Chronik | Fair trade

Nuova Mandacarù: più grande, più forte

Dall’unione con Le Formiche-Die Ameisen e Il Canale nasce la cooperativa regionale del commercio equosolidale. Parla il presidente ad interim Helmut Bachmayer.
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Foto: Mandacarù

“Le cooperative devono mettersi assieme quando sono sane e hanno la forza per affrontare al meglio il mercato. Nel nostro caso, quello virtuoso, equo-solidale, benefico sia per i produttori che per i consumatori”. Helmut Bachmayer, presidente di Le Formiche-Die Ameisen e presidente ad interim di Mandacarù, commenta la piccola rivoluzione in corso nel settore del fair trade, il commercio etico, in Trentino Alto Adige. Un’iniziativa di cui è uno dei protagonisti: ovvero la fusione delle tre realtà del comparto, le prime due assieme a Il Canale, nel soggetto unico che può così sviluppare la propria attività in tutta la regione Trentino Alto Adige/Südtirol, da Riva del Garda a Bolzano.

La nuova “Mandacarù”, dal nome della coop rinnovata, sarà operativa dal primo gennaio 2020. Con numeri importanti: sommate assieme le tre realtà fanno 3.055 soci, 458 volontari, 19 lavoratori retribuiti, un valore della produzione pari a 2 milioni e 622.000 euro, ancora 2 milioni e 274.000 euro di capitale sociale e 46.000 di utile.

L’obiettivo dichiarato è conseguire con maggior efficacia lo sviluppo del commercio equo e solidale in regione. Si potranno così sviluppare sinergie commerciali nei diversi ambiti dell’attività e rafforzare in maniera significativa il patrimonio della nuova “Mandacarù”, a garanzia dei capitali investiti dai soci. La fusione permetterà inoltre un importante sviluppo delle attività di cooperazione internazionale anche con la costituzione di una Fondazione appositamente dedicata.

“I nostri lavoratori - afferma a proposito della svolta Bachmayer - sono molto contenti di lavorare nella nuova struttura”. Gli occhi sono dunque puntati sulla firma, il 27 dicembre, dei tre presidenti. Poi si partirà definitivamente nel nuovo assetto dall’inizio del 2020.

Bachmayer guarda al risultato dell’aggregazione ottenuto dopo averlo tenacemente perseguito negli anni scorsi. Dal lontano 2014, racconta, quando si è cominciato a pensare alle aggregazioni in seno a Le Formiche-Die Ameisen, la realtà sudtirolese che gestisce i tre negozi - due a Bolzano, in via Roma 61 e in piazza Don Bosco e uno Laives, in  via Kennedy 110 -, oltre all’ingrosso che è un altro valore aggiunto della cooperativa. “A chi mi chiede le ragioni della fusione, rispondo che il progetto è nato ancora cinque anni. Sappiamo benissimo che i negozi al dettaglio, in generale, da tempo danno segnali di sofferenza. Lo vediamo ad esempio a Bolzano, anche se è una città ricca. Ecco perché abbiamo cominciato a pensare a questa strategia: mettiamoci insieme, ho proposto, prima di cominciare ad avvertire le difficoltà del mercato. Allo scopo di gestire meglio il commercio equosolidale. Perché senza di noi i piccoli produttori del Sud del mondo avrebbero molte difficoltà a vendere loro prodotti”.

Aggregarsi, quindi, “per abbassare i costi - continua il presidente di Le Formiche - e per concentrare meglio le sinergie”: “Le cooperative, ne sono convinto, devono unirsi quando sono sane, ed è quello che siamo riusciti a fare”.

Ed è stato con l’intensificarsi del rapporto con Mandacarù che la strategia si è davvero concretizzata. “Devo dire che nella nostra cooperativa siamo stati molto bravi - prosegue Bachmayer -. Sono presidente da sette anni e in questo periodo siamo riusciti a tenere i conti in ordine. Occorreva però fare un passo in più”.

Confrontandosi proprio con la grossa realtà trentina. “Un paio di anni fa - ricorda - sono diventato consigliere di Mandacarù, in seguito presidente ad interim. Conosco molto bene l’esperienza trentina e ho imparato tanto. Allora, ci siamo chiesti, perché non facciamo la prima esperienza fra Trentino e Alto Adige, mettendoci insieme? Così è stato”.

Il presidente de Le Formiche spiega che non si tratta di un semplice assorbimento del “grande” sul “piccolo”. “Loro sono molto più grandi di noi, però noi abbiamo due-tre chicche molto forti, vale a dire l’ingrosso, ma anche i nostri tre negozi che stanno lavorando bene. Siamo riusciti a fare un modello nuovo su come gestire le botteghe, che i nostri colleghi di Mandacarù erano interessati a riprendere”.

L’unione insomma, è scontato dirlo, fa la forza e soprattutto permette di condividere saperi ed esperienze virtuose. Anche nel commercio, in questo caso a vocazione etica.

La sfida è penetrare meglio nel mercato. “Attualmente abbiamo 300 clienti in Alto Adige e in via Roma con l’ingrosso serviamo tutto il Sudtirolo. Negozi, alberghi di qualità, ristoranti anche stellati come la Perla di Corvara, ancora la bellissima gelateria Caldaro che acquista da noi cacao e zucchero. Riguardo ai nostri fornitori, per il 90% dei prodotti ci rivolgiamo ad Altromercato che collega circa 150-200 piccoli produttori, contadini e artigiani del sud del mondo, fra Asia, Africa e Sudamerica. Questa è la realtà complessiva a cui vogliamo dare sviluppo”.

Infine Bachmayer spezza una lancia a favore del dialogo con le altre realtà del settore in Alto Adige, rappresentate dalla rete Botteghe del mondo-Weltladen, da cui la coop Le Formiche era fuoriuscita. “Vogliamo collaborare con loro” aggiunge.

Ma cosa c’è ancora da aspettarsi nel concreto, a partire dal 2020, dalla nuova cooperativa? “Sarà più forte la nostra comunicazione verso il pubblico sudtirolese - conclude -. Stiamo preparando una fondazione che curerà tutta la comunicazione, la parte culturale, la formazione e tanti progetti di cooperazione con il Sud del mondo. Siamo sicuri che le attività ci daranno soddisfazione”.