Umwelt | Sasa quo vadis?

Sasa e le troppe domande aperte

Appare evidente che qualcosa non vada per il verso giusto in Sasa. Domande aperte, nessuna risposta, trasparenza a zero, avanti a tutto gasolio. Con i mass media che...
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Foto: TCA Alto Adige TV

Accenno solo ad alcune tematiche. La prima che mi viene in mente è la questione sicurezza dopo alcuni episodi violenti e l’azienda, come in questo articolo del 12 luglio, dove il vertice Sasa afferma che “saranno allestite vere e proprie cabine con protezioni maggiori rispetto a quelle presenti ora sugli autobus”. Solo che a “stretto giro di posta” è arrivata una smentita secca da parte delle OO.SS. che il 16 luglio smentiscono i vertici di Sasa. Dopodiché è calato il silenzio sulla questione. Come la penso io? Ricordo che il presidente di Sasa in passato non fosse così entusiasta di cabine totalmente chiuse e anche nel sopra citato articolo non si capisce bene a cosa si riferisca: o le cabine degli autisti sono chiuse oppure il resto è mera fuffa.

Altro tema la folle corsa di un bus Sasa fuori Bolzano con un autista inchiodato dal video di una dash-cam il 18 luglio scorso. Del seguito della vicenda non si sa nulla. La trasparenza dov’è, giusto per gradire?

Questione aria condizionata. Un tema che avevo sollevato pure io nel settembre 2016. Il 4 agosto lettera sul giornale (in fondo) con il solito problema. Ovvio che in questi giorni, se non viene acceso il climatizzatore, il bus è praticamente un forno con i disagi che ne conseguono. Correva voce l’anno scorso, mai confermata ufficialmente, che la questione sia l’aumento notevole dei consumi di carburante dei bus con indicazione “informale” di non accenderla e che il tutto sarebbe comunque gestito ad discretionem dagli autisti. Beh, vedendo alcuni bus con i finestrini aperti, ancora oggi evidentemente, come notai anche di recente, non si sa come usarli ‘sti impianti. Viaggiare senza a/c in questi giorni è un insulto ai viaggiatori, viaggiare con l’a/c accesa e i finestrini aperti vuol dire ancora oggi non capire che i finestrini vanno tenuti chiusi. Evidentemente o i vertici Sasa non danno indicazioni precise oppure si fa a casaccio. Bella roba…

Società in-house: opportunità o cos'altro?

Altra questione sostanziale. Società in-house. Prendiamo atto della decisione della Provincia di non mettere a gara i servizi urbani (la domanda rimane: e le linee interurbane gestite da Sasa? ) come stabilito dalla delibera della G.P. n. 439/2017 dove si legge nella relazione all’art. 5, Commi 3 e 4: “Con l’acquisizione delle quote della società “SASA Spa” si vuole garantire una pianificazione di medio-lungo periodo del trasporto pubblico urbano e suburbano e promuovere specifici progetti innovativi e sostenibili nell’ambito del trasporto pubblico locale.”

Nell’articolato la “giustificazione ufficiale” per la scelta in-house: "3. Al fine di garantire e promuovere forme di mobilità innovative e ecosostenibili per i servizi di trasporto pubblico urbano e suburbano nei maggiori agglomerati urbanizzati, la Giunta provinciale è autorizzata ad acquisire quote di partecipazione del capitale sociale della società “SASA Spa”. 4. Alla copertura della spesa nella misura massima di Euro 500.000,00 a carico dell’esercizio finanziario 2017, derivante dall’attuazione del comma 3, si provvede nell’ambito dell’autorizzazione legislativa recata dalla legge provinciale 21 gennaio 1987, n. 2, a valere degli stanziamenti iscritti, per l’anno 2017, al titolo 3 della spesa, nella missione 1, al programma 3 ai fini del bilancio di previsione 2017-2019."

Il tutto è stato approvato l’8 giugno dal Consiglio Provinciale. Credo che quanto scritto nella relazione e nell’articolato facciano davvero a pugni con la realtà. Sull’incomprensibile e assurda decisione di comprare 38 nuovi bus a GASOLIO, avvallata e decisa dalla Giunta Provinciale l’8.11.2016 (le motivazioni rimangono secretate, evviva la trasparenza…), finora non si trova traccia né sulla Gazzetta Ufficiale europea, né su bandi-altoadige.it, altrettanto dicasi dei quattro bus elettrici (anche se ho il timore che il tutto sia già stato fatto con un certo tal noto costruttore…). Salvo che non ci si riferisca ai 12 bus a idrogeno (altra scelta molto, ma molto discutibile, come ho avuto occasione di spiegare) del progetto Jive che però saranno di STA e solo “guidati” da Sasa.

Fra l’altro leggo oggi sulla Tageszeitung di possibili ricorsi e controricorsi sulla scelta in-house. Personalmente, in tempi “non sospetti”, avevo scritto che sarebbe stato meglio bandire anche i servizi urbani visto che di “progresso tecnologico” Sasa, a parte le "laudatio paganotte", fa solo sorridere.

Per tacere dei 4/5 bus usati da 18 metri a gasolio acquistati di soppiatto e mai presentati pubblicamente e altrettanto mai inseriti nella pagina web di Sasa dedicata alla flotta. Perché?

In merito alle alternative all’amatissimo gasolio altoatesino, il 29 settembre a Bologna ci sarà un convegno organizzato da Tper sul trasporto pubblico e i carburanti alternativi. Sarà presente qualcuno dei ferventi sostenitori del gasolio sudtirolese del mondo del tpl altoatesino e dell’amministrazione provinciale altoatesina? Ne dubito fortemente.

La conferenza stampa agostana: la mancanza delle domande “ficcanti” fra banalità e uno strano utile d’esercizio

Ebbene, quando avevo praticamente concluso di scrivere questo intervento, mi sono ritrovato con la conferenza stampa bella che fatta, grazie anche al fatto che, banalmente, non l’ho saputo (o peggio, si è fatto in modo che non venissi a saperlo, come è già accaduto...) e posso immaginare il sollievo del presidente e della direttrice a non vedermi dopo l'intervista fatta loro qualche mese fa.

Fra le cose riferite, ma cosa c’azzecca la citazione dell’Atac di Roma? Una manovra “diversiva” per non parlare di altro? E’ come “sparare sulla Croce Rossa” e di davvero pessimo gusto. Poi come mai la conferenza stampa solo ad agosto? Sui bus nuovi solo un accenno (l’ennesimo…) ma si evita accuratamente di utilizzare la parola “gasolio” o “diesel” (una sorta di “escamotage per pubbliche relazioni”), utilizzato abitualmente da Sasa e Provincia di Bolzano (un paio d'esempi: la presentazione di bus Libus nell’agosto 2016 o la presentazione dei progetti per la mobilità ad inizio gennaio 2017), e in genere nel mondo del tpl, per rendere “candide” scelte che, ad esempio in Francia o nei paesi scandinavi, farebbero sbellicare dalle risate da quanto sono retrograde. Hai voglia di parlare di trasformare la flotta a zero emissioni… con quali soldi, please?

Poi tutte le domande che riguardano i temi che ho affrontato sopra, non fatte che riassumo:

  • questione cabine di sicurezza, quale risposta alle critiche dei sindacati?
  • nuovi autobus, certo idrogeno ed elettrico, ma i prossimi diesel come si giustificano? E come si finanzierà l'acquisto dei bus nella società in-house?
  • “nuovi” bus usati: perché sono stati acquistati?
  • questione in-house: quale la tabella di marcia?
  • quale il programma pluriennale di sostituzione dei bus per avere la flotta ad “emissioni zero” e come si pensa di finanziarli?

L’utile 2016 di Sasa: come mai così alto?

Poi il dato sull’utile della società appare davvero interessante, soprattutto se si considerano i dati degli ultimi 10 anni, che, questi sì, si trovano sul sito web di Sasa e tramite un banale giro sui motori di ricerca. Eccoli:

  • 2016 721.213 €
  • 2015 141.925 €
  • 2014 67.220 €
  • 2013 138.178 €
  • 2012 99.129 €
  • 2011 95.267 €
  • 2010 103.900 €
  • 2009 145.630 €
  • 2008 93.200 €
  • 2007 208.800 €

Domande non fatte:

  • come mai un utile così alto?
  • come si è realizzato tale utile?
  • come si intende utilizzarlo?

Forse che questi dindi servano in qualche modo a compensare l'investimento della Provincia di cui ho parlato più sopra? Siamo lì con le somme in ballo... oltretutto tale avanzo potrebbe coprire tutto o gran parte del maggior costo sei i prossimi 38 bus fossero acquistati a metano invece che a puzzolio. Quindi la questione non è per nulla banale, tutt'altro.

Il nocciolo è: possibile che nessuno abbia avuto l’ispirazione o la curiosità di porre tali quesiti?

I riflessi fra carta stampata e video: che delusione!

Riguardo ai media si comincia con il lapsus freudiano dei “721 milioni” di utile dei due servizi Rai (TGR e Tagesschau) oltre a parlare di “15 bus elettrici per la nuova linea” alla Tagesschau, peccato che si parlasse di bus elettrici per la linea 15… va bene, un refuso, ma che refuso! Fra l’altro anche sulla linea 15 prima bus “normali”, poi i bus elettrici, ma quando e con che costi? Altre domande non poste… caspita!

Il resto dei resoconti dei media, fra tv (i citati servizi Rai, poi Rttr e TCA) e giornali Alto Adige, Corriere Alto Adige con il tram (non mi esprimo sul progetto in sé ma credo che si dovrebbe riflettere sui costi, circa dieci volte i costi degli autobus e, soprattutto, degli elevatissimi costi di manutenzione di cui nessuno parla), Dolomiten, che peraltro è l'unico a specificare che la nuova linea 18 non avrà all’inizio i bus elettrici ma  tradizionali… anche qui, per quale motivo ma non è stato chiesto… Tutto è quasi noiosamente uguale. Dal che se ne deduce che domande specifiche, come le non poche che ho posto in questo intervento non ne siano state fatte. Perché?

Evidentemente vengo ignorato con le mie filippiche da dieci anni a questa parte. Piccolo particolare: in tutti questi anni non sono mai stato smentito né da Sasa, né dalla Provincia. Capisco che se non si è approfondita la materia, che non è propriamente semplice, è difficile porre delle domande “fuori schema” dai canoni tranquillizzanti, cerimoniosi nonché sonnolenti delle conferenze stampa locali. Se poi mi sento incredibilmente dire, come è accaduto di recente, che parteciperei alle conferenze stampa solo per “dimostrare di saperne di più”, penso che il collega abbia davvero capito… una beata fava. In quella occasione fui l’unico a porre delle semplici domande ma per avere informazioni che nel testo del comunicato non c’erano. Quindi?

Ma poi, piccola annotazione a latere, non ci si lamenti se i giornali vendono sempre di meno e i tg hanno sempre meno spettatori se non fanno altro che proporre acriticamente ogni cosa detta in una conferenza stampa.

Ultima cosa: come mai la Sasa non ha una sezione “press” sul proprio sito dove inserire i propri comunicati? Bisogna attendere che arrivi “mamma” Provincia per farlo? Anche questa, infatti, è trasparenza. Ma si sa che in Sasa si è trasparenti fino dove si vuole, dopo è solo un muro di gomma.