Umwelt | La nomina

Dolomiti Unesco, la spunta Mara Nemela

Dopo il settennato di Morandini passaggio di testimone alla guida della Fondazione, la nuova direttrice è una ladina della Val di Fassa, scelta fra tre candidate.
Mara Nemela
Foto: Asp

Una “competizione” tutta al femminile quella per il posto di direttrice della Fondazione Dolomiti UNESCO. A sostituire Marcella Morandini, dimessasi nel 2020 dopo aver diretto l’ente per sette anni, sarà Mara Nemela, 46 anni, ladina della Val di Fassa, che ha avuto la meglio sulle altre due concorrenti che avevano superato la selezione, ovvero Marianna Elmi, altoatesina, vice segretaria generale della Convenzione delle Alpi e Gabriella De Fino, trentina, attuale referente per i progetti di alta formazione di tsm – Trentino School of Management. Su un totale di 45 domande di ammissione, solo 13 esaminandi erano stati ammessi alla selezione con la Commissione tecnica.
“Abbiamo scelto la candidata migliore, anche se non è stato facile. Le tre candidate presentate al Consiglio di amministrazione vantano profili di altissimo livello” commenta l’assessora provinciale Maria Hochgruber Kuenzer.

 

Chi è la nuova direttrice

 

Nemela, scelta dal cda della Fondazione riunitosi ieri (3 maggio) a Belluno, è stata fino a questo momento responsabile dell’ufficio tecnico del Comun general de Fascia e coordinatrice della Rete delle riserve della Val di Fassa. “Lavorare per la Fondazione significa per me mettersi al servizio di un sistema territoriale complesso, favorendo il dialogo e il confronto”, ha detto Nemela facendo presente che essendo cresciuta fra le Dolomiti ha, “come le genti dolomitiche, una naturale propensione a sentire come parte di sé i termini patrimonio ed eredità riferiti a un territorio da coltivare, proteggere e tramandare come un bene collettivo”.

A farle eco l’assessora Hochgruber Kuenzer: “Il riconoscimento UNESCO è una scelta e un impegno alla conservazione attiva, non può essere ridotto ad un marchio per la promozione turistica” afferma l’esponente della Svp sottolineando la necessità dell’impegno verso le generazioni future a mantenere vivo il senso di responsabilità e valorizzare il legame fra contesto ambientale e comunità locali. “Sono convinta che sia necessario rafforzare ulteriormente sia la cooperazione interregionale che la collaborazione all’interno delle nostre province e regioni - sostiene l’assessora -. Penso soprattutto alla mobilità e alla gestione delle aree hotspot come ad esempio quella delle Tre Cime di Lavaredo”.