Gesellschaft | Diritto alla casa

Il nostro Tallone d'Achille

Dove saranno le case dei nuovi immigrati?
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.

Conviene prenderne atto con senso di realismo: gli immigrati in “prima accoglienza” in provincia di Bolzano, saranno in breve tempo nostri stabili concittadini. Del resto a cosa deve portare il processo di integrazione invocato da (quasi) tutti, se non alla cittadinanza piena di ognuno di loro? E si può pensare che ogni giovane immigrato – rifugiato o profugo o richiedente asilo – non abbia la urgente legittima aspirazione ad avere un proprio reddito, una casa, farsi una famiglia?
La provincia di Bolzano ha ancora bisogno di manodopera e quindi non sarà il lavoro il maggiore ostacolo per gli immigrati: lo sarà invece la casa e non solo per motivi economici. Da noi le case costano molto ed è prevedibile che ci sarà una straordinaria pressione sull’edilizia sovvenzionata, nelle sue svariate forme. Ed è proprio qui il “Tallone d’Achille”, il fronte di possibile crisi, del nostro solido sistema sociale. L’edilizia popolare è sempre stata vissuta come strumento di insediamento di nuovi gruppi sociali o etnici nella comunità locale. Ed è ancora così. Per questo, nella legislazione autonoma provinciale sono state introdotte diverse particolari norme per governare la nuova edilizia abitativa, particolarmente quella di natura sociale. Noi abbiamo regole locali ancora espressioni di un passato pieno di contrasti e di diffidenze. Abbiamo la proporzionale etnica nelle assegnazioni, abbiamo requisiti che enfatizzano gli anni di residenza in provincia, abbiamo le convenzioni obbligatorie anche nell’edilizia privata, abbiamo le competenze dei singoli Comuni di individuare o meno aree per l’edilizia pubblica: abbiamo cioè un sistema articolato di protezione degli equilibri etnici e sociali. Del resto è stata proprio l’Edilizia Popolare a far saltare nel 1957 il primo Statuto di Autonomia, quando il Governo Centrale decise un programma di costruzione di case da assegnare ai nuovi bolzanini. “L’accetta alle radici del popolo sudtirolese” fu definita allora dai nostri concittadini di lingua tedesca fu definito questo provvedimento. La modalità di accesso al diritto alla casa è ed è rimasto ancora lo strumento fondamentale per governare il futuro della nostra comunità e dei singoli abitanti.
Oggi siamo di fronte ad una nuova sfida epocale, l’immigrazione di massa dal sud del mondo. Riusciremo ad affrontarla senza lacerare i nostri rapporti di convivenza, il senso di equità sociale, i rapporti democratici?
Ce lo auguriamo, ma occhio alla casa: è il nostro Tallone d’Achille.
(www.albertostenico.it)