Gesellschaft | Industry Day

“Università e imprese crescono assieme”

Il prorettore Johann Gamper presenta il primo Industry Day dell’Unibz. Imprenditori e docenti si incontrano: “Nuovi progetti di ricerca, con la sinergia vincono tutti”.
Hinweis: Dies ist ein Partner-Artikel und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
industry day
Foto: unibz

salto.bz: Johann Gamper, docente ordinario della facoltà di Scienze e tecnologie informatiche, nonché vice-rettore alla ricerca dell’università di Bolzano, lei sta seguendo da vicino la preparazione del primo Industry Day dell’ateneo altoatesino che si terrà giovedì 7 novembre al campus della unibz. L’obiettivo dell’appuntamento, promosso assieme ad Assoimprenditori, è “avvicinare industria e realtà accademica”, è così?

Johann Gamper: certamente. L’evento copre tutte le cinque facoltà dell’Unibz e offre un’ampia vetrina sui progetti di ricerca avviati dalle diverse realtà dell’ateneo. L’obiettivo generale è quindi avvicinare l’università al mondo industriale, inteso non solo come manifattura, ma come mondo economico nel suo complesso, che comprende, turismo, agricoltura, servizi, tutte le categorie.

 

Avvicinare i due mondi, talvolta distanti, ma anche “presentare l’università - si legge nella locandina - come potenziale partner per le aziende altoatesine”: è il secondo scopo dell’evento?

Esatto. Noi scegliamo alcuni professori con progetti specifici che sono di natura applicativa, quindi con dei risvolti maggiori nell’ambito della ricerca applicata. I docenti presentano i progetti per spiegare quali sono le tematiche su cui lavoriamo e come possono essere funzionali ad un contesto industriale. Auspichiamo quindi che all’Industy Day vengano le aziende, che possono capire da vicino cosa facciamo e magari trovino lo spunto di collaborare con l’uno o l’altro docente su progetti rilevanti per la propria attività imprenditoriale.

 

Quante collaborazioni sono già in corso tra università ed economia locale?

Non abbiamo numeri precisi, però tante collaborazioni sono in corso e vogliamo che aumentino ancora. L’ateneo si è posto la sfida di trovare fondi esterni, perché ogni ente oggi deve fare la propria parte per autofinanziarsi, e lavora per far crescere il numero di progetti congiunti tra docenti universitari e imprese industriali. Qui a Bolzano c’è sicuramente spazio per migliorare. Siamo un’università giovane e dobbiamo imparare a collaborare di più. Questo vale per noi e per le stesse imprese: seguiamo l’esempio di realtà come Monaco o Zurigo, che hanno più storia accademica e più esperienza negli aspetti applicativi della scienza.

 

Resta però una certa distanza tra i due settori, soprattutto tra ricerca e mondo delle piccole e medie imprese. Condivide?

A volte le aziende mostrano l’interesse a collaborare, ma poi non sanno come fare e non sanno che tipo esattamente di lavoro noi facciamo in università. Io credo che sia utile mostrare una panoramica di ciò che fanno gli esperti. Così ci si conosce, poi si fa una chiacchierata e magari nascono idee e progetti comuni. Bisogna continuamente essere presenti, inoltre i progetti cambiano di anno in anno, si presentano nuovi trend. Quello che vogliamo fare è in altre parole creare una rete permanente tra scienza e economia.

 

Quali aree di ricerca saranno al centro dell’evento?

Direi tutte, o quasi tutte, visto che manca la facoltà di Scienze della formazione di Bressanone, della nostra università. Ambiti che tra l’altro sono sono sempre più interdisciplinari, come richiede il mondo della ricerca contemporaneo. Si parte da “Internet of Thing e Industria 4.0” per finire con ‘It and Infrastructure”, passando per “startup e imprenditoria” e “agricoltura e ambiente”.

 

Nel presentare l’appuntamento Nikolaus Tribus, vicepresidente di Assoimprenditori, ha detto che l’associazione è riuscita assieme all’università a sviluppare percorsi formativi su misura per le esigenze delle aziende altoatesine. E che si tratta ora “di fare un passo avanti insieme, portando avanti progetti concreti di ricerca applicata”. È d’accordo?

Sono assolutamente d’accordo. Questo è un punto molto importante, speriamo si arrivi ad una comprensione reciproca. Al fatto che un imprenditore possa dire: ok, questo è lo stato della ricerca, in che modo posso utilizzare queste conoscenze per la mia idea o il mio prodotto da sviluppare? Anche perché non è facile applicare immediatamente un risultato scientifico, spesso servono diversi passi ulteriori. Il vantaggio di collaborare assieme è grande, approfittiamone.

 

L’incontro fruttuoso è insomma possibile e può portare a far crescere entrambe le realtà?

Sì, bisogna trovare una situazione win-win per tutti. I due mondi devono conoscersi meglio: quando un professore incontra un industriale nascono sempre discussioni molto interessanti. Personalmente ritengo che una sfida pratica posta nel mondo reale dell’industria risulti spesso più interessante di un problema teorico in ambito scientifico. Ecco perché è una questione di opportunità, di creare l’atmosfera giusta per il dialogo. Poi non mi nascondo, c’è naturalmente una questione di finanziamenti.

 

Servono i fondi per far funzionare le idee?

Sì, ma riguardo ai finanziamenti ci sono varie istituzioni pubbliche presso cui fare domanda. E le formule di una partnership sono numerose. Le aziende possono anche mettersi assieme e finanziare un progetto, uno studente Phd, un piccolo tirocinio, fino ad un impegno più importante come una borsa di studio per un dottorato di ricerca. In conclusione, bisogna comunicare e incontrarsi. Questo tipo di collaborazione è un grande vantaggio per tutti e due i mondi. Per le aziende, ma anche per l’università.