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Frosini, il diritto come ideale

“L’idealismo giuridico di Vittorio Frosini”: il libro di Antonio Merlino sul giurista e intellettuale, precursore della bioetica. La recensione di Constance d’Ornano.
Vittorio Frosini
Foto: leussein.eurom.it

Dopo essersi interessato all’influenza di Hans Kelsen († 1973) sui giuristi italiani del ventesimo secolo nei suoi Storia di Kelsen: la recezione della Reine Rechtlehre in Italia (Editoriale scientifica, 2012) e Kelsen im Spiegel der italienischen Rechtslehre (Peter Lang, 2013), e aver offerto una rilettura inedita di Montesquieu († 1755) con Interpretazioni di Montesquieu (Il Formichiere, 2018) e Montesquieu. Eine Perspektive (De Gruyter, 2019), Antonio Merlino, docente nelle università di Salisburgo, propone un’analisi approfondita del cuore del pensiero di un autore più recente ma non meno imprescindibile per la scienza giuridica, nel suo libro dal titolo L’idealismo giuridico di Vittorio Frosini, pubblicata in dicembre 2019 nella collana Piccola Biblioteca del Pensiero Giuridico − diretta da Diego Quaglioni − della casa editrice Il Formichiere. 

Vittorio Frosini (1922-2001) è incontestabilmente una figura originale e di massima importanza nel paesaggio intellettuale europeo: precursore in diversi e nuovi campi del diritto positivo, come la bioetica o l’informatica giuridica, Frosini ha sempre perseguito una riflessione teorica − iniziata nel 1962 con la sua opera La struttura del diritto − concentrata sul concetto di diritto stesso oltrepassando le suddivisioni tematiche classiche. Sebbene non si tratti di un primo lavoro dedicato a questo giurista e filosofo del Novecento, l’originalità dello studio di Merlino consiste nel focalizzarsi sulla ricostituzione di quello che costui considera non un aspetto particolare del pensiero di Frosini bensì il centro di gravità: il suo idealismo giuridico, le cui critiche del normativismo, del formalismo, del positivismo e della scuola analitica del linguaggio ne sono le manifestazioni. 

Il libro di Merlino si apre con una prefazione del professor Tommaso Edoardo Frosini, figlio di Vittorio Frosini e tra i più autorevoli costituzionalisti italiani: l’introduzione ricorda al lettore le precedenti ricerche attinenti al padre – ricerche di cui Merlino è un fine conoscitore. Dopo un prologo – La solitudine dell’uomo libero – che, attraverso un’illustrazione cronologica dei lavori di Frosini, pone in connessione l’uomo e l’opera, la prima parte − La dialettica tra spirito e lettera della legge − intende mostrare in che modo Frosini ha cercato di ristabilire una dialettica tra la norma e la coscienza, la forma e il contenuto, la lettera della legge e la sua interpretazione.

Merlino ci ricorda le posizioni innovative di Frosini sulla nozione di equità (p. 36-39), concetto che ancora oggi solleva la diffidenza dei giuristi, e formula l’ipotesi di considerare costui come uno dei migliori interpreti di Montesquieu (p. 21-22). Nella seconda parte – L’idealismo giuridico −, Merlino, contrapponendo l’idea del diritto di autori tali Kelsen – per cui la norma legale trae forza vincolante non dal contenuto ma dalla forma –, Benedetto Croce († 1952) o Giovanni Gentile († 1944), a quella sviluppata da Frosini, svela come quest’ultimo, nel criticare di quegli stessi autori, ha cercato di riabilitare la tradizione giuridica anteriore che costoro avevano minato. Inedita, questa prospettiva di lettura porta Merlino a esaminare la critica mossa a Croce da Guido Calogero († 1986) e la sua influenza su Frosini (p. 50-52) così come l’interpretazione di Kelsen della teoria dello stato di Dante († 1321) (p. 75-80).

La terza e ultima parte del libro è parimenti originale: guidato dalla volontà di ritrovare le influenze e ispirazioni di Frosini, Merlino fa entrare in risonanza il pensiero del giurista non solo con le opere d’autori della generazione precedente − Giuseppe Capograssi († 1956), Santi Romano († 1947) e Orazio Condorelli († 1969) − considerati come suoi maestri, ma anche con quelle di suoi contemporanei − Pietro Piovani († 1980) e Salvatore Satta († 1975). Così facendo, Merlino concorre a mettere in luce i teorici volti a liberare il diritto dalla morsa del formalismo puro, e a specificare il contributo di Frosini a tale dottrina. Se Merlino dedica un intero capitolo di quest’ultima parte all’influenza delle scorie derivate dalla ferita inflita dello sconvolgimento totalitario – quali la necessità di ripensare la nozione di diritto naturale e il suo rapporto con il diritto positivo – sul pensiero legale di Frosini e di altri giuristi della seconda metà del ventesimo secolo (p. 92-97), presta inoltre attenzione a questa problematica centrale attraverso altri aspetti elaborati nella monografia (p. 33, p. 44, p. 64, p. 112-113, p. 122-123). Un breve epilogo – il cui il titolo Giureconsulto e umanista riflette perfettamente il ritratto dipinto da Merlino della concezione del diritto di Frosini, diritto non ridotto ad un ammasso di regole, ma ideato come un sistema articolato e mobile di comportamenti sociali − apri su uno dei aspetti del riflesso di Frosini che non ha perso nulla della sua attualità: la relazione tra diritti del uomo e statalismo giuridico.

In aggiunta al suo stile chiaro e preciso, il saggio di Merlino, risultato di un lavoro scientifico e rigoroso al crocevia tra la filosofia del diritto e la storia delle idee, presenta il vantaggio di fondarsi sugli scritti originari – non solo di Frosini ma anche di tutti gli altri autori menzionati nel corso della monografia − i cui estratti sono citati a sostegno delle sue dimostrazioni. Infine, lo sforzo di Merlino nell’evidenziare che il pensiero di Frosini − guidato da una riflessione storica ma dimostrando sua capacità di anticipare il futuro − si rivela di notevole interesse tanto per intuire i grandi dibattiti del secolo scorso riguardanti l’essenza e la funzione del diritto, quanto per affrontare le sfide giuridiche attuali e prossime, completa a fare di questo libro un riferimento inevitabile per quanti, specialisti o meno di Frosini, siano desiderosi di considerare il diritto dal prisma delle scienze sociali.