Chronik | Piazza Università - Bolzano

Una discutibile piazzetta dei "ciliegi da fiore"

I lavori in corso per dare un volto nuovo alla piazza Università a Bolzano lasciano perplessi. Perché la storia cittadina non si può ignorare, né dimenticare.
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.

Perplessità che nasce da lontano, dal progetto stesso dell’università (attenzione: dal punto di vista architettonico, lo specifico prima che qualcuno prenda la penna e mi accusi di essere contro l’università come istituzione) quando i “cubi” universitari furono costruiti andando praticamente a cementificare la zona. Il risultato dell’annientamento della vecchia struttura ospedaliera è sotto gli occhi di tutti, per me ‘na schifezza che ha assai malamente inglobato il vecchio ospedale e avremo presto un doppione con il megalomane polo bibliotecario, anche detto er Guggenheim de noantri” . Sbagliare doppiamente evidentemente “va bene” in salsa locale, ma è un’altra (triste) storia. Si può discutere lo stile “cubista” che ci perseguita ormai da anni e se sia bello o non bello, questione di gusti personali, io semplicemente lo detesto. Ma non è questo il punto, non fosse altro che ormai da tre lustri questa colata di cemento caratterizza quella zona e non si può certo tornare indietro. Giusto per dare idea di quello che è stato fatto, basta dare un’occhiata dall’alto che ci dà Google Earth, il giudizio lo lascio a chi legge queste righe:

Si poteva fare diversamente?

Forse, c’era (e c’è) l’ex complesso Fiat di piazza Adriano, ad oggi non terminato e si disse che era stato costruito proprio per quello scopo ma le scelte (politiche) furono diverse e si sussurrò, pare, per mantenere il “giro” degli studenti in centro. Col senno di poi si può di certo affermare che si sottovalutò lo sviluppo stesso dell’ente universitario che si trova costantemente alla spasmodica ricerca di nuovi spazi. Se si pensa quanto sarebbe stato “facile” espandersi in viale Druso (si pensi alla dismessa scuola di Polizia…). A pensar oltre, visto che il Museion era allora ospitato nel vecchio ospedale, non sarebbe neanche stato necessario costruirne uno nuovo. Parlo, purtroppo, ormai di scenari da universo parallelo. Ma forse anche di occasioni perse per uno sviluppo diverso e che avrebbero dato anche impulso agli altri quartieri della città. Ma mi rendo conto che si tratta di “piangere sul latte versato”.

L’abbattimento all'alba di un giorno festivo del vecchio parco dell’ospedale per mettere la città di fronte al fatto compiuto

Mi ricordo bene che l’inizio dei lavori per la sede universitaria in centro storico diede adito a moltissime discussioni con l’abbattimento alle 6 di mattino di una giornata festiva di tutti gli alberi del parco. Fu un colpo basso di cui si assunsero la responsabilità gli ex vertici dell’amministrazione provinciale. Se la memoria non m’inganna, fu promesso un “parco riparatorio” dopo le proteste ma che finora non s’è visto e sinceramente mi sono sempre chiesto, dove avrebbero potuto farlo. Quell’abbattimento e quel progetto di cancellazione del verde, forse pochi se lo ricordano, fu censurato dal TAR di Bolzano nella sentenza n. 243/2002 in cui il ricorso del Comune di Bolzano fu vincente contro la Provincia, che non appellò la sentenza (forse per la citata promessa?).

In questa sentenza vi sono aspetti che, ancora oggi, fanno riflettere su quello che non si può che definire un atto di altezzosa arroganza nei confronti della città e della cittadinanza intera. Già allora, come oggi, mi domando come mai non si chiese la sospensiva degli atti provinciali, ma è solo una curiosità ormai storica come ricordo, se la memoria non m’inganna, di un assessore comunale, di cui non mi ricordo il nome, che affermò che riteneva che il verde dei bolzanini fossero solo i prati del Talvera”. Da prenderlo, idealmente, a calci nel ciapet da qui al Brennero e ritorno. Una sentenza, però, simile a una beffa poiché l’edificio era già stato realizzato.

Senza dilungarmi troppo, la lettura è istruttiva in particolare delle pagine 7 e 8 della sentenza che fanno venire il mal di pancia con la città che ha dovuto subire l’imperio della decisione provinciale (ma erano certamente altri tempi…), uno schiaffone netto e che pare vibrare ancora oggi.

Il parchetto dei ciliegi di piazza Università: è quello il “parco risarcitorio” promesso?

Vengo al dunque. Quello che si sta realizzando in piazza Università è il parco riparatorio promesso? Tralasciando le baruffe chiozzotte fra architetti del 2014 assieme a taluna inopportuna nonché insopportabile laudatio, se fosse così, è un secondo schiaffo in faccia alla città. Non solo sono trascorsi più di quindici anni dalla “motosega domenicale in salsa provinciale”, e quindi arriva con un ritardo semplicemente inaccettabile, ma non può neanche lontanamente sostituire quello che era quel (bel) parco davanti al vecchio ospedale di cui fra l’altro, almeno sul web, non ho trovato neanche traccia. Aggiungiamoci che il tutto fu realizzato con tutta la pesantezza (ma pure palese inutilità) della sanzione dell’illegittimità amministrativa di cui alla sentenza citata.

Inaugurazione: ma ci sarà?

Ecco che quindi che un’inaugurazione, almeno per me come cittadino di Bolzano, sarebbe inopportuna e pure irriguardosa. Perché, a ben vedere, oltre ai ciliegi, si dovrebbe piantare una tabella con la seguente indicazione:

Opera parzialmente risarcitoria del parco abbattuto illegittimamente davanti all’ex ospedale come stabilito dalla sentenza del TAR n. 243/2002.

Si poteva fare diversamente? Sinceramente non lo so, né non sono in grado di giudicare i costi che si stanno sostenendo. Forse la sistemazione della piazza (beh dai, piazzettina) poteva semplicemente farla la Giardineria Comunale, ma è inutile parlarne. Così è stato fatto, così evidentemente “va bene”. Per me mica tanto. Non ho voglia d’essere preso per il naso. Perché quello che era il vecchio (bel) parco davanti al vecchio ospedale sono uno scorcio di città ed una “location” irrimediabilmente persi, in modo illegittimo. Questo è il punto da non scordare.

E ora s’inizi pure il valzer di critiche...