Gesellschaft | Lo studio

“Altro che ferri vecchi”

In Alto Adige lavoratori sempre più anziani. l’IPL: “Sfruttare il loro sapere attraverso misure adeguate: dai programmi di mentoring alle esperienze in tandem”.
Lavoratore
Foto: upi

In Alto Adige circa un quarto degli occupati (27%) ha meno di 35 anni, mentre gli over 50 hanno un po’ più di peso (33%) ma non troppo. È quanto emerge da uno studio dell’AFI-IPL secondo cui la preponderanza di lavoratori anziani è particolarmente marcata nel settore socio-sanitario, nell’amministrazione pubblica e nell’istruzione. In questi settori, inoltre, lavorano molte donne, che solitamente vanno in pensione prima dei colleghi uomini. E anche l’agricoltura dovrà presto affrontare il problema dell’invecchiamento.

Stando all’indagine dell’Istituto Promozione Lavoratori gli occupati più anziani non solo dispongono di un ampio bagaglio di esperienze, ma sanno anche proteggersi meglio dei loro colleghi più giovani dalle conseguenze di condizioni di lavoro psichiche e fisiche pesanti. I “senior” evidenziano un carico fisico (14 punti) e psichico (41 punti) decisamente inferiore a quello degli occupati più giovani. “Il rendimento - spiega lo psicologo del lavoro Tobias Hölbling - non cala necessariamente nel corso della vita lavorativa, ma piuttosto cambia. Si tratta del cosiddetto effetto della ‘vecchia volpe’”. In Alto Adige i lavoratori anziani sono anche fiduciosi per quanto concerne le loro opportunità di lavoro. Il 24% degli over 50 ritiene di avere delle buone possibilità di trovare un altro posto di lavoro di pari livello e con la stessa retribuzione; tra gli under 35 tale percentuale è ovviamente più alta (46%).

Il rendimento non cala necessariamente nel corso della vita lavorativa, ma piuttosto cambia. Si tratta del cosiddetto effetto della ‘vecchia volpe' (Tobias Hölbling)

 

Il capitale umano

 

Gli esperti dell’AFI-IPL sottolineano che sotto l’aspetto politico-sociale si tratta ora di sfruttare l’esperienza dei lavoratori più anziani adottando misure adeguate. Ad esempio i pensionamenti anticipati comportano molti costi per la società e la perdita di know-how. È compito dei datori di lavoro organizzare le mansioni in modo tale da far pienamente emergere i punti di forza e le potenzialità dei lavoratori più anziani. A tal fine si possono seguire diversi approcci: per trattenere più a lungo i lavoratori più anziani in azienda si potrebbe offrire loro un part-time, che non comporti però importanti riduzioni di reddito. Con programmi di mentoring ed esperienze in tandem i lavoratori delle varie generazioni possono scambiarsi reciprocamente conoscenze e collaborare in modo produttivo.

“I lavoratori anziani che possono trasmettere il loro sapere e le loro esperienze si sentono apprezzati e non un costo - osserva Hölbling -. I giovani invece traggono vantaggio dal tesoro di esperienze dei loro mentori”. L’impresa si assicura così conoscenze e contatti che altrimenti andrebbero persi con il pensionamento del dipendente.

“Ciò che i dipendenti più anziani perdono in forza e velocità, lo compensano spesso con esperienza e sapere. Raramente le capacità vengono completamente perse, semplicemente si trasformano. Age-Management, part time in età lavorativa avanzata e programmi di mentoring sono per noi aspetti molto importanti nel modellare il mondo del lavoro del futuro”, conclude il presidente dell’AFI-IPL Dieter Mayr.