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Inps: un ente di sicurezza sociale

Come ogni anno l'Inps ha avviato la stesura del bilancio sociale, che sarà pronto in autunno.
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Foto: Fabio Petrini

È un lavoro importante perché in questo modo si può dare al cittadino interessato, ma soprattutto ai vari livelli istituzionali, un quadro preciso della situazione previdenziale, dell'occupazione e del welfare in generale. "L’Inps è il più grande ente di sicurezza sociale d’Europa. Tale ruolo è determinato dal fatto che esso non solo rappresenta il più grande Istituto pensionistico (anche con l’integrazione di Inpdap ed Enpals) ma è l’unico in Europa a sommare una complessità di funzioni e servizi previdenziali ed assistenziali, sia in termini di quantità che di varietà di prestazioni erogate", così ha detto il direttore regionale Inps, Marco Zanotelli nella prefazione al bilancio sociale dell'Istituto della nostra Regione del 2017.

Il direttore ha ricordato inoltre che fare un bilancio sociale su servizi che coinvolgono i 2/3 della popolazione e movimentano 815 miliardi a livello nazionale non è cosa semplice. Nella sola Provincia di Bolzano il bilancio dell'Inps ammonta a 4,6 miliardi tra contributi e pagamenti di pensioni e prestazioni sociali. Da questa somma si può dedurre l'importanza dell'Istituto, non solo per i pensionati, ma per l'economia nel suo insieme, nonché la sua funzione redistributiva. Va ricordato, inoltre, che gli assicurati tra 22.578 aziende iscritte, dati riferiti sempre al 2017, sono 300.001.  Le pensioni pagate sono 155.488, di cui 153.092 di natura previdenziale, cioè frutto di contributi versati e 2.396 di natura assistenziale, per un ammontare complessivo di 2,181 miliardi. Le pensioni assistenziali incidono per 14,20 milioni sul totale, cosa senz’altro positiva.

Sono cifre importanti e la discussione sulla sostenibilità del sistema è ovviamente sempre dietro l'angolo. Per la nostra Provincia le cose vanno ancora decisamente bene. Le prestazioni dell'Inps di Bolzano incidono per l'11,5% del Pil. 10,1% sono prestazioni pensionistiche, una percentuale decisamente sostenibile, e l'1,4% vanno in assistenza, a dimostrazione della vitalità del nostro mercato del lavoro e della buona copertura garantita anche dalle prestazioni sociali della Provincia autonoma. Un ultimo dato: i pensionati sono 125.424 con un reddito pensionistico medio di 14.836 per le donne e di 22.207 degli uomini. Sono disparità da analizzare e da affrontare senza indugi. Ovviamente i dati da inserire nel bilancio sociale sono tanti e anche molto dettagliati. L'Inps è infatti una fonte inesauribile di dati da analizzare, da valutare ma che si possono anche semplicemente consultare.

Personalmente sono convinto che l'Istituto, radicato su tutto il territorio, pur essendo una struttura gestionale riveste una grande importanza non solo nella gestione del welfare, ma che garantisce, più di ogni altra istituzione, la coesione e la solidarietà tra territori e cittadini. Il buon funzionamento dello stesso, anche per il numero elevatissimo di cittadini che sono coinvolti, incide inoltre parecchio sulla fiducia nelle istituzioni pubbliche da parte dei cittadini. Purtroppo, come è ormai consuetudine nei servizi pubblici, la politica dell'austerity non colpisce solo i pensionati, ma anche gli organici dell'Inps. La stessa digitalizzazione, cosa senz'altro apprezzabile, anche per motivi anagrafici, non riesce a coinvolgere ancora moltissimi pensionati. Gli anziani spesso non sono abituata ai mezzi digitali. Questo a volte lascia spazio a critiche e ingolfa gli sportelli. Ma un servizio delicato come quello svolto dall'Inps ha comunque bisogno di persone fisiche per fornire risposte e consigli in una materia complicata come il nostro sistema di welfare. Con i pensionamenti già previsti l'Inps di Bolzano rischia purtroppo di non poter più soddisfare le aspettative dei cittadini.

Anche per questo la Direzione regionale lavora da tempo per migliorare i collegamenti tra i vari uffici, statali e provinciali, che lavorano nella nostra Provincia. E un lavoro da sostenere e da rafforzare nell'interesse dei cittadini e utile per affrontare e risolvere alla radice sovrapposizioni e giri inutili tra i diversi uffici per i cittadini. A questo proposito, oltre ai temi puramente gestionali, va affrontata una questione politica: la discussione a monte tra Istituto e Provincia autonoma dei provvedimenti di welfare locale, che possono incidere sulle prestazioni dell'Inps. Penso ai problemi con l'assegno al nucleo familiare regionale di qualche anno addietro, o a quello per la non autosufficienza, che rischiava di diventare reddito con possibili tagli ad alcune pensioni.
Meglio allora anticipare che rincorrere poi eventuali problemi, che tra l'altro toccano di solito i cittadini direttamente e non solo le istituzioni interessate.

Un ultimo argomento riguarda un tema molto delicato. È una mia posizione del tutto personale, ma il sistema previdenziale a ripartizione funziona sui grandi numeri. Anche se oggi il nostro sistema a livello locale regge benissimo sarebbe inopportuno, se non rischioso, uscire dal contesto nazionale, anche se solo per la gestione del personale. In una fase, tra l'altro per le casse provinciali di difficoltà, non intravedo nessun vantaggio. Ovviamente l'Inps deve garantire servizi di qualità e garantire il bilinguismo. Su questo terreno la politica locale deve impegnarsi. Poi, come detto sopra, la collaborazione, anche attraverso convenzioni, per una gestione razionale dei diversi interventi sociale va incentivata. Ma il presupposto è ovviamente un Inps in grado di soddisfare i cittadini. Non per ultimo va perfezionato sempre di più la collaborazione tra Istituto e Patronati, che sono strutture fondamentali per la tutela dei diritti dei cittadini e rappresentano un potente aiuto per l'Inps, anche economico.

 

Alfred Ebner