Gesellschaft | Coraggio civico

Libertà vo cercando. Scuola e parole

Non è facile la scuola. Ma tutti i giorni si educa con i nostri comportamenti.
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Il mondo della scuola è in crisi. O forse, è il mondo con la scuola a essere in crisi.

Infinite sono le lettere di docenti delle scuole italiane pubblicate negli ultimi mesi su quotidiani locali e nazionali, riviste specializzate e media. 

Così il collega che si firma su FB, poi ripreso su "Tecnica della Scuola":

“La scuola non potrà cambiare quando nei collegi docenti il 90% sta zitto. Come si può insegnare ai nostri alunni il senso del confronto, della democrazia, del senso civico, del bene comune quando ognuno pensa solo al proprio orticello. Chi è precario non parla, chi è in anno di prova non parla, chi è prossimo alla pensione non parla, i tanti che non leggono la normativa non parlano, restano quei pochi che ancora credono alla democrazia, che leggono le norme, che sono informati ma restano isolati. Le cose non possono cambiare così! I nostri collegi sono diventati pro forma, spesso con votazioni fasulle… ‘dai presto che è tardi’… ‘ma quanto parla questo’… ‘dai sbrighiamoci con queste chiacchiere inutili’… Siamo il frutto della realtà, siamo stanchi di lottare perché tanto ognuno resta nel proprio orticello. Non vi lamentate se la scuola è in mano ad altri che fanno il bello e il cattivo tempo”!! I colleghi sono d’accordo?"

E ricordo anche la denuncia della signora finlandese, che tanto clamore fece tempo fa, con il relativo commento di Alex Lung:

"La famiglia Mattson ha deciso di non rinunciare alle bellezze del Mediterraneo e si è trasferita in Spagna, dove a loro avviso il sistema scolastico è più all'avanguardia rispetto a quello nostrano. A questo punto è possibile difendersi, sostenendo l'impossibilità di un paragone tra il sistema educativo italiano e quello finlandese, riconosciuto come uno dei migliori del mondo. Sarebbe però sbagliato basare questo paragone solo su aspetti economici: la Regione Siciliana spende in percentuale più PIL in istruzione della Finlandia (6,1% contro 5,6%), sebbene ovviamente si parli di cifre assolute molto diverse. Come abbiamo visto, il problema è innanzitutto pedagogico, e oltre alla richiesta di più fondi destinati a coloro che saranno il futuro è necessario anche rivoluzionare l'idea stessa che abbiamo di scuola, e degli obiettivi che essa ha."

Comunque la si pensi, non sarà facile per il collega rientrare in classe, dopo queste frasi. Non è mai facile, ma una riflessione è sempre utile.

Evidenzio due frasi: "i tanti che non leggono le normative" - "siamo stanchi di lottare" . Vero.
Ma non possiamo togliere il futuro ai giovani. 

Non si può basare tutto su un problema economico. La scuola è fatta in primis da esseri umani. 

A Bolzano lo studente sedicenne del liceo classico in lingua tedesca Nathan Previdi si è rifiutato di salire sul palco nella centrale piazza Walter von der Vogelweide a leggere il suo discorso per la cerimonia di celebrazione del 2 giugno, accusando la Provincia Autonoma di averlo censurato. 

Ad intervenire un funzionario della Ripartizione pedagogica che lo ha ritenuto troppo politico. "Pensavamo che si sarebbero limitati a modifiche stilistiche e grammaticali, ma così non è stato", racconta la madre. "E', per esempio, sparito, il passaggio sul 'crescente neofascismo' ....La cosa che lascia davvero amaro in bocca è il fatto che il discorso modificato, con passaggi scritti da mio figlio - che aveva vinto un recente concorso di educazione alla cittadinanza attiva-  sia poi stato letto da un altro studente". 

Di fondo, due le domande centrali incriminate nel discorso:  «Quanta democrazia ci resta se il divario tra ricchi e poveri aumenta? E se non fermiamo la distruzione dell’ambiente e non preveniamo la catastrofe climatica?». 

Negli ultimi giorni, tre esternazioni pubbliche hanno scosso in particolare le coscienze in Alto Adige:

1. La petizione di oltre 1000 docenti delle scuole tedesche e ladine che chiedono "più aiuti" a politici, famiglie, assistenti sociali e psicologi ( 1142 Lehrpersonen aller Schulstufen in Südtirol, Petition „Schule in Not“ ) ;

2. La recente intervista anonima di due insegnanti - in realtà a parlare sono due attori - sulle condizioni terribili che vivono nelle classi di una scuola in lingua tedesca di Merano (Morgengespräch RAI Südtirol)

3. Aggiungerei l'articolo di Arnold Tribus sul coraggio civico di insegnanti che non appaiono con il loro nome :    https://www.tageszeitung.it/2023/05/28/zivilcourage/.

"Lehrerinnen sollten ihren Schülern den Wert der Meinungsfreiheit lehren – und sich hinter der Anonymität verstecken..."

L' omertà è un cancro della società. Per prima cosa, dobbiamo educare attraverso i nostri comportamenti. 

Il coraggio della parola. O del rifiuto, se necessario. 

Richiamare ai principi della Costituzione e del coraggio civico, aiuta, sempre, non solo il 2 giugno.