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Inchinarsi a Ebner

Athesia non si tocca. Tolto il riferimento al monopolio del gruppo sudtirolese in un documento approvato dalla Federazione nazionale stampa italiana. I retroscena.
Athesia
Foto: Salto.bz

Tacere sul monopolio editoriale di Athesia. La decisione di togliere ogni riferimento alla singolare situazione del Trentino Alto Adige da un documento ufficiale approvato dalla Federazione nazionale della stampa italiana viene presa proprio dai protagonisti del mondo dell'informazione.

La notizia trapela da una chat di gruppo su Whatsapp: i primi di febbraio Rocco Cerone, il segretario del sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, riferisce ai colleghi del direttivo che due dei dieci rappresentanti regionali di #Controcorrente, “il nuovo soggetto unitario sorto all’interno della Fnsi che riunisce la maggior parte delle anime e dei territori che compongono e sostengono la maggioranza federale e di governance degli enti di categoria”, hanno chiesto di “togliere dal punto 2 del documento nazionale condiviso dai 212 delegati di Controcorrente l’inciso tra parentesi sull’emblematicità della situazione in Trentino Alto Adige”. I due delegati sono giornalisti del quotidiano Trentino e de L’Adige (quindi a libro paga di Michl Ebner) e il documento programmatico di cui si parla è quello che ha ricevuto il disco verde dal XXVIII congresso nazionale Fnsi tenutosi a Levico Terme a metà febbraio.

 

Il cortocircuito

 

Il documento impegna la Fnsi indicando alcuni punti meritevoli di attenzione. Nello specifico il secondo punto riportava un inciso tra parentesi, poi cancellato, che accendeva i riflettori sulla nostra regione. Così recitava il relativo paragrafo: “Chiedere che il legislatore stabilisca tetti alle concentrazioni proprietarie e di fatturato (emblematica a questo riguardo la situazione in Trentino Alto Adige), anche qui superando le vecchie categorie mediatiche, e ridefinisca l’intervento pubblico di sostegno al pluralismo, in nome dell’articolo 21 (della Costituzione, ndr), risolvendo anche una volta per tutte il problema delle false cooperative editoriali. Non si può più pensare di stanziare milioni per i prepensionamenti e gli ammortizzatori sociali, facendo conto sulla solidarietà economica di categoria attraverso l’Inpgi, e di ignorare la distruzione del lavoro subordinato sostituito da lavoro atipico, parasubordinato e irregolare e la destrutturazione del Cnlg”.

Nel botta e risposta su Whatsapp, fra i membri del direttivo del sindacato, c’è chi avanza una proposta alternativa, ossia depotenziare l’accenno (in)diretto allo strapotere di Athesia mantenendo un riferimento alle realtà locali che si traduce in un semplice quesito: “Se ci mettessimo tra parentesi ‘anche nelle regioni’? Sareste a favore?”. 

La replica di Cerone è secca: “La sottolineatura focalizzava la situazione emblematica in Trentino Alto Adige. Ma i colleghi non gradiscono. Ne dobbiamo prendere atto e farlo diventare un orientamento nazionale”. 

Freno a mano inserito, la questione viene liquidata togliendo la scomoda frase dal testo del documento. Patron Ebner non si tocca. A fare le pulci al potere penserà qualcun altro.

La sottolineatura focalizzava la situazione emblematica in Trentino Alto Adige. Ma i colleghi non gradiscono. Ne dobbiamo prendere atto e farlo diventare un orientamento nazionale

Che l'egemonia di Athesia sui mezzi di comunicazione in Trentino Alto Adige fosse ormai consacrata è risaputo. Che nell’inarrestabile scalata l’indiscusso dominus in campo potesse anche agire indisturbato era invece cosa meno nota. Fino ad ora. L'inevitabile domanda è se all’impero mediatico di Michl Ebner - solo in termini di quotidiani appartengono infatti al gruppo sudtirolese i principali giornali locali ovvero Dolomiten, Alto Adige, L’Adige e il Trentino - viene riservata un’intransigenza a singhiozzo proprio da chi, per sua natura, è il primo difensore del pluralismo dell’informazione. Il tarlo già rosicchia una certezza granitica.

 
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Emil George Ciuffo Sa., 09.03.2019 - 13:11

Beh, come fa altrimenti l'impero di Ebner e la sua SVP a tuonare giorno e notte che il centralismo e le concentrazioni monopolistiche esistono solo a Roma? ...

Comunque, con organismi di protezione per il pluralismo dell'informazione che si inchinano a questi signori la situazione è davvero preoccupante.

Sa., 09.03.2019 - 13:11 Permalink
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luigi spagnolli Di., 12.03.2019 - 11:25

La pluralità dell'informazione è garantita dalla deontologia professionale dei giornalisti, definita ed articolata con legge. Se qualcuno si comporta contro la legge, lo si denunci. La linea del Dolomiten è dettata dall'Ebner Direttore, non dall'Ebner proprietario - potremmo soffermarci sull'opportunità del binomio, ma la divisione dei ruoli è indiscutibile -. Non risulta che la linea editoriale dell'Alto Adige sia stata fatta cambiare dacché l'editore è cambiato, e non succederà con l'Adige. ATHESIA ha dimostrato che non lo fa: non le conviene, perché perderebbe clienti. I media su carta stampata sono destinati ad essere fortemente ridimensionati, se non a sparire, in pochi anni, così come la televisione: lo dicono tutti gli studi di settore. La conseguenza sarà la sparizione di quasi tutti i posti di lavoro "tradizionali" dei giornalisti. Ora, c'è un imprenditore che investe nei media tradizionali, che non interferisce nelle scelte operative dei giornali che pubblica, e guarda un po': dei giornalisti che rappresentano la categoria, anziché denunciare chi agisce contra legem, o concentrarsi nel proporre miglioramenti normativi per impedire l'ingerenza dell'editore nel prodotto mediatico, altrove in Italia evidente - vedi Mediaset o la RAI di oggidì -, se la prendono con lui che si comporta correttamente. Mah. Saranno quasi tutti senza lavoro tra poco, a meno di improbabili antiriciclaggi nella Rete, e martellano chi il lavoro glielo dà. È l'Italia, bellezza. La stessa Italia che ha votato chi oggi ci governa. Capisco quelli che se ne vanno.

Di., 12.03.2019 - 11:25 Permalink