Gesellschaft | Rifugiati

Nell’occhio del ciclone

L’assessore bolzanino Sandro Repetto fa il punto sull’accoglienza dei profughi fuori quota: “Il nostro è un monitoraggio continuo”.
repetto3.jpg
Foto: salto

Sandro Repetto non ci ha messo molto ad entrare appieno nel suo ruolo di assessore alle Politiche Sociali del Comune di Bolzano. Con in agenda ogni giorno una priorità su tutte, e cioè l’emergenza continua riguardante i cosiddetti 'profughi fuori quota', cioè quelli eccedenti i quantitativi definiti e redistribuiti a livello nazionale, regione per regione.

Nelle ultime ore in merito si è detto tutto e il contrario di tutto. Con la Provincia che tenta da una parte di alleggerire la città di Bolzano e dall’altra di non inimicarsi le comunità locali. Nonostante il fatto che sia ormai scaduto da quasi una settimana l’ultimatum dato ai Comuni relativamente alla segnalazione di strutture dove ospitare ‘eventuali emergenze future'. 

Ad aggravare il clima nei giorni scorsi si sono aggiunte alcune notizie che hanno rivelato le tensioni che nei mesi scorsi hanno contrapposto la Provincia stessa da una parte e dall’altra il privato sociale che da tempo si occupa di profughi (“non solo Caritas ma anche Fondazione Langer”, di dice Sandro Repetto). E dulcis in fundo gli interrogativi, di cui salto.bz si è già oggi occupato, relativi alle motivazioni che hanno portato paradossalmente non occupare spazi per i profughi già da mesi disponibili come il maso dell’imprenditore Frasnelli a Gries

Perché lo stabile di Frasnelli ancora non ospita nessuno? 
Ebbene: le opinioni in merito divergono alquanto.
La Stocker oggi dice che l’edificio non è in regola con le rigide prescrizioni nazionali antincendi ed in merito alla sicurezza. Frasnelli dice invece che in realtà è tutto a posto e che in poche ore la struttura potrebbe ospitare i rifugiati fuori quota, ma che la Provincia da quando lui ha messo a disposizione l’edifico non si è saputo più nulla. 
Intanto le malelingue veicolano voci che dicono che sarebbero gli stessi cittadini di Gries a non volere i profughi ed è per questo che la struttura dell’imprenditore finora non è stata sfruttata, anche se disponibile. 

Giriamo la domanda all’assessore Repetto che sembra avere le idee chiare in merito. 

“Mi sembra una polemica strumentale. Nessun rione della città di Bolzano ha piacere di accogliere profughi, questo mi pare evidente. Ma c’è anche chi il problema lo vede e dice che va affrontato e ognuno debba fare al sua parte. Dire che la presenza dei rifugiati promuoverebbe l’integrazione all’interno di un quartiere come dice Frasnelli mi sembra molto problematico. L’integrazione si fa anche nei capannoni e nelle strutture fisse, cercando di impiegare queste persone. Da un alto nella conoscenza della lingua (questi non sanno l’italiano e il tedesco, ma nemmeno l’inglese) e dall’altro attraverso il coinvolgimento in lavori socialmente utili.”

Repetto poi precisa, lasciando intendere quanto confusa sia l’informazione che circola in questi giorni su questo tema così delicato per l’opinione pubblica. 

“Voglio precisare il fatto che la struttura offerta da Frasnelli in realtà risponde ad altre esigenze essendo stata concepita per essere occupata da famiglie e non da profughi singoli” 

All’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Bolzano giriamo anche le accuse lanciate stamane dalla sua omologa provinciale Martha Stocker nei confronti dello stato italiano, colpevole di penalizzare le regioni d’Italia privandole della necessaria redistribuzione di profughi. In una sua presa di posizione molto secca stamani l’assessora provinciale ha fatto esplicito riferimento anche all’effetto di ‘attrazione’ esercitato dalla Provincia di Bolzano nei confronti dei profughi, tale da causare ‘prudenza’ nel creare offerte di accoglienza. E mettendo appunto in contrapposizione Provincia ed enti di volontariato, no citate e definite da Stocker “certe organizzazioni”. 

Interrogato in merito, Repetto in realtà dà ragione alla Provincia dicendo che si tratta di "un problema vero e concreto”. L’assessore bolzanino ricorda il fatto che molti profughi ’fuori quota’ cercano di proseguire il loro viaggio verso destinazioni diverse dall’Italia. Ed è per questo che alla stazione di Bolzano vengono fatti scendere dai treni per non decongestionare la situazione al confine (“ed avere quindi di conseguenza effetti ancora più nefasti su Bolzano”, precisa Repetto). 

Bloccare i profughi in stazione e poi non sapere dove metterli è il male minore?
Repetto non nega che sia così.

“Questa situazione non possiamo nascondercela e voglio ricordare che il magazzino ex Ali Market è stato affittato dalla Provincia a Bolzano proprio per poter ad affrontare un’eventuale emergenza in questo senso.”

Stocker denuncia il fatto che la Provincia di Bolzano sarebbe di fatto svantaggiata rispetto ad altre regioni d’Italia per quanto riguarda la redistribuzione. Ma si può davvero dire che siamo svantaggiati rispetto ad esempio a Sicilia, Calabria e Puglia?
Ancora Repetto: “la paura in Provincia di Bolzano è accada qualcosa di simile a quanto successo a Como o in Liguria".
E l’assessore della giunta Caramaschi ripete: “in quella situazione ad essere la più colpita sarebbe la città di Bolzano, quindi tenere alta l’attenzione e sotto pressione Roma è senz’altro opportuno”.

L’assessore a questo punto ci saluta perché deve per l’appunto recarsi alla stazione di Bolzano per verificare la situazione.

“Il nostro è un monitoraggio continuo. Si tratta in realtà di un problema di carattere internazionale. Ed è inutile che noi stiamo qua a discutere: quelli della distribuzione o non distribuzione sono comunque dei paliattivi. Noi lavoriamo per l’immediato, nella prospettiva che tra pochi mesi torneremo a dover gestire l’emergenza freddo. Non possiamo fare altro.”