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Fatturato record, ma pochi utili

Il vicedirettore Acuti spiega perché Alperia ha chiuso il semestre con 12 milioni di perdita. Siccità, produzione giù del 30%. Il nodo della stangata sugli extraprofitti.
Alperia, centrale, idroelettrico
Foto: Alperia

Con tutta l’energia elettrica che viene prodotta in Alto Adige (complessivamente circa 7 terawattora all’anno) possibile che non si riesca ad avere dei benefici in questa fase di impazzimento del mercato? La domanda si sente fare sempre più spesso e la risposta è semplice. Quando pigiamo l’interruttore della lavastoviglie quella corrente non viene dagli accumulatori delle centrali che vediamo nel fondovalle, ma è elettricità acquistata da Alperia sul mercato. Le regole sono decise dagli Stati e dall’Ue. L’energia prodotta dai corsi d’acqua altoatesini viene venduta all’ingrosso nel mercato “globale” da Alperia, e la società, essendo fortemente radicata sul territorio, l’unica cosa che può fare è ridurre i margini di ricavo della vendita applicando tariffe commerciali di favore per i clienti. Di più, sostiene il vicedirettore Paolo Acuti, non può fare. E oggi il settore è talmente impazzito che Alperia chiuderà l’anno con un fatturato record, letteralmente esploso (si stima circa 3,5 miliardi), ma ha chiuso il primo semestre per la prima volta con una perdita. Di 12 milioni. Va tenuto conto che il il 2022 è un anno nero per la produzione a causa della poca neve e della successiva siccità con un calo secco rispetto all’anno precedente del 30% e che regna una grande incertezza relativamente alle “tasse sugli extraprofitti” che potrebbero fortemente pesare sul bilancio per diverse decine di milioni.

 

Salto.bz: Dottor Acuti, la siccità ha colpito anche la produzione di Alperia. A quanto ammonta il calo?

Paolo Acuti: Tra gennaio e agosto si calcola che la nostra produzione sia diminuita del 30 per cento. Stimiamo di chiudere l’anno a circa 3 terawattora (che sta per miliardi di kilowattora). L’anno scorso, per fare un raffronto, eravamo 3,9 terawattora, nel 2020 a 4,9. Quindi quest’anno peggioreremo i dati più negativi che risalivano al 2017”.

Per le complesse regole di formazione dei prezzi, da quanto si legge i produttori di energia verde pare abbiano extraprofitti molto alti, che il governo ha deciso di tassare. Com’è la situazione per Alperia?

Il prezzo dell’energia è a livelli stratosferici. I grandi gruppi come il nostro normalmente vendono l’energia  in anticipo, non sfruttano cioè i prezzi spot che ci sono sul mercato. Noi non facciamo speculazioni, la scelta è dovuta al fatto che vogliamo stabilizzare i risultati di gruppo per dare – per quanto possibile - garanzie in termini di dividendi ai nostri soci pubblici. Molti contratti sono stati sottoscritti anni fa quando il PUN (Prezzo unico nazionale) era a livelli pre crisi. Noi ci troviamo di fronte a uno scenario non facile, in cui il livello di produzione è basso, con prezzi di vendita che in molti casi non risentono delle attuali oscillazioni del mercato. Solamente per una minima parte vendiamo energia ai prezzi attuali. Oggi per gli operatori del settore è molto difficile fare previsioni.

Quindi, mi sta facendo capire che in realtà non avete i cosiddetti extraprofitti.

Oggi in Italia ci sono due norme che sono tese a recuperare gettito per ridurre le bollette. Da un lato è stato istituito un contributo solidaristico del 25% sull’incremento dei saldi tra le operazioni attive e passive ai fini IVA effettuate nel periodo ottobre 2021 – aprile 2022 rispetto a quelle effettuate nel periodo ottobre 2020 – aprile 2021 che non va in realtà a toccare i veri extraprofitti. Molte società hanno fatto ricorso al Tar del Lazio e lo stesso governo ha riconosciuto che il meccanismo non è corretto tanto che domani (oggi, ndr) è previsto un ulteriore decreto che ha come obiettivo quello di correggerlo. Questo contributo Alperia comunque non lo ha versato perché non doveva versare nulla.

L’altro decreto taglia profitti prevede che i produttori di energie rinnovabili restituiscano allo Stato il differenziale trai prezzi spot di mercato e i prezzi zonali che per il nord è stato fissato a 58  euro per megawattora. Il decreto aiuti bis ha esteso questa misura al primo semestre 2023. Su questa misura non siamo in grado di dare una quantificazione precisa e non sappiamo quanto può impattare perché sono previsti anche dei meccanismi di esenzione e non è ancora uscita la delibera ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti Ambiente) che specifica come conteggiare precisamente il dovuto per i gruppi societari.

Quindi come chiuderete in bilancio di quest’anno?

Dunque, la semestrale è stata chiusa con ricavi per 1,4  miliardi. A fine anno saremo sicuramente oltre i 3 miliardi, un dato veramente esplosivo se si pensa che l’anno scorso lo abbiamo chiuso con 2,1 miliardi. Ma abbiamo avuto anche una esplosione di costi, il gas noi lo andiamo a comprare sul mercato e così l’energia. Quindi il volume del fatturato è praticamente un dato statistico. Il semestre lo abbiamo chiuso infatti con una perdita di 12 milioni. A causa di infiltrazioni di acqua a Curon Venosta avvenute nell’estate dell’anno scorso abbiamo sistemato la condotta forzata dell’impianto di Glorenza e siamo partiti con la produzione nella centrale solo ad aprile. Insomma, abbiamo avuto difficoltà legate anche a fatti contingenti che hanno interessato il semestre. La maggior parte della produzione avviene nel secondo semestre, pertanto ci aspettiamo risultati particolarmente interessanti in quel periodo. Ciò al netto di eventuali modifiche normative del settore.

Vorrei sottolineare che il gruppo Alperia sta facendo sul territorio delle offerte commerciali che pesano molto sul bilancio. Per far capire: con alcune tariffe rivolte sia alle aziende che ai privati  noi proponiamo uno sconto percentuale sul PUN. Se facciamo uno sconto del 10% quando il PUN  è a 50 euro nelle casse di Alperia entrano 5 euro in meno. Se lo facciamo quando il PUN è 500 di euro in meno ne entrano 50. Per ogni singolo cliente. Quindi tenendo quel tipo di tariffa noi rinunciamo a una grande marginalità. Questo è il senso dell’avere un’azienda fortemente radicata sul territorio. Inoltre, occorre far presente nel primo semestre abbiamo investito sul territorio ben 70 milioni di euro che si traducono in opere pubbliche utili per la cittadinanza.

Nessun dubbio sul fatto che Alperia non speculi, ma  chi sta facendo impazzire il mercato? Può spiegare anche in modo semplice come mai un produttore da 3-4 terawattora non possa dare ai cittadini sul territorio maggiori benefici di quelli che ha detto prima?

Vista l’incertezza dovuta al conflitto Ucraina Russia il mercato lo fanno sicuramente impazzire i produttori di gas, i grandi fondi e i grandi trader che agiscono alla borsa di Rotterdam. Noi dobbiamo rispettare le regole del mercato. La nostra energia la vendiamo all’ingrosso e quella che vendiamo la compriamo sul mercato. I prezzi dell’energia elettrica sono condizionati da quelli del gas e venerdì (domani, ndr) c’è la riunione dei ministri dell’energia europei in cui si discuterà il famoso disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia elettrica e la fissazione di un tetto al prezzo del gas della Russia. Da oggi all’inverno ci attende una situazione di grande incertezza, che occorre gestire con attenzione giorno per giorno.