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Il nodo

Toponomastica: la serata dei ‘tavoli’

Gleich doppelt wurde am Montag das derzeit wohl heißeste Eisen in der politischen Debatte des Landes angepackt. Zweierlei Resümee.

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Kommentare

Bild des Benutzers Johann Milchstraßenbürger
Johann Milchstraßenbürger 07.03.2017, 13:55

In Südtirol sitzen jetzt gute Menschen, gute Demokraten und gute Antifaschisten an einem Tisch zusammen, um mit radikalen ital. Nationalisten (Neofaschisten?) einen Kompromiss auszuhandeln, ob vielleicht doch der eine oder andere faschistische Fantasiename von der Landkarte verschwinden könnte, ohne die sensiblen Gefühle der ital. Bevölkerung zu verletzten.
Was es in Südtirol nicht so alles gibt ...

Und der böse Herr Kollmann wird wiedereinmal von den guten Menschen als ewiger böser ethnischen Hardliner genannt, weil er mit radikalen ital. Nationalisten (Faschisten?) keinen Kompromiss eingehen will, und alle faschistischen Fantasienamen ersatzlos in den Mülleimer der Geschichte entsorgen möchte.
Und Kollmann wird von Antifaschisten und sonstigen guten Menschen immer als ewiger Zündler dargestellt, weil er generell mit Nationalismus und Faschismus in Südtirol nichts zu tun haben will und dies manchmal auch besonders guten Menschen in klarer und unmissverständlicher deutscher Sprache verständlich macht.
Unter all den vielen guten Menschen die nichts weiter wollen, als ein Leben voller Harmonie und Liebe mit allen Menschen dieser Welt, macht ihn das natürlich nicht unbedingt sympathisch.

Südtirol, ein Land voller guten Menschen, guten Antifaschisten und guten Demokraten sowieso ... wenn es bloß nicht diese ewigen Zündler geben würde ...

Bild des Benutzers Alessandro Stenico
Alessandro Stenico 07.03.2017, 17:55

Nel giugno del 1935 Ettore Tolomei scriveva nell’introduzione al prontuario:
La nomenclatura delle nuove provincie
Nell’atto di riprendere il proprio suolo fino ai termini sacri, di riunire alla Patria i lembi della Regione Veneta, in parte inquinati nei secoli da genti straniere, l’Italia doveva affermare il suo diritto e il suo genio reimprimendo con tutti i nomi dei monti e delle acque, delle città e di paesi, fino all’ultimo casolare, il sigillo perenne del nazionale dominio.
Dopo più di ottanta anni sarebbe ora di chiudere con il passato senza trascinare all’infinito la ricerca di una soluzione /compromesso su tale materia e liberare le prossime generazioni da questo conflitto.
Spesso alcuni amici sudtirolesi di lingua tedesca mi chiedono chi sono questi nostalgici che non prendono atto dei cambiamenti occorsi nell’ultimo secolo e della situazione di fatto, dell’ottima segnaletica sentieristica senza troppi toponimi sconosciuti del prontuario e dalle popolazioni locali, delle cartine escursionistiche dalle quali sono scomparsi innumerevoli toponimi mai utilizzati, delle varie guide online o forum di pubblicazione delle gite nelle quali moltissimi toponimi del prontuario non vengono più menzionati.
A prescindere dalla difesa delle norme statutarie che garantiscono il bilinguismo, quando molto spesso vengono lese dagli stessi in altri ambiti, con quale giustificazione essi vogliono difendere toponimi per la gran parte inutilizzati e sconosciuti. Quando vedo i personaggi che si battano per tale battaglia, mi chiedo quanti di questi percorrono regolarmente i sentieri sulle nostre montagne, penso che la gran parte non ci abbia mai messo piede e non sappia neppure dove si trovano le località per i quali nomi essi si battono. Insomma detto in parole povere i soliti bolzanini, nelle valli la situazione è diversa.
Ma quel che non riesco neppure io a comprendere quando me lo chiedono gli stessi amici è a prescindere dai simpatizzanti di destra, come mai le opinioni a proposito di alcuni personaggi della sinistra bolzanina siano quasi le stesse ??
Sempre a proposito di toponimi volevo raccontarvi questo:
Alcuni miei amici provenienti da fuori provincia spesso mi chiedono di spiegare loro la dinamica di alcuni incidenti occorsi qui da noi in montagna, perché il resoconto pubblicato sui quotidiani di lingua italiana non è esauriente. Mentre il Dolomiten pubblica una descrizione dettagliata del luogo dove ad esempio è scesa la valanga citando fonti autorevoli del posto ed utilizzando toponimi conosciuti ed immagini del luogo dell’incidente, la stampa di lingua italiana cita nomi di cime sconosciute e pubblica immagini riferite ad altri luoghi. Sono informazioni importanti che aiutano a creare una memoria storica per chi è alle prime armi nell’apprendere ad esempio l’arte dello scialpinismo, nel vicino Nord-Tirolo accanto alla pagina ufficiale del bollettino valanghe esiste un blog nel quale vengono descritte le cause di tali eventi. Qui spero che le sinergie delle redazioni del gruppo dell’Athesia si fondino anche nelle redazioni locali, copiando gli ottimi resoconti forniti dal quotidiano di lingua tedesca e tralasciando nella descrizione l’utilizzo del solo toponimo del prontuario.
Io e molti dei miei amici di entrambi gruppi linguistici con i quali trascorro molto tempo libero in montagna, quando citiamo la gita nei resoconti utilizziamo da anni il solo nome più comune, lo troviamo giusto per vari motivi che non sto qui a ripetere, ognuno poi può chiamare la propria meta come vuole, ma un conto è la denominazione ufficiale. Perciò ancora adesso non riesco a capire chi rifiuta un compromesso sul compromesso……. che già è al ribasso per chi ne chiedeva la loro quasi totale cancellazione……..e troppo per chi chiede lo status quo….

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