Wirtschaft | IL RITRATTO

“Seguite il cuore!”

Da bambino voleva fare il macchinista di treni. Poi si è innamorato dei suoi studi. E' così che Alessio Malandruccolo è diventato ingegnere alle Acciaierie Valbruna.
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Foto: Assoimprenditori-Unternehmerverband

“Seguite il cuore. Lo dico a tutti i ragazzi con cui condivido la mia esperienza. Quello che conta nella vita è fare ciò che ci rende felici”. A soli 27 anni Alessio Malandruccolo ha già alle spalle un’esperienza lavorativa ricca di soddisfazioni. Merito della passione per la tecnica e la meccanica ereditata dal padre e di un professore di matematica vecchia maniera che lo ha indirizzato verso gli studi tecnici: “Devo a loro – ricorda Alessio – due delle scelte più azzeccate della mia adolescenza: quella di iscrivermi all’ITI e successivamente quella di scegliere meccanica come specializzazione”.

Alle Acciaierie Valbruna Alessio è uno degli ingegneri che si occupa di innovazione: “Siamo in forte rinnovamento e vogliamo migliorare su tutta la linea. Questo implica tempo ed una considerevole quantità di energie. La siderurgia è un ambito molto tradizionalista, innovare non è mai facile. Io posso ritenermi molto fortunato, perché uno dei compiti che mi sono stati assegnati appena assunto è stato quello di studiare i processi ed elaborare strategie di miglioramento e di controllo. Penso che la mia curiosità mi sia molto d’aiuto in questo ambito, ci sono state grosse soddisfazioni per me nel portare a compimento questi progetti”.

Migliorare grazie agli errori

Uno dei punti di forza di Alessio è sempre stato quello di rinnovarsi e conoscere cose nuove. Lo ha raccontato anche qualche giorno fa davanti a oltre trecento ragazzi riuniti all’ITT “Galileo Galilei” di Bolzano in occasione di uno degli incontri “Scuola-Imprese” organizzato da Assoimprenditori Alto Adige:“Il mio consiglio è quello di seguire il cuore ed alimentare la conoscenza di se stessi e di ciò che ci circonda. Solo attraverso la conoscenza si sviluppa il pensiero critico, l’opinione ed una personalità non collettiva in grado di destreggiarsi tra le difficoltà dell’epoca moderna”. 

Altra cosa fondamentale: imparare dai propri sbagli: “La scuola mi ha fornito soprattutto un metodo con cui affrontare lo studio e, di conseguenza, anche le sfide nel mondo del lavoro. Il messaggio più importante che mi è stato trasmesso è sicuramente quello che l’errore è una risorsa, un punto di partenza per il miglioramento. Per me che ho sempre mal sopportato il fallimento in ogni mia attività, è stato sicuramente uno degli insegnamenti più importanti”. E’ anche così che si spiega la scelta di lasciare un impiego sicuro – Alessio aveva iniziato a lavorare subito dopo la maturità e nel 2008 era stato assunto una prima volta alle Acciaierie – per tornare sui banchi, stavolta quelli dell’Università di Bolzano, per laurearsi in Ingegneria Logistica e della Produzione e specializzarsi successivamente in Ingegneria dei Materiali all’Università di Trento.

Una passione per gli studi

Ancora oggi, dopo essere tornato in Valbruna, l’ingegnere bolzanino non ha finito di studiare. “Mi sono innamorato di ciò che ho studiato”, svela. E non è finita: “Da quando mi sono laureato, ho in testa un’idea, quella del Dottorato di Ricerca. Mi piacerebbe molto: non potevo permettermelo economicamente una volta terminati gli studi. Ora però non escludo di riuscire ad intraprendere questo cammino nell’immediato futuro, soprattutto alla luce della possibilità di condurre un dottorato in azienda”.  

Del suo percorso formativo, Alessio ricorda volentieri le esperienze all’estero, a partire da un periodo di studio in Francia, presso lo European Synchrotron Radiation Facility di Grenoble durante la stesura della tesi: “Sembrava una gita tra amici. Eravamo partiti in quattro in macchina da Trento: io, il mio relatore, il suo assistente ed un dottorando in chimica dell’Università di Perugia. Giunti a destinazione fu tutto come in un episodio di Star Trek. L’ESRF era il luogo più tecnologicamente avanzato che avessi mai visto. C’erano attrezzature fantascientifiche e persone infinitamente più preparate di me. Si parlava solamente inglese. Ricordo ancora un siparietto simpaticissimo avvenuto durante le prime ore: cercavamo il nostro referente e iniziammo a chiacchierare con un ricercatore incontrato in corridoio. Ad un certo punto lui ci guardò chiedendoci: “Do you speak Italian?”. “Yes, of course”, fu la risposta. “E allora parliamo in italiano, dai…”. Seguì una lunga risata”.

Un’esperienza meravigliosa, la descrive Alessio, “e potrei dire la stessa cosa per quel che riguarda il mio periodo a Didcot, in Inghilterra, al Diamond Light Source, e i miei viaggi di lavoro che mi hanno portato, tra l’altro, in Liechtenstein e a Monaco di Baviera”.

Accanto al lavoro in azienda, il giovane ingegnere bolzanino è ancora impegnato all’Università di Trento, dove ha un contratto come teaching assistant. “La parte più bella – rivela – consiste nel poter trasmettere qualcosa agli studenti. È sempre bello rievocare quanto ho studiato in tanti anni ed è altrettanto bello vedere l’interesse nei ragazzi che ho l’opportunità di supportare nel loro percorso di studi. Spero di poter trasferire anche a loro almeno parte del mio interesse e della mia passione”.