Politik | Riflessione

Autonomia: un bisogno primario

Giornata dell'Autonomia, occasione per riflettere sul valore del nostro sistema di autogoverno e sulla nostra identità.
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croce di vetta Pordoi
Foto: Südtirolfoto/Alessandro Villa

Sono passati dieci anni dall’istituzione della “Giornata dell'autonomia” che, grazie ad apposita legge provinciale intende ricordare, l’accordo De Gasperi-Gruber (il 5 settembre di ogni anno) dal quale trae origine -almeno formalmente- la nostra Autonomia.
Mi rendo conto che porre una riflessione sull’Autonomia, all’indomani delle prossime elezioni provinciali, è rischioso perché potrebbe dare l’impressione che si voglia utilizzare questa giornata per scopi propagandistico-elettorali. Tuttavia sono convinto che la gente sia consapevole della grande possibilità offerta da questo importante strumento che consente (e ha consentito in passato) a questa terra di affrontare adeguatamente le oggettive difficoltà che l’oggi ci pone davanti.

L’Autonomia risponde a un bisogno primario. Vale a dire un autogoverno responsabile di una Comunità di fronte a sfide sociali, ambientali e tecnologiche in un mondo sempre più aperto e interdipendente. Trame complesse su cui si gioca il futuro dell’economia della nostra Provincia e della nostra Regione.
Ma l’autonomia è anche la risposta concreta per la creazione di una nuova Europa intesa come spazio politico e culturale, oltre che economico. Dove sono riconosciuti i valori di pace, libertà e centralità della persona. Un’Europa in cui le istituzioni si impegnano a promuovere lo sviluppo di Comunità sostenibili all’interno di un sistema di interdipendenze globali.
Ridisegnare questi rapporti e paradigmi però è impresa impossibile senza il pieno coinvolgimento e la piena responsabilizzazione dei territori.

In tal senso, l’Autonomia speciale del Trentino-Alto Adige/Südtirol, ha già dato prova di volersi muovere nella direzione dell’innovazione e della responsabilità dei territori e lo ha fatto in occasione dell’Accordo di Milano così come con il Patto di Roma del 2014.
Queste intese hanno dato dimostrazione dell’attitudine della nostra Autonomia alla collaborazione e all’evoluzione.
Non siamo un territorio che si chiude o che si arrocca di fronte al cambiamento ma, al contrario, cerchiamo di governarlo con responsabilità.

Tutto questo è possibile grazie all’Autonomia di cui godiamo e che ci consente di anticipare i tempi, trovare soluzioni “cucite su misura” per il nostro territorio e sperimentare soluzioni innovative.
Al di là dello Statuto, delle Leggi, delle risorse finanziarie e strumentali, c’è un fattore essenziale che caratterizza l’Autonomia e che la rende viva: l’elemento identitario.
L’identità è quel senso di appartenenza forte che va coltivato e nutrito, perché architrave del nostro sistema autonomistico: solo con una cultura collettiva condivisa, forte e partecipata è garanzia di sopravvivenza della nostra Autonomia.

Ma la storia dell’autonomia è legata indissolubilmente anche all’obiettivo della convivenza e della costruzione delle condizioni di convivenza tra le due aree, Trentino e Alto Adige/Südtirol, e tra le minoranze che queste terre abitano. Non va altresì dimenticato che la storia delle due Province è una storia unitaria e c’è da augurarsi che lo rimanga anche in futuro. La collaborazione con tra Trento e Bolzano è condizione irrinunciabile per consolidare e rilanciare l’autonomia. Unità che va perseguita a livello politico e quindi codificata attraverso un ridisegno della Regione, il cui valore va rilanciato in termini di affinità di soluzione alle problematiche comuni, condivisione di esigenze e di comune rappresentanza.
Si tratta di dimostrare assieme con chiarezza ed incisività che autonomia significa esercizio di competenze, servizi con risorse raccolte dalla popolazione locale ma anche solidarietà con il resto del Paese e partecipazione al processo di risanamento dello Stato così come aiuto nei momenti di difficoltà (terremoti o altri tragici eventi).

Per concludere Autonomia equivale a libertà, flessibilità e autorealizzazione ma significa anche assumersi la responsabilità per l'oggi e il domani. Significa poter progettare e programmare il proprio destino con la consapevolezza del proprio passato ma con l’occhio attento al futuro.

Fermarsi una giornata a riflettere su questo patrimonio è fondamentale per ogni trentino perché l’autonomia non arriva per caso ma è un percorso faticoso, da affrontare giorno dopo giorno con l’obiettivo di organizzare al meglio gli strumenti con cui vincere le sfide del futuro. Conoscere questo strumento, le sue origini e suoi riflessi sulla nostra società significa aumentare la consapevolezza di ciò che siamo e alimentare il senso di appartenenza a una terra speciale e responsabile.

L’auspicio è quindi che il 5 settembre non si limiti ad essere una cerimonia istituzionale ma che diventi sempre più festa dei trentini e occasione di autentica riscoperta della nostra identità autonomista.

NICOLA FIORETTI
Presidente OSAR (Osservatorio Studi Autonomistici Regionali ed Europei)

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Benno Kusstatscher Di., 04.09.2018 - 20:35

Ma non è un po' contradittorio questo tuo pezzo, Nicola? Una "cultura collettiva condivisa" fra BZ e TN, dai, diciamo che ci sia. Ma nell'Alto Adige mi pare, né sta cultura collettiva condivisa né i legami storici siano forti riguardo i gruppi etnici. E se l'autonomia risponde a un bisogno primario, l'autogoverno, e la creazione di una nuova Europa, non è evidente che l'autonomia sarà garantita a tutti i territori e che non c'è più spazio per l'argomento della storia unitaria per giustificarla?

Di., 04.09.2018 - 20:35 Permalink