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“Internet a scuola? Inutilizzabile”

Dirigenti e referenti informatici delle scuole superiori italiane sono in rivolta: “La rete non funziona, siamo costretti ad usare gli hotspot dei nostri smartphone".
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Foto: Salto.bz

La vera e propria emergenza è scoppiata lo scorso 22 settembre, quando ha avuto luogo un incontro convocato dai responsabili dell’Intendenza scolastica italiana ed i tecnici della Ripartizione Informatica della Provincia. Ufficialmente lo scopo dell’incontro era “indicare con chiarezza le modalità di lavoro che dal corrente anno scolastico sono entrate a regime in tutte le scuole in lingua italiana della Provincia”. Con all’ordine del giorno in particolare le ultime notizie sul progetto FUSS (formazione e didattica con l'utilizzo delle tecnologie), nonché una non meglio precisata “definizione e presentazione dei servizi e competenze”. L’incontro prevedeva anche un momento di confronto per raccogliere interrogativi ed è stato in quel frangente che è scoppiata la bagarre, nello specifico quando il referente informatico del ISS Galilei di via Cadorna Daniele Modonese si è chiesto che senso avesse parlare di registro digitale e digitalizzazione della scuola, quando è risaputo in tutti gli istituti che la connessione ad internet è assolutamente inadeguata, risultando normalmente lentissima se non spesso addirittura non funzionante

All’interrogativo di Modonese si sono immediatamente associati tutti i dirigenti e i referenti informatici presenti. E tutti sono rimasti allibiti quando alla frustrazione si è aggiunta la beffa, nel momento in cui il rappresentante dell’Intendenza Claudio Dalle Luche (direttore sostituto dell’Ufficio finanziamento scolastico) e il tecnico della Ripartizione Informatica Georg Runggatscher hanno risposto alla domanda. 

salto.bz : Prof. Modonese, cosa vi hanno risposto?
Daniele Modonese - Dopo le belle premesse sulla scuola digitale e quindi registro elettronico, classi capovolte, piattaforme ecc., alla nostra obiezione che non riusciamo nemmeno a fare l’appello con il registro elettronico perché la connessione è troppo lenta, ci hanno detto che hanno le mani legate e che dovremo aspettare per un tempo indefinito e cioè fino a quando la Provincia non avrà steso la sua fibra ottica. Ci hanno detto che la Provincia in merito ha stanziato 4 milioni di euro ma non si sa quando i lavori finiranno.

Ma come, le scuole e soprattutto quelle tecniche non dovrebbero essere all’avanguardia da questo punto di vista?
Sì, ma solo in teoria finora. Al momento abbiamo contratti da 7 mega, cioè quelli più lenti tra quelli che servono normalmente gli appartamenti privati. Qui in strada (in via Cadorna, ndr) in realtà le scuole Galilei, Battisti e Delai potrebbero già collegarsi alla fibra ottica che però è quella di Telecom. 

Appunto: intanto non sarebbe possibile temporaneamente collegarsi con la fibra Telecom?
La proposta noi l'abbiamo fatta. Ma ci hanno detto che ci muoviamo in questo senso poi perdiamo completamente l’assistenza da parte della Provincia. Come dire: “se vi tirate fuori poi vi arrangiate”.

A voi risulta che il problema è condiviso anche dalle scuole superiori di lingua tedesca?
A me colleghi delle Max Valier hanno detto che non stanno meglio di noi. 

A questo punto come pensate di muovervi voi coordinatori tecnici informatici delle scuole? 
Come Galilei e Battisti cercheremo di fare richiesta alla Telecom per capire quali sarebbero eventualmente i costi per l’allaccio alla loro banda larga. All’incontro i rappresentanti della Provincia ci hanno detto che secondo loro ad ogni scuola il collegamento con Telecom potrebbe costare annualmente tra i 15 e i 20mila euro, più tutta l’assistenza. 

Sarebbe una spesa sostenibile?
Secondo noi sì, soprattutto se riusciamo ad avere finalmente il servizio che finora ci è mancato.

Insomma: voi avete detto alla provincia che con l’attuale internet nelle scuole per voi è assolutamente impossibile l’attivazione del nuovo sistema digitale per comunicazioni e servizi. I computer ci sono, i software anche, mentre la rete è inadeguata. E loro vi hanno risposto di aspettare a tempo indeterminato. 
Proprio così. 

Ma almeno l’intranet nelle scuole funziona?
Esiste un’altra rete provinciale che però è usata solo dalle segreterie amministrative. Penso che lì non abbiano grossi problemi, anche per il tipo di utilizzo che hanno. 

E per voi invece è diverso, perché frequentemente avete bisogno di trasferire e condividere files di grosse dimensioni.
Per noi è già un problema visualizzare un video, ad esempio.

E allora come fate di solito?
Noi insegnanti usiamo le nostre cose, i nostri smartphone e i nostri tablet. Ho sentito che questa situazione è comune anche alle altre scuole. Solo così riusciamo a lavorare. Usiamo i nostri device e le nostre connessioni. Io spesso con i miei studenti condivido la connessione privata del mio tablet, utilizzando il suo hotspot wi-fi. La condividiamo in 10-15 e siamo comunque molto più veloci che se utilizzassimo la rete scolastica. 

Il problema della connessione ad internet troppo lenta nelle scuole riguarda solo Bolzano o anche gli altri centri della provincia?
Il disagio ce l’hanno tutti. E Non possiamo andare avanti così. 

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Martin B. Do., 06.10.2016 - 18:01

Ein Trauerspiel! Frau zuständige Landesrätin: kein schönreden mehr sondern endlich Fakten. Das in Bozen mit zig Ober- und Berufsschulen die Internetverbindungen nicht funktionieren und gleichzeitig eine Cloud-Digitalisierung und Zentralisierung stattfinden soll, welche echtes Breitband benötigt, ist mehr als ein Witz!

Do., 06.10.2016 - 18:01 Permalink
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anton auer Fr., 07.10.2016 - 10:13

Danke Luca, für dieses Warnzeichen !
Es scheint ein "technisches" Problem zu sein, aber in Wirklichkeit wird hier den Kulturlandesräten Achammer und Tomasini die rote Karte gezeigt:
Was bedeutet:
"una non meglio precisata “definizione e presentazione dei servizi e competenze”
Um welche "Dienste" und welche "Kompetenzen" geht es in Südtirols Schulen im Zusammenhang mit dem Thema Internet. ?
Das ist nicht eine technisches Problem, sondern eine kulturelle Herausforderung.
Sicher, wenn die technisch zuständige Landesrätin die "Digitale Bildung" sich in einer Flucht nach vorne anscheinend dem "Big Brother" anvertraut, der "schon alles richten wird", dann hilft das auch nicht viel.
Wir sollten wohl von den Wolken runtersteigen.

Fr., 07.10.2016 - 10:13 Permalink
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anton auer Fr., 07.10.2016 - 11:57

Antwort auf von anton auer

sorry, (Korrekturen von Kommentaren sind derzeit auf salto nicht möglich?)
....wenn die technisch zuständige Landesrätin sich in einer Flucht nach vorne anscheinend dem "Big Brother" anvertraut, der "schon alles richten wird", dann hilft das für die "Digitale Bildung" auch nicht viel.
Hinter allem steht die Notwendigkeit von mehr Transparenz und (nachhaltiger) Dialogbereitschaft der verantwortlichen Akteure, damit in Südtirol besser gearbeitet und gele(h)r(n)t werden kann.

Fr., 07.10.2016 - 11:57 Permalink