Politik | L'intervista

"Contro Putin? Solo le giovani donne"

Intervista ad un cittadino russo residente in Alto Adige: "Anche qui la maggioranza dei miei connazionali sta con il presidente. La propaganda è molto efficace"
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Foto: Internet

Intervistare una persona senza nome ha in generale dei limiti, eppure una serie non indifferente di comodità: anzitutto l'intervistato non può smentirti, anzi potrebbe perfino non esistere. In un certo senso, in questo caso, per un russo che vive qui in Alto Adige, e ci vive nel dissenso profondo per Putin e le sue politiche, che è radicato nella comunità, che ha lavoro e relazioni perfettamente calate nel mondo provinciale, non esistere sarebbe la migliore garanzia per l'incolumità sua e soprattutto dei suoi cari in patria.

Un altro pregio, fondamentale, è che mentre nelle esistenze consuete ogni intervistato si riserva una certa naturale, fisiologica quota di menzogna od omissione, un intervistato anonimo nulla ha da perdere, anzi solo da guadagnare dalla totale verità. Incontriamo il nostro contatto russo qui a Bolzano dove risiede, mentre lavora in un'altra città dell'Alto Adige e assai spesso viaggia al di fuori dei confini della provincia.

Salto.bz: grazie per aver accettato questa conversazione un po' singolare. Il suo anonimato è totalmente garantito. Può dirci perché lo ha chiesto?

Cittadino russo: "Perché se qui in un certo senso, e spero di non sbagliarmi, mi sento relativamente al sicuro, ho timori per i miei familiari in Russia. Tutto qui".

Cominciamo: qui in Alto Adige la comunità russa come è schierata su Putin?

Dalle tante conversazioni che mi capita di avere qui con i miei connazionali, direi il 65 per cento è con Putin, il 35 per cento no. In Russia la percentuale a favore di Putin è ancora più alta. Con una ulteriore sfumatura che voi occidentali stenterete a credere.

Non ci sono solo i putiniani, ma una buona fetta di ultra-putiniani, che cioè considerano il Presidente troppo cauto, troppo moderato

Ossia?

Non ci sono solo i putiniani, ma una buona fetta di ultra-putiniani, che cioè considerano il Presidente troppo cauto, troppo moderato, dicono che sbaglia con le mezze misure e che se fosse per loro manderebbero un milione di truppe per farla finita, radere al suolo l'Ucraina e annetterla alla Russia senza tante storie. Sono ad esempio le posizioni del filosofo Dugin, che gode di vasta popolarità.

Certo che qui stentiamo a crederlo... Ma come si spiega un consenso putiniano tanto grande?

A casa di un mio vecchio zio, per farle un esempio, un russo medio, che vive a Mosca, ci sono solo due libri, due biografie del Presidente. La prima si intitola: "Ho parlato con Putin"; la seconda "Putin ha parlato con me". Non c'è altro. Credo di essere stato chiaro... non servono al riguardo molte altre parole.

Ma... la libertà... possibile non vi manchi la libertà?

Come popolo non ci manca perché dai tempi dello zar non l'abbiamo mai avuta, siamo abituati da secoli a chinare la testa. A parte il brevissimo periodo di Eltsin, pieno di speranza ma pieno di problemi e di disordini, la libertà non l'abbiamo mai considerata un valore.

Nel senso che la libertà per un russo medio equivale al disordine?

Esattamente. Viene vista come una moda occidentale che per la Russia è inadatta, anzi un affronto. Infatti una delle frasi ricorrenti dalle nostre parti è: "In Russia ci vuole un uomo forte, in Russia serve un dittatore.

Le giovani generazioni sono invece diverse. Soprattutto le giovani donne. Se Putin ha un problema di consenso, ebbene sono le giovani donne.

Ma qui, in Alto Adige, gli anti-putiniani esistono.

In parte sì, e possiamo vedere una divaricazione netta tra le generazioni e i generi: dalle persone di mezza età in su, ad esempio, il sostegno a Putin è sostanzialmente assoluto. Le giovani generazioni sono invece diverse. Soprattutto le giovani donne. Se Putin ha un problema di consenso, ebbene sono le giovani donne.

Perché?

Perché è una generazione che ha viaggiato, che ha molte assonanze con la vita occidentale, e non ha il culto dell'uomo forte che invece hanno anche i coetanei maschi.

 

Il consenso di Putin da sinistra è una proiezione del mondo e della potenza dell'ex Urss e quello da destra un retaggio zarista e di uomo forte: come fanno a coesistere due tipi di valori apparentemente inconciliabili?

L'abilità di Putin sta nell'aver trovato una saldatura tra questi due opposti, stimolando due fasce di elettori che pure dovrebbero in realtà essere incompatibili. A livello generale, le tante sperequazioni delle società occidentali e della stessa Russia attuale non piacciono ai tanti nostalgici del vecchio regime comunista, che ne rimpiangono la sensazione e le percezioni di eguaglianza in cui il partito decideva per tutti, quando nelle case si apriva il rubinetto dell'acqua per poter parlare senza il timore di essere ascoltati dalle autorità. Quel tipo di società è tuttora considerato più giusto e rassicurante perché si stava bene tutti nella misura in cui tu stavi male ma nessuno stava meglio di te. L'addio a quel mondo è stato vissuto da tanti come una catastrofe.

E quanto piace il Putin di destra?

Piace a tanti, perché hanno l'illusione di risposte semplici a problemi complessi. Piace alla Chiesa, ad esempio per la sua chiusura al mondo omosessuale, per la difesa di presunti valore cristiani di fronte alle “degenerazioni” occidentali, per l'opposizione a un modello di democrazia quasi “sacrilega” che tanti russi non sentono propria. Putin ha una grandissima dote, capisce molto bene la sua gente. Nelle grandi città non tutti sono con lui, ma nelle sterminate campagne il consenso è totale.

Oggi le vittime sono quasi tutte residenti delle campagne, dove il lavoro di soldato è spesso l'unica fonte possibile di reddito

Ma questa popolarità, che lei ci descrive così granitica, in che modo potrebbe venire scalfita?

Solo se la guerra in Ucraina andasse molto peggio, con decine e decine di migliaia di morti allora sì, qualcosa potrebbe accadere, ma solo in quel caso. Oggi le vittime sono quasi tutte residenti delle campagne, dove il lavoro di soldato è spesso l'unica fonte possibile di reddito, e finché sono solo questi ragazzi a morire la cosa non avrà grandi effetti sulla coscienza nazionale. Figuriamoci che a volte le autorità non recuperano le salme anche per evitare di dover pagare le pensioni.

Eppure abbiamo visto anche manifestazioni contro la guerra nelle città...

Poca roba davanti a un popolo di 144 milioni di abitanti.

E i bielorussi ad esempio che sentimento hanno?

Molto diverso. Assolutamente diverso. Lì sono più schierati con gli ucraini e fanno per come possono resistenza passiva, nella logistica, nei trasporti. Probabilmente il loro presidente, Lukashenko, avrebbe volentieri optato per un intervento militare assieme alla Russia, ma temeva una rivoluzione interna. Credo il motivo del non intervento bielorusso sia sostanzialmente questo.

Se un russo vedesse le immagini di Bucha, cosa direbbe?

Direbbe che non è vero, che non può essere vero, e devo dire che in questo senso la propaganda russa fa il suo lavoro in modo eccellente. Se ha effetti qui da noi, figuriamoci in patria dove è ormai unica voce.

Perché un russo nega la realtà?

Per affermare una identità. L'orgoglio russo, la fierezza dell'identità, viene prima della realtà. E se proprio la realtà dà fastidio, allora la si nega pur di non dover rischiare di negare l’orgoglio.

Quali sono i modi per tentare di far accettare la realtà?

Io ad esempio ne sperimento uno. Quando mi capita di parlare con dei putiniani, chiedo: tu che sei così orgoglioso di Putin lo sai che un cinese guadagna più di te? Ecco, questi argomenti un po' hanno presa, almeno in parte. Anche se poi comunque il desiderio di negare prevale quasi sempre.

Qual è specificamente l'atteggiamento della comunità russa altoatesina di fronte alla guerra?

All'inizio tutti dicevano vedrai che in tre giorni finisce e tutto torna come prima. Invece adesso almeno l'imbarazzo comincia ad affiorare un po' di più... Timore dell'esposizione, pudore, cose così. L'atteggiamento è un po' simile a quello in patria: farsi gli affari propri, dire che non si segue la politica. Ma io li avverto guarda che se non sei tu a seguire la politica, sarà prima o poi la politica a seguire te.

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Massimo Mollica Fr., 08.04.2022 - 23:22

Ho scritto alla redazione di Salto proponendo di ospitare qualche giornalista russo libero, costretto a emigrare, su questo portale. Non si sono nemmeno degnati di rispondermi. Ma non importa, non è questo che non mi fa dormire la notte. Quello che mi sconvolge è la brutalità di questa guerra che ti riporta nel medio evo, dove donne e bambini vengono stuprati e poi uccisi, magari arsi vivi. E non è solo questo ma anche la totale assenza di empatia dei russi civili, che non provano la minima disperazione e rammarico per la sofferenza altrui e fanno gruppo dietro un dittatore. È umanità questa? Appartengono alla nostra specie? Che la vera propaganda non sia in realtà Tolstoj, Dostoevskij, Čechov, Rachmaninov, Tchaikovsky,Stravinsky, di un popolo in realtà barbaro e retrogrado che non si merita la democrazia e lo stile di vita tipico dei paesi occidentali, ma solo una dittatura che li rispedisca nel passato. Se c'è una giustizia divina devono pagare. E nello scriverlo mi accordo di rischiare di essere come loro. E allora chiedo scusa, soprattutto a chi ha chiesto di farsi intervistare. Idealmente lo abbraccio, considerandolo come mio fratello/ sorella.

Fr., 08.04.2022 - 23:22 Permalink