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“Emergenza freddo, ridurre l’esclusione”

In 40 fuori dai centri del Comune che aumenta i posti a 180. Rabini: “Profughi di terra nell’accoglienza per non sovraccaricare le strade”. La Cna: “Rissa in via Comini”.
Senzatetto
Foto: upi

L’Emergenza freddo del Comune di Bolzano è partita e affronta già una pressione sul servizio notevole. In questi giorni di rigore del tutto invernale sono una quarantina le persone che non hanno trovato posto al caldo e sono rimaste a dormire sotto i porticati o in altri luoghi riparati. E la questione dei clochard (il cui numero è stabile secondo l’amministrazione, attorno alle 200 unità) si lega a quella dell’immigrazione e dell’accoglienza, in una situazione che conta già degli esclusi e che secondo i critici potrebbe essere peggiorata dal decreto sicurezza. “La pressione sul Comune deve essere allentata tramite l’inserimento in quota dei richiedenti protezione internazionale attualmente presenti in strada” chiede Chiara Rabini (Verdi), referente del consiglio comunale per i rifugiati. 

 

Sulla strada

Partendo dal quadro per i senza fissa dimora, l’iniziativa del Comune va nella direzione di colmare - ma non ci riesce del tutto - il divario tra il numero delle persone che vivono all’aperto e la disponibilità di posti letto al caldo gestiti dal terzo settore su bandi di Assb. Dal 30 novembre è aperta la nuova struttura in via von Comini, con 95 posti. Sono poi saliti a 22 i letti riservati alle donne nel centro di pernottamento Conte Forni. Il presidio di via Macello, aperto tutto l’anno, offre al momento 35 posti che si cerca di portare a breve a 50. 

Restano pur sempre gli esclusi. Una quarantina, ammettono dall’amministrazione comunale, mentre la lista di attesa ai posti letto conta trenta persone. Rispetto all’inverno scorso, si fa presente dall’interno del municipio, i letti sono aumentati. Erano infatti cento in via Macello, 8 al Conte Forni, 25 al palasport di via Resia. A regime l’offerta dovrebbe raggiungere i 170-180 posti, numero che si avvicina alle 200 persone che dormono in strada e la cui situazione viene monitorata dal municipio anche tramite la mappatura notturna di “Oltre la strada”. Intanto oggi la Cna-Confederazione nazionale artigianato segnala una rissa che si sarebbe svolta all’alba tra alcuni ospiti di via von Comini. “Nella lite sono stati danneggiati una vetrata e alcuni pannelli della facciata del Consorzio Torricelli. Dal Comune pretendiamo sorveglianza”, afferma l’associazione di categoria.

 

 

 

I Verdi

Chiara Rabini, consigliera comunale dei Verdi e referente dell’aula per richiedenti asilo e rifugiati, sollecita l’inserimento nell’accoglienza dei cosiddetti “fuori quota”, profughi giunti via terra e esclusi dalle quote concordate con il governo. “Nella nostra città di confine - afferma - sono molte le persone che giungono autonomamente e fuori dalle quote statali inviate dal governo, che presentano richiesta di protezione internazionale e accoglienza direttamente alla questura, commissariato del governo e Provincia. Deve essere risolto questo nodo che sovraccarica le strade di Bolzano e i centri di bassa soglia del Comune che sono inoltre solo notturni. Quindi tutte le persone durante il giorno devono vagare e trovare riparo in città in luoghi non idonei che non fanno che crescere le tensioni sociali e l’intolleranza della cittadinanza verso il fenomeno migratorio. L’inserimento nel sistema nazionale dovrebbe essere automatica e immediata al fine di garantire un'accoglienza dignitosa alle persone già in difficoltà”. 

Nella nostra città di confine sono molti i richiedenti asilo che giungono autonomamente e fuori dalle quote statali inviate dal governo. Deve essere risolto questo nodo che sovraccarica le strade di Bolzano e i centri di bassa soglia del Comune che sono solo notturni. L'inserimento deve essere automatico per garantire un'accoglienza dignitosa a chi è in difficoltà (Chiara Rabini, referente per i rifugiati)

 

Di Fede, l’Assb, il decreto sicurezza

Liliana Di Fede, responsabile di Assb, l’Azienda per i servizi sociali di Bolzano, fornisce alcune precisazioni sulla questione della marginalità a nome dell’ente funzionale del Comune. “L’Emergenza freddo - precisa - è un servizio importante per una fascia di persone, spesso con un passato non facile alle spalle e una situazione di carenza delle relazioni familiari, amicali. Sono presenti però anche persone che lavorano e non riescono a trovare casa. Ci sono, è vero, degli esclusi, ma l’amministrazione di Bolzano è fra quelle che si sono impegnate di più nell’assistenza”.

L’Emergenza freddo è un servizio importante. Ci sono degli esclusi, ma l'amministrazione di Bolzano è fra quelle che sono impegnate di più nel settore. Riguardo al decreto sicurezza attendiamo le disposizioni ufficiali. Siamo funzionari e applichiamo le norme che ci sono (Liliana Di Fede, direttrice Azienda servizi sociali)

Riguardo agli effetti del decreto sicurezza (paventati ad esempio dal sindaco Caramaschi), Assb così come Comune e Provincia attendono chiarimenti e disposizioni dalle autorità statali, commissariato del governo e prefettura. “Siamo dei funzionari e applichiamo le norme che ci sono” afferma molto diplomaticamente Di Fede, che nella sua attività politica è stata segretaria del Pd altoatesino. “Tutte le istituzioni interessate - conclude - faranno sì che Bolzano dia la risposta migliore”.