi: dai prodotti della cultura di massa, ai fenomeni sociali, allo studio trasversale della narrazione insieme alla scienza. Da quest’ultimo punto parte la riflessione sulla biopoetica, ovvero lo studio che indaga in parallelo la capacità narrativa umana e lo sviluppo biologico umano, dai primordi ad oggi.

 

Le definizioni di homo narrans (essere umano che racconta) e homo mendax (essere umano che mente) non sono di conio recente. Riconoscere e continuare a riconoscere, però, come caratteristica costitutiva dell’essere umano quella di saper narrare - non solo attraverso le parole - e studiare i fenomeni che mostrano queste caratteristiche è di certo un argomento interessante. Quali sono i presupposti perché questo confronto avvenga? “Tra gli umanisti e gli scienziati l’incontro è necessario, possono crearsi degli ottimi equilibri nello studio”, ha detto il professor Cometa in risposta all’introduzione della professoressa Bertolini. Continua così: “La facoltà di narrare è transculturale, cioè comune a tutte le culture. Ed è caratteristica dell’homo sapiens. E a proposito di culture, the two cultures, le humanities e le scienze esatte non sono culture alternative e opposte, bisogna favorirne l’incontro. Come qualcuno ha detto, serve consilience”.

Bisogna dialogare con la realtà e con il mondo, anche al di fuori della aule universitarie. (Michele Cometa)

Ed è appunto di consilience - di convergenze - che ha parlato Michele Cometa nel suo discorso: dal darwinismo (anche letterario) alla sociobiologia, dai neuroni specchio fino alla biopoetica. Al centro della discussione c’è sempre l’attitudine dell’uomo a raccontare e a rappresentare, a fare esperimenti ed esperienze estetici: dalle pitture rupestri nelle grotte di Lascaux (ve lo ricordate il bisonte?) all’ibrido uomo-leone di Hohlenstein-Stadel, per giungere alle più contemporanee forme di narrazione.

“Gli scrittori (Italo Calvino, Oliver Sacks, Siri Hustvedt tra i citati, ndr) sono molto più avanti di noi, molto più avanti degli studiosi, perché non pensano alla teoria. Però sulle questioni biologiche e il focus scientifico sulla letteratura hanno da insegnare anche ai teorici”. Così dice Cometa, che conclude in questo modo: “Bisogna dialogare con la realtà e con il mondo, anche al di fuori della aule universitarie. Queste non sono ovviamente faccende elitarie, si sviluppano su piani diversi, trasversali, che possono anche creare per gli studiosi un nuovo ruolo di dialogo”.