Chronik | Reazioni

“Schwazer, preda designata”

Il laboratorio di Colonia tenta di ostacolare la consegna delle provette, l’ex allenatore Donati: “Sono sconcertato, ora spero emergano differenze fra i campioni”.
Donati, Schwazer
Foto: upi

“Sono rimasto sconcertato da quanto successo ieri”. È questa l’amara constatazione di Sandro Donati, il battagliero ex allenatore di Alex Schwazer. I fatti: dopo un anno di attesa i controversi campioni contenenti l’urina dell’atleta altoatesino, prelevati il 1° gennaio 2016 e che avevano certificato la seconda positività del marciatore costandogli la partecipazione alle Olimpiadi di Rio, sono stati consegnati alla ditta incaricata dalla Wada per essere trasportati al laboratorio di Parma e affidati al perito del giudice di Bolzano Giampietro Lago, colonnello del Ris di Parma. Le provette, va ricordato, sono state richieste più volte dal Tribunale di Bolzano per effettuare il test del DNA necessario a verificare se ci siano state eventuali contaminazioni del materiale biologico.

L'iter, tuttavia, poteva forse svolgersi senza ostacoli, visti i precedenti? Domanda retorica. Ieri (7 febbraio) l’avvocato difensore di Schwazer Gerhard Brandstätter, il comandate Lago e un perito nominato dalla difesa si sono presentati a Colonia per la consegna dei campioni, ma i rappresentanti di laboratorio in un primo momento hanno cercato di impedire al perito di parte di assistere al passaggio dei campioni. Non solo. Hanno anche presentato un campione B aperto, una boccetta in plastica già pronta, affermando che si sarebbe trattato di un residuo dell’urina utilizzata nel luglio 2016 per le controanalisi. Solo dopo numerose insistenze si è riusciti a ottenere il campione sigillato. Le urine sono state scongelate davanti a tutti e ne sono stati prelevati i sei millimetri che saranno analizzati a Parma insieme ai nove millimetri del campione A.

Quello che spero è che emergano delle differenze fra il campione A e il campione B, come lo spiegherebbero, allora?

È l’ennesima prova della totale autoreferenzialità, e dell’insofferenza nei confronti della giustizia ‘esterna’, da parte del sistema sportivo - sottolinea su salto.bz Donati -. La cosa che mi spaventa è il blocco compatto e ostile di questo sistema, come se Schwazer fosse la loro preda designata. Senza contare che, come è noto, hanno anche fatto di tutto per annullare in particolare il mio ruolo di critica delle corruzioni e dell’inefficienza istituzionali”.

Entro oggi i campioni giungeranno al laboratorio di Parma dove nelle prossime settimane si dovrebbero effettuare gli esami. Dopodiché i periti dovranno depositare le loro relazioni, prima di discuterle in udienza. Ma il timore che le provette non siano “pulite” resta. “I dubbi sono enormi vista la condotta avuta fino a questo momento - osserva il tecnico -, quello che spero è che emergano delle differenze fra il campione A e il campione B, come lo spiegherebbero, allora? Io stesso mi trovo a fare delle congetture in questo momento, ma sia io che Alex crediamo che le probabilità che esca un DNA estraneo siano altissime, o quantomeno è quello che mi aspetto. Cosa sia stato fatto con queste urine, poi, va al di là di mie conoscenze e della mia esperienza, spero solo che abbiano pasticciato come hanno cercato di fare ieri”.