Politik | L'intervista

“Non è colpa del Pd”

Il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini sulla vittoria del No al referendum, le presunte responsabilità del Pd e il voto di “pancia” degli elettori.
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Foto: Suedtirolfoto.com / Othmar Seehauser

salto.bz: Vicepresidente Tommasini, la sconfitta del Sì al referendum costituzionale è stata netta, cos’è andato storto?
Christian Tommasini: Nulla è andato storto, si trattava di un referendum e l’esito è stato chiaro: i cittadini hanno votato e la maggioranza si è espressa per il No, evidentemente le riforme costituzionali proposte non sono state apprezzate da gran parte della popolazione, tutto qui.

Al di là del contenuto non negherà che la "narrazione renziana tutta vincente" come l'ha definita Marco Damilano su L'Espresso, abbia avuto le sue conseguenze, non crede che il premier abbia sopravvalutato il suo consenso?
Oggi ognuno ha una sua interpretazione da dare riguardo il voto sul referendum, io faccio sinceramente fatica a fornirne una in questo momento. Credo che bisogna attenersi al merito, c’era una proposta di riforma costituzionale molto complessa da spiegare e che sicuramente non era la migliore in assoluto, del resto è stata anche frutto di compromesso, ma senz’altro buona visto che fra le altre cose intendeva superare il bicameralismo perfetto. C'è da dire che il dibattito si è spostato dai contenuti del referendum ad altre questioni perciò non mi stupisco dell’esito del referendum. Prendiamo atto che la riforma non è passata ma ciò non significa che il Paese non abbia bisogno di una svolta in questo senso. 

Che lettura dà del voto a favore del Sì in Aldo Adige?
La maggioranza della popolazione ha votato per il Sì un po’ più nelle zone rurali e un po’ meno nelle città, ma comunque l’esito è stato positivo grazie al grande impegno dei comitati per il Sì, dal Pd alla Volkspartei ma anche perché all’interno del quadro costituzionale era inserita questa valorizzazione delle autonomie speciali. Naturalmente non è che si vince o si perde in Alto Adige, il referendum nazionale si è perso, ma nella nostra Provincia si è chiaramente fatto un lavoro di spiegazione più efficace rispetto ad altri luoghi.

"Credo che quello della resa dei conti nel Pd sia un refrain che si cerca di far valere sempre"

Sembrerebbe piuttosto che la Svp sia riuscita a mobilitare per il Sì l’elettorato di lingua tedesca mentre il No in città come Bolzano e Laives ha prevalso, non trova ci sia una responsabilità del Pd in questo? È tempo per una resa dei conti nel partito?
Non ho ancora fatto un’analisi del voto e, come noto, non mi sono occupato della questione a tempo pieno ma credo che quello della resa dei conti nel partito democratico sia un refrain che si cerca di far valere sempre. Qui c’era un comitato molto più largo del Pd e il partito ha fatto la sua parte, non vedo responsabilità da attribuire in questo senso, litighiamo su tante cose ma non credo dovremmo scontrarci su questo. 

Non crede che anche la grande affluenza alle urne sia un sintomo di rigetto personale nei confronti di Renzi?
L’alta affluenza è stato un bel segnale a prescindere da quello che i cittadini hanno votato, sono tutti voti politici quelli che riguardano i referendum. C’è gente che andata a votare sul merito e chi ha votato su Renzi, ora il premier si è dimesso e vediamo cosa succederà. Certamente ha pesato la polarizzazione del Presidente del Consiglio sul referendum ma in questo momento non farei grandi filosofie su quanto appena avvenuto. 

"In Alto Adige abbiamo sicuramente perso un’occasione per rafforzare l’autonomia"

I rapporti con Roma verranno messi in discussione?
In Alto Adige abbiamo sicuramente perso un’occasione per rafforzare l’autonomia dato che la riforma prevedeva una clausola di salvaguardia, ora vedremo come andrà avanti, e se andrà avanti, il processo di riforme. Il clima del Paese è sicuramente negativo rispetto alle autonomie speciali perciò speriamo che ora non prenda il sopravvento un’ondata populista contro queste autonomie.

Alcune forze politiche, fra cui il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord, si sono affrettate a siglare la vittoria, che scenari si aprono ora secondo lei visto che, al momento, non c’è di fatto un leader pronto a rimpiazzare Renzi?
Rimarrei per il momento sull’esito del referendum poi ognuno può “mettere il cappello” su ciò che vuole, ma i cittadini sono intelligenti per giudicare. 

Vede l’ipotesi di un governo tecnico? Il presidente Kompatscher ha citato Padoan, Franceschini o Delrio come possibili successori di Renzi.
Vedo il capo dello Stato Mattarella impegnato a valutare al meglio la situazione e ho piena fiducia in lui, per cui non mi azzardo a fare previsioni, visto che le variabili sono molte.