Chronik | Marmolada

Marmolada, i dispersi scendono a 5

9 dei 14 dispersi sono stati rintracciati nelle ultime 24 ore. Identificati anche i proprietari delle auto parcheggiate. Kompatscher: “Singoli eventi non prevedibili”.
Soccorsi Marmolada elicottero soccorso alpino
Foto: Shanty de Vries/@shanpics_

La speranza è l’ultima a morire”: con queste parole, pronunciate ieri (4 luglio) ai microfoni della stampa assiepata al centro operativo allestito a Canazei, il delegato del Soccorso Alpino e Speleologico per le Dolomiti Bellunesi Alex Barattin illustrava il lavoro dei soccorritori sulla Marmolada. “Le speranze di trovare persone in vita sono limitatissime”, spiegava Barattin, “sul ghiacciaio sono stati avvistati ulteriori materiali e anche corpi” attraverso “le ricognizioni fatte con i droni per non esporre le squadre di salvataggio”. Ma “la speranza che qualche disperso si trovi nelle aree limitrofe o su qualche sentiero ce l'abbiamo ancora. Chi va in montagna magari spegne il cellulare”.

 

 

Così è stato. Nelle ultime ventiquattro ore, ben 9 dei 14 dispersi sono stati rintracciati. Tra questi anche il trentino Davide Carnieli, ricoverato all’ospedale di Treviso e riconosciuto dai familiari attraverso alcune foto. Sono state inoltre attribuite tutte le auto con targa straniera parcheggiate nella zona. Il numero di quanti mancano all’appello si è dunque abbassato a 5, mentre quello delle vittime accertate è fermo a 7, lo stesso riportato ieri dal governatore del Trentino Maurizio Fugatti durante l’incontro con il premier Draghi, Zaia e Kompatscher.

 

 

La montagna? “Più pericolosa”

 

Il Presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, ha ribadito oggi (5 luglio) nel corso della conferenza stampa di Giunta quando affermato ieri a Canazei: “Andare in montagna per vivere a stretto contatto con la natura ha sempre comportato dei rischi. Ora i pericoli sono aumentati” sebbene “singoli eventi di questo tipo non siano prevedibili”. Secondo il Landeshauptmann “salire in alta quota è diventato più pericoloso e chi affronta queste ascese deve mettere in conto, purtroppo, rischi più elevati. Negli ultimi cento anni, con il nostro comportamento, siamo arrivati a questa situazione che ha portato alla crisi climatica”, perciò “siamo tutti tenuti a riconoscere e valutare il crescente pericolo”.