Gesellschaft | Religione

“L’islam non è l’Isis”

Intervista a Ferdaous e Siham Harfi dei Giovani Musulmani di Bolzano. “Esiste solo un islam moderato, gli estremisti sono un’altra cosa”.

Ferdaous Harfi ha 21 anni e studia architettura a Innsbruck, sua sorella Siham ne ha 17 e frequenta il liceo linguistico a Bolzano. La più grande aveva un anno quando è arrivata nel Belpaese mentre l’altra è italiana di nascita. Ferdaous è la vice-presidente dei BMY (Bozen Muslim Youth), Siham è membro attivo dell’associazione. Sono due ragazze sveglie, allegre, prove viventi del fatto che le frizioni fra Occidente e Oriente non sono solo argomenti da Stanza Ovale ma un tarlo indiscreto con cui fare i conti costantemente. Come si sradicano i bulbi del pregiudizio? Provando a spiegare perché – complice un atavico divario comunicativo - l’islam non è il virus ideologico che molti pensano che sia.

Qual è la missione della BMY?
Ferdaous: L’idea è quella di unire i giovani musulmani di Bolzano, i ragazzi della seconda generazione che hanno una doppia identità e che hanno il compito di portare un messaggio, di informare. La fortuna è che abbiamo una lingua comune che contribuisce a semplificare le cose. Il nostro obiettivo è quello di mostrare cos’è veramente l’islam; lo facciamo attraverso discussioni proficue con le altre associazioni della Provincia e attraverso alcune lezioni di confronto tenute da un relatore nella nostra sede affrontando temi diversi, anche di attualità, naturalmente.

Come viene recepita la vostra attività dall’esterno?
Ferdaous: Appena fondata l’associazione è stata una novità per Bolzano, ha destato parecchia curiosità, altre realtà simili hanno voluto collaborare con noi, la gente faceva domande per conoscere il nostro mondo, era interessata a quello che facevamo.

E ora? Da quando l’Isis ha fatto la sua comparsa sulle prime pagine dei giornali com’è cambiato l’atteggiamento nei vostri confronti?
Ferdaous: È cambiato tutto, c’è molta meno tolleranza e meno volontà di abbattere i muri del pregiudizio. La colpa è anche dei media che veicolano l’opinione pubblica favorendo l’idea che l’islam sia quello che vediamo in televisione o sui giornali in questi giorni. Noi non abbiamo niente a che fare con quella setta, perché di setta si tratta.

Domenico Quirico, l’inviato de La Stampa finito nelle mani dei ribelli per 5 mesi nel 2013, ha dichiarato recentemente in un’intervista che l’islam educato è una piccola percentuale di élites collegate all’Occidente. Secondo voi esiste un islam moderato?
Ferdaous: Esiste solo un islam moderato, ci sono gli osservanti e i non praticanti, questa è la differenza che c’è all’interno della religione. Gli estremisti sono un’altra cosa, sviliscono la nostra fede con la loro condotta e stanno uccidendo nel nome di Allah quando, come abbiamo anche ricordato durante la festa del sacrificio, l’altro ieri, nessuno di noi ha il diritto di torcere un capello a un fratello. Il nostro Profeta non ci insegna ad imporre il nostro credo ma semplicemente a comportarci rettamente, che è il modo migliore per far comprendere la natura dell’islamismo.

Siete mai state vittima di episodi discriminatori?
Ferdaous: Più che altro succede che le persone mi accusino di assumere un atteggiamento difensivo quando parlo della mia fede, anche se poi tendono a “scagionarmi” perché mi definiscono moderata in quanto occidentale e occidentalizzata e si convincono che i musulmani siano quelli con i cappucci neri e i coltelli in mano. Questo mi ferisce molto. Quando usciamo tutte insieme la sera, ognuna con il velo, siamo naturalmente una calamita per gli occhi e capita che qualcuno ogni tanto ci guardi storto, sbuffi o faccia domande del tipo: “ma voi avete il permesso di uscire la sera, allora?”.

C’è qualcosa che non approvate della vostra religione?
Ferdaous: L’islam è uno stile di vita, non sarebbe giusto separare quello che mi sta bene da quello che invece richiede da parte mia un maggiore impegno di fede. Non sarei una vera credente, altrimenti. Prendiamo il velo: l’estate quando fa caldo e tutti sono in maniche corte capita di essere a disagio, ma non lo tolgo perché è qualcosa in cui credo.
Siham: Anche per me è così, se a volte ci troviamo di fronte a un principio più ostico da seguire è sufficiente andarne a ricercare le ragioni, perché ogni cosa nella nostra religione ha un suo senso insito, e comprenderne i benefici aiuta anche ad accettare i nostri doveri.

E i vostri genitori come si inseriscono nel contesto sociale?
Siham: I nostri genitori, che sono nati e cresciuti in un altro ambiente, hanno un diverso approccio con la società autoctona rispetto a noi che abbiamo meno barriere di diffidenza e riusciamo a comunicare in maniera più fluida e diretta.
Ferdaous: Quando sono venuti qui vivevano in una specie di bolla, avevano come obiettivo quello di “sopravvivere”, trovare un lavoro, rendersi utili, al resto hanno pensato meno, noi siamo più “amalgamati” perché siamo italiani a tutti gli effetti.

Nelle numerose sollevazioni civili che ci sono state durante la cosiddetta primavera araba il ruolo della donna è stato decisivo in termini di partecipazione attiva, com'è strutturato, oggi, il mondo femminile musulmano?
Siham: L’islam dà un enorme peso alla donna, Il Corano le dedica un intero capitolo, il Profeta prima di morire ha raccomandato tre volte all’uomo di prendersi cura della madre (intesa universalmente come la donna). È importante far capire che noi non siamo oppresse, che non mettiamo il velo perché ce lo impone il padre, il fratello o il marito, che abbiamo la libertà di fare le nostre scelte. In altre culture la donna è molto più sottomessa rispetto a quelle musulmane, poi certo non nego che in alcuni paesi arabi la situazione sia ancora medievale in tal senso, ma l’islam in questo non c’entra.

Avete un posto dove andare a pregare qui a Bolzano?
Ferdaous: Purtroppo no, ci riuniamo in alcune sedi che abbiamo acquistato ma sono davvero piccole, avremmo davvero bisogno di un posto adatto perché per noi musulmani il momento della preghiera è una gioia condivisa.

Forse alcuni temono che possano trasformarsi in “covi” in cui complottereste chissà quali deprecabili azioni.
Ferdaous: Che vengano a vedere, allora, mettano le telecamere. Le nostre porte sono aperte, c’è un confronto costante, tanto che alcuni ragazzi si sono perfino convertiti di loro spontanea volontà. Se è di una “islamizzazione” che hanno paura possono stare tranquilli, non c’è pericolo. Ti faccio un esempio banale: prendi Venezia, le sue architetture sono ispirate a quelle del mondo arabo, che forse la città è stata per questo islamizzata?
Siham: Aggiungo: in quanto cittadini italiani abbiamo diritti e doveri e dovremmo averli in egual misura.

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Salto User
Manfred Gasser Mo., 06.10.2014 - 16:10

Io mi chiedo, se queste ragazze credono davvero quello che dicono.
E se fosse cosí, li invitereri ad andare a vivere per qualche mese in Arabia Saudita, Jemen, Irak. Iran, Sudan, ecc.,ecc,.
E se poi tornano a Bolzano, li vorrei chiedere, se ancora sono convinti, che nell`'Islam normale le donne non siano opresse, che hanno libertá di scelta.
Tutto questo che le ragazze dicono, sará vero in gran parte nell'Islam occidentale, dove, in minoranza, il musulmano é quasi obbligato a arrangiarsi con i valori dei puese ospitanti. Ma nessuno mi venga a dire, che nei paesi "musulmani" la donna abbia la libertá di scegliere, prego.
Grazie

Mo., 06.10.2014 - 16:10 Permalink
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gorgias Mo., 06.10.2014 - 18:22

Queste ragazze dicono che portano il velo di scelta loro, ma se lo volessero togliere cosa succederebbe? Se questo ha certe conseguenze allora che tipo di scelta è questa? Un altra domanda è che tipo di scelta hanno le donne che vivono solo in casa e non escono senza un accompagnatore maschile e non sanno dire quattro parole nella lingua del posto.
E poi mi piacerebbe sapere se hanno la possibilità di lasciare la fede musulmana. Per quanto so io l'islam prevede per la apostasia la pena di morte e questo è assolutamente incompatibile con i valori e i diritti del occidente.

Mo., 06.10.2014 - 18:22 Permalink
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Oskar Egger Di., 07.10.2014 - 07:13

Antwort auf von gorgias

E` proprio questo abisso nelle culture che fa paura e rende scettici. Gorgias, che sicuramente non é un amico del femminismo, dice benissimo: qui non c'é libertá di scelta, qui sono offesi i diritti fondamentali dell' uomo (donna) libero. Torniamo al medioevo se non siamo vigili sui nostri diritti umani e, oggi ne parla la redazione di salto con una frase di Popper: „uneingeschränkte Toleranz mit Notwendigkeit zum Verschwinden der Toleranz führt“ (K. Popper).

Di., 07.10.2014 - 07:13 Permalink
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Michele Lonardi Mo., 06.10.2014 - 22:08

L'inquisizione era un organo della Chiesa, mentre i gruppi terroristici hanno una vita fine a se stessa, nascono autonomamente e cercano di appoggiarsi a delle credenze solo per provare a dare una parvenza di integrità alle loro ideologie.
Nel 2012 l'Italia era all'80° posto nel The Global Gender Gap Report, alle spalle (tra le altre) di Burundi, Uganda, Vietnam, Ghana e Kenya, quindi non la farei troppo una questione geografica o ideologica.
La violenza è un metodo che può essere messo in relazione a qualsiasi cosa.
Bisogna saper essere uniti contro la violenza, piuttosto che indicare "gruppi" che si dice ne siano portatori.
Non era inglese, biondo e di carnagione chiara (vogliamo azzardare, "ariano") l'uomo(mostro) che ha decapitato i vari ostaggi?
Risponde la ragazza anche all'interrogativo sul velo: "certo non nego che in alcuni paesi arabi la situazione sia ancora medievale in tal senso, ma l’islam in questo non c’entra".

Mo., 06.10.2014 - 22:08 Permalink
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Maximilian Ben… Mo., 06.10.2014 - 22:32

Antwort auf von Michele Lonardi

E vi ricordate ancora di Anders Behring Breivik in Norveggia, che ha ucciso decine di giovani socialdemocratici su quel isoletta? L'odio e l'ideologia dell'odio verso un gruppo minoritario (disumanizato) rende possibile quella follia come tutti grandi massacri genocidari della storia. Fino a prova contraria i musulmani sono una minoranza in Europa. Quindi va protetta dai untori dell'odio.

Mo., 06.10.2014 - 22:32 Permalink
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Oskar Egger Di., 07.10.2014 - 07:24

Antwort auf von Michele Lonardi

L' Islam manca dell' organizzazione di una chiesa e quindi l' argomento secondo me non tiene. C'é da chiedersi perché in nome di Dio (questo frainteso) vengono commesse le atrocitá piú inpensabili. Leggi anche il mio intervento su salto a proposito delle ricerche di Victor Trimondi. Che sia l' uomo a dover riversare su un entitá non definita il male che porta in sé? E allora non giova identificare quelle organizzazioni, raggruppamenti, congregazioni ideologiche che tolleranno o addirittura prevedono il calpestío dei diritti fondamentali?

Di., 07.10.2014 - 07:24 Permalink
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Profil für Benutzer Klaus Hartmann
Klaus Hartmann Mi., 08.10.2014 - 14:39

ich fand das interwiew intelligent, notwendig und mutig. aber anscheinend fällt es uns unendlich schwer uns konstruktiv damit auseinanderzusetzen. wieso müssen die aussagen der beiden mädchen sofort infrage gestellt und zerredet werden? es gibt ihn. den moderaten, aufgeschlossenen und modernen islam. wollen wir endlich mit diesem teil der wahrheit ins gespräch kommen oder bevorzugen wir ein festhalten an unserem selbstbild:
"Wir sind aufgeschlossen, modern und Tolerant. Wir haben Ausblick mit Weitblick. Wir wissen um Gut und Böse. Wir sind Fortschritt, Freiheit und Wahrheit. Wir sagen wo es langgeht. Wir reden ständig mit. Wir erklären Euch die Welt. Wir haben immer Recht." und "Wir stellen Euch ins Eck. Wir hören niemals zu."

Mi., 08.10.2014 - 14:39 Permalink
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Salto User
Manfred Gasser Mi., 08.10.2014 - 16:31

Antwort auf von Klaus Hartmann

Der moderate, aufgeschlossene und konstruktive Islam wird gerade in Syrien geköpft, und wir, die moderate, aufgeschlossene und konstruktive westliche Welt schauen zu!
Gut und Böse ist wie schwarz und weiss, das gibt es selten ohne Grautöne.
Ich habe zugehört, und gerade deshalb frage ich mich, ob diese Mädchen schon mal in einem Islamischen Staat gelebt haben.

Mi., 08.10.2014 - 16:31 Permalink
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Klaus Hartmann Mi., 08.10.2014 - 18:45

Antwort auf von Manfred Gasser

ich glaube nicht dass sie sich die mühe gemacht haben das interwiew mit der nötigen unvoreingenommenheit zu lesen und zu verstehen. vielleicht täusche ich mich aber. Vielleicht bin ich es der in seiner einfalt zuerst an das gute im menschen und seine gute absicht glaubt.
trotzdem:
die mädchen sagen im interwiew bezüglich des fundamentalistischen islam folgendes:
„Gli estremisti sono un’altra cosa, sviliscono la nostra fede con la loro condotta e stanno uccidendo nel nome di Allah quando, come abbiamo anche ricordato durante la festa del sacrificio, l’altro ieri, nessuno di noi ha il diritto di torcere un capello a un fratello.“
bezüglich der unterdrückung der frauen in einigen arabischen ländern sagen sie:
„.......certo non nego che in alcuni paesi arabi la situazione sia ancora medievale in tal senso, ma l’islam in questo non c’entra.“
wollen wir diese aussagen mit dem nötigen respekt zur kenntnis nehmen, oder wollen wir weiterhin so tun als befänden sich alle 1,7 mrd. muslime dieser erde noch im mittelalter?
ich höre in den aussagen der beiden muslimischen mädchen jedenfalls mehr achtung vor dem menschen und der schöpfung heraus als in vielen aussagen der verfechter „westlicher werte“.
deshalb gebührt ihnen, obwohl ich persöhnlich keiner religionsgemeinschaft angehöre, meine achtung und mein respekt.

Mi., 08.10.2014 - 18:45 Permalink
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Oskar Egger Do., 09.10.2014 - 15:36

Antwort auf von Klaus Hartmann

Wenn die Situation so idyllisch ist, wie sie es gerne heraushören, dann frage ich mich, wo sie bleiben, in der westlichen Arbeitswelt, die muslimischen Frauen. Wo sie am Lenkrad von PKW's sitzen, wo sie in Lokalen zu sehen sind usw. Sicher sind das alles verkorkste, westliche Wertvorstellungen. Ebenso passt die Verherrlichung der Frau als Mutter, die der Prophet oder wer auch immer für ihn, zulässt, nicht mehr ganz in das Bild der westlichen Emanze, die sich um ihren Lebensunterhalt selbst bemühen muss und nicht morgens mit ihren Kindern zum NKD gehen kann, weil die nämlich in der Krippe auf sie warten, derweil sie arbeitet. Sicher ist das alles ohne Wert, was die wertgestörten westlichen Frauen so machen und deshalb öffnet sich, möglicherweise, auch hier für den westlichen Mann ein neues Feld, nach Thailand, nach Südamerika, nach den ehemal. Ostblockländern....

Do., 09.10.2014 - 15:36 Permalink